Da Co-Ro a Catanzaro: la storia di Francesca salvata al Policlinico "Dulbecco"
Una notizia di buona sanità che racconta l’impegno, la passione e la professionalità dei sanitari attraverso la storia di una famiglia alle prese con una diagnosi incerta e con tanti dubbi sul decorso della malattia della propria figlia

CATANZARO – Una notizia di buona sanità, una vita salvata grazie alla professionalità, all’accoglienza e al calore umano dei sanitari sperimentati da una famiglia alle prese con una diagnosi incerta e con tanti dubbi sul decorso della malattia della propria figlia, sorta l’estate scorsa. La storia, partita dallo spoke di Corigliano-Rossano, si è conclusa positivamente nel reparto di Neurologia e Rianimazione del Policlinico Universitario “Dulbecco” di Catanzaro.
«Lo scorso 16 luglio – racconta il padre - mia figlia Francesca venne ricoverata presso la divisione di Neurologia dell’Ospedale di Corigliano Rossano dove, dopo otto giorni di degenza, le diagnosticarono una lieve crisi di epilessia non meglio generalizzata. Al ritorno a casa, però, la situazione divenne drammatica, con crisi cerebrali accentuate che hanno costretto la stessa ad un nuovo ricovero presso il Pronto soccorso del nosocomio di Corigliano-Rossano».
«Non nascondo – racconta – la mia preoccupazione perché non riuscivano a calmare mia figlia e perché si brancolava nel buio, anche se i medici cubani del Pronto Soccorso si prodigavano per tenere a freno la situazione. Dopo 24 ore di dubbi ed incertezze chiesi ai medici se non era il caso di trasferire mia figlia presso il reparto di Neurologia del Policlinico Universitario “Dulbecco” di Catanzaro diretto dal Professore Antonio Gambardella. Finalmente il 30 luglio mia figlia viene trasferita a Catanzaro».
A colpire la famiglia è stata soprattutto la professionalità e la cura dei sanitari del reparto: «L’impatto con gli operatori è stato molto più che positivo, ci siamo trovati dinnanzi a professionisti di alto livello ma soprattutto a uomini e donne che lasciano trasparire una grande passione per quello che fanno, dotati di una grande carica di umanità ed empatia, due qualità imprescindibili per chi opera a contatto con persone fragili quali sono i malati. Voglio sottolineare la delicatezza e garbo con il quale il professore Gambardella ha spiegato a noi familiari la gravità della patologia ed il suo piano terapeutico con la consapevolezza che alla fine mia figlia, Francesca, ne sarebbe uscita».
La mattina seguente arriva la diagnosi: Encefalite Limbica Autoimmune anti- NMDA.
«Da quel momento – dice - iniziano le cure ma purtroppo, dopo cinque giorni, Francesca viene trasferita in Rianimazione per proseguire la terapia e pertanto viene indotta in coma farmacologico. Rimane in degenza nel reparto di Rianimazione fino al 23 agosto per poi ritornare in neurologia dove rimane fino al 23 settembre, giorno del ritorno a casa. Mia figlia inizia a riprendersi ed oggi possiamo tirare un sospiro di sollievo ed esclamare ad alta voce: ce l’ha fatta, ce l’abbiamo fatta».
«Questa testimonianza rappresenta chiaramente l’esperienza della mia famiglia con il reparto di Neurologia del “Dulbecco” di Catanzaro. Qui ho potuto constatare di persona che in quel Reparto, che funziona perfettamente grazie all’impegno, alla passione e al sacrificio di un gruppo di lavoro, diretto dal prof. Gambardella con l’aiuto dei vari medici: Stefania Barone, Jolanda Buonocore, Miriam, Jole De Martino ect. e dello staff infermieristico, che opera con elevata competenza professionale e calore umano. Auspico quindi che queste eccellenze diventino, per la nostra Calabria, la normalità e che i cittadini si avvicinino al Servizio Sanitario Regionale con fiducia e certi di trovare, oltre la soluzione al loro problema, anche sollievo e conforto in un momento di fragilità quale è la malattia. Il bene deve tornare a fare notizia, perché genera ulteriore bene».