Non chiamateli Imboscati. «È personale sfiancato, sfinito... vecchio!»
I numeri della Direzione sanitaria degli ospedali Spoke di Corigliano-Rossano provano a fare chiarezza sul buco nero nell'assistenza all'interno dei reparti. Resta, però, un dato inconfutabile: i due presidi sono a corto di personale!

CORIGLIANO-ROSSANO - Ci sono defezioni, assenze, sicuramente difficolta ma... non chiamateli imboscati! Potrebbe stare tutta qui la sintesi della reazione suscitata da un'inchiesta sui numeri del personale infermieristico degli ospedali spoke di Corigliano-Rossano fatta dall'Eco dello Jonio (puoi leggerla qui) rispetto ad un più corposo Dossier chiuso nelle settimane scorse dal Gruppo regionale del Movimento 5 Stelle sugli "imboscati" della sanità in Calabria.
La Direzione Sanitaria dello Spoke di Corigliano-Rossano, pur confermando le cifre allarmanti già anticipate nel nostro precedente articolo, offrono una lettura parzialmente diversa della situazione del personale infermieristico.
Se da un lato, infatti, i numeri relativi alle carenze di organico e al personale non pienamente operativo rimangono sostanzialmente invariati, dall'altro, la narrazione dei vertici sanitari rifiuta categoricamente il marchio "imboscati".
Secondo quanto emerge dai dati aggiornati all'11 aprile 2025, fornitici dal direttore sanitario dello Spoke di Corigliano-Rossano, Maria Pompea Bernardi, la maggior parte del personale infermieristico "assente" o non pienamente impiegato nei reparti sarebbe gravato da problematiche reali e riconosciute: «lunghe malattie, aspettative previste dalla Legge 104, maternità e altre assenze giustificate per legge».
In sostanza, la Direzione Sanitaria respinge lo stigma dei furbetti, descrivendo piuttosto un «personale fiacco, esausto e con un'età media elevata», che fatica, ormai, a sostenere i ritmi e le richieste delle mansioni assegnate.
E quindi i numeri. Sono 25 gli infermieri assenti per le motivazioni sopracitate (lunghe malattie, aspettative previste dalla Legge 104, maternità e altre assenze giustificate per legge), unitamente ai 40 che usufruiscono dei permessi della Legge 104 (tre volte al mese) e ai 36 impiegati in ambulatori e laboratori (quindi fuori dai reparti). Per un totale di 91 unità. Numeri che delineano un quadro di sicura difficoltà e di «fragilità del personale esistente».
Questa lettura, però, pur fornendo una possibile spiegazione alle criticità operative, non scalfisce la realtà dei numeri. La mancanza di 51 infermieri rispetto alla pianta organica (318 infermieri previsti) rimane un dato inequivocabile, così come la riduzione del personale effettivamente disponibile per l'assistenza diretta nei reparti a causa delle diverse forme di assenza e dislocazione.
L'immagine che ne deriva è quella di un corpo infermieristico «vecchio» - così lo ha definito la stessa manager Bernardi - che necessiterebbe di una profonda rigenerazione. L'età media avanzata, unita ovviamente alle problematiche di salute e alle esigenze personali, potrebbe effettivamente contribuire a una minore efficienza e disponibilità del personale anche se come sottolinea la stessa direttrice sanitaria «è gente che si ammazza di lavoro».
Il fatto è che gli ospedali di Corigliano-Rossano continuano a soffrire di una grave carenza di personale infermieristico operativo. Che si tratti di "imboscati" o di personale "fiacco ed esausto", che sicuramente lavora a tambur battente, il risultato per i pazienti e per la tenuta del sistema sanitario locale è il medesimo: sotto organico, turni difficili da coprire e un servizio che rischia di compromettere la sua qualità.