Il karma jonico non perdona: cancellato l'Intercity Reggio Calabria-Bari/Lecce
Pur trattandosi di una sospensione momentanea (dal 22 aprile al 31 maggio) per consentire l'ammodernamento della Taranto-Potenza-Battipaglia, si tratta di un tempo congruo che smorza entusiasmi e alimenta sfiducia

CORIGLIANO-ROSSANO - Appena l'Alto Jonio ha timidamente alzato la testa, illudendosi di poter agganciare il resto del Paese tramite un nuovo e inaspettato collegamento ferroviario, ecco puntuale la doccia fredda. Troppo ottimismo e – forse – “troppa grazia, Sant’Antonio!” per quel singolo treno Sibari-Metaponto, che davvero aveva ringalluzzito le comunità a nord di Sibari di trasformare una casualità – la deviazione degli Intercity via Lamezia Terme – in una stabile porta d'accesso agli aeroporti di Bari e Brindisi a nord e di Lamezia a sud. Un'occasione - si sperava - per dare un po' di ossigeno a un territorio abituato a guardare i treni sfrecciare lontano, portando con sé speranze e opportunità.
L'idea, neanche troppo velata (ne abbiamo parlato qui), era di dimostrare l'utilità di questi collegamenti, magari strappando un futuro potenziamento della linea una volta terminati i famigerati lavori di "civilizzazione" (elettrificazione e ammodernamento) della Jonica, che, ironia della sorte, avevano reso possibile questa deviazione "fortunata" della coppia di intercity Reggio Calabria-Taranto-Bari/Lecce, via Lamezia terme.
Ma il karma, si sa, ha una memoria di ferro, soprattutto quando si parla di Calabria del nord-est. Proprio mentre si iniziava a fantasticare su treni comodi e aeroporti a portata di mano, ecco giungere come un fulmine a ciel sereno la comunicazione di Trenitalia: dal 22 aprile al 31 maggio, stop per lavori di potenziamento della linea ferroviaria. Ma non per la vetusta Sibari-Metaponto, no. I lavori di "potenziamento infrastrutturale e tecnologico" interesseranno la ben più strategica (per altri) linea Taranto-Potenza-Battipaglia.
Tradotto per chi mastica poco il burocratese ferroviario: gli Intercity che connettevano Reggio Calabria con Bari e Lecce verranno deviati via Catanzaro Lido e Lamezia Terme, ma saranno "parzialmente cancellati" nella tratta Sibari – Bari/Lecce. Per raggiungere Bari e Lecce da Sibari, dunque, ci si dovrà affidare agli eterni e intramontabili bus sostitutivi. Un bel passo indietro, proprio quando si intravedeva un piccolo spiraglio di luce.
E così, l'entusiasmo si sgonfia, proprio come un pneumatico forato sulla SS106. L'amara consapevolezza che ogni tentativo di risalita viene puntualmente frustrato torna a farsi sentire. Invece di immaginare un futuro con treni efficienti che collegano l'Alto Jonio al resto del Paese, ci ritroviamo a fare i conti con bus che, tra traffico e deviazioni, allungheranno inevitabilmente i tempi di percorrenza. E addio sogni di connessioni veloci. Almeno per ora.
Certo, si tratta di lavori temporanei, un mese e mezzo – si spera – di disagi. Ma è il tempo sufficiente per alimentare quel senso di abbandono che serpeggia a queste latitudini dall’Unità d’Italia in poi. Se almeno questi lavori avessero riguardato la Sibari-Metaponto, si sarebbe potuta coltivare la speranza di un futuro diverso. Invece, il potenziamento della linea Taranto-Potenza-Battipaglia suona come una sentenza: il baricentro della mobilità ferroviaria del Sud rischia di spostarsi definitivamente sull'asse Puglia-Basilicata-Campania, lasciando la Calabria sempre più ai margini.
A corroborare questa fosca prospettiva ci sono anche i 18 miliardi di euro che, pare, manchino per completare l'alta velocità ferroviaria tra Battipaglia e il resto del Sud. Una cifra che fa rabbrividire e che solleva una domanda più che legittima: a che pro continuare a parlare di un ponte sullo Stretto, se poi mancano le infrastrutture di base per connettere dignitosamente intere regioni?
Ancora una volta, l'Alto Jonio, la Sibaritide si ritrovano a fare i conti con un karma beffardo. Un'illusione di connessione, un piccolo passo avanti, subito vanificato da dinamiche che sembrano ignorare l'esistenza stessa di questo lembo di Calabria. E mentre si guarda al nord, verso una Basilicata e una Puglia che offrono servizi e collegamenti sempre più attrattivi (vedi l'aeroporto di Bari, percepito come più vicino e con maggiori opzioni rispetto a Lamezia), la questione dell'autonomia del territorio assume contorni ancora più amari. Forse, l'unica "alta velocità" che questa terra conosce è quella con cui le speranze vengono puntualmente disilluse.