Nuovo PAI, un piano grottesco che mette a rischio le opere PNRR e anche il nuovo ospedale
Sulla questione è tornato a piedi uniti il sindaco Stasi: «Occhiuto ha dato parere positivo serenamente». Il “bello drammatico” della democrazia italiana: «Piano pagato con soldi pubblici che oggi deve essere smentito con altri soldi pubblici»
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CORIGLIANO-ROSSANO – Il nuovo piano stralcio per l’assetto idrogeologico è un papocchio che rischia di mettere in ginocchio sviluppo, prospettive e competitività della nostra regione, soprattutto in aree come la Sibaritide dove – per sfortuna di alcuni – si potrebbe declinare tutto: dall’agricoltura al turismo ma anche l’industria. E invece, oltre all’insipienza degli organi decisori che continuano a tenere frenato lo sviluppo di quest’area, da qualche mese è subentrato anche un altro “grave”: il nuovo piano PAI che, di fatto, blocca lo sviluppo (ne abbiamo parlato ampiamente e nei dettagli nelle scorse settimane).
Una pianificazione cervellotica, per alcuni no sense, che alla minuta non consentirebbe di muovere nemmeno un sasso. «Giusto» - si dirà, in una regione flagellata dal dissesto idrogeologico. Anche se, alla fine, tutto si potrebbe arginare se solo si intervenisse con opere di risanamento idraulico che, invece, da decenni latitano. E a pagarne le conseguenze, oltre a decine e centinaia di imprenditori che si sono trovati di punto in bianco – nel mezzo dei cantieri – a cambiare progetti in corso d’opera o a risanarli, ad avere difficoltà sono proprio i comuni.
In testa a questa ennesima protesta e contro quel «sereno bel parere positivo rilasciato da Occhiuto», nemmeno a dirlo c’è il sindaco Flavio Stasi. Che continua a tallonare, punto su punto, il Governatore della Calabria. «Leggere la nota (inviata ai comuni, ndr) dell'Assessore Regionale, Giovanni Calabrese, sulla proroga per le osservazioni ed alcune deroghe alle norme di attuazione del Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico, se da un lato ci allevia (parzialmente) le preoccupazioni, dall'altro certifica ciò che abbiamo sostenuto fin dal primo momento: si tratta di un piano sbagliato perché basato su rilievi e modelli imprecisi, che quindi non protegge i territori ma semplicemente li ingessa».
«Un Piano al quale – aggiunge - il presidente Occhiuto il 24 ottobre ha dato serenamente un bel parere positivo, evidentemente non sapendo nemmeno di cosa si trattasse, e per il quale da mesi ora si prova, spinti dai comuni, con imbarazzo, a “mettere le pezze”». Si pensi, ad esempio, che i comuni oggi sono costretti a sborsare tanti soldini per effettuare perizie che sconfutino il nuovo piano PAI. «Insomma, un Piano pagato con soldi pubblici – ironizza Stasi – che deve essere smentito con altri soldi pubblici». Il “bello drammatico” della democrazia italiana!
Al netto dell’ironia, però, il problema è serio. Anzi, serissimo. E il perché lo ricorda ancora il primo cittadino di Corigliano-Rossano. «È importante sottolineare che salvare le opere pubbliche e private “avviate” senza una rivisitazione complessiva dei quadranti interessati – dice - rischia di trasformarle in cattedrali nel deserto. Si tratta, per altro, di una considerazione ovvia non solo dal punto di vista dello sviluppo urbanistico, ma anche del rischio idrogeologico: dove realizzo un asilo finanziato col PNRR devo poter realizzare servizi ed infrastrutture in sicurezza, altrimenti anche l’opera stessa perde di valore».
Ma di esempi, ancora più eclatanti, se ne possono fare a iosa. Vogliamo parlare ad esempio del nuovo ospedale della Sibaritide? Per il nuovo Piano PAI tutta l’area intorno al nascente nuovo ospedale è praticamente congelata dal rischio idrogeologico. Insomma, lì per come sono messe oggi le cose non si potrà realizzare nulla.
«Inoltre – aggiunge il sindaco - è necessario tutelare chi ha avviato il faticoso percorso delle pianificazioni, come i Piani Strutturali o come i Piani Spiaggia, e li ha quasi portati a termine come nel caso del PSA della Sibaritide con anni di lavoro - e con tavole idrogeologiche aggiornate - che questo Piano rischia di cestinare senza ragioni solide. Auspico, dunque, che questo sia solo il primo passo – conclude Flavio Stasi con l’immancabile bacchettata - e che, per evitare ulteriori cattive figure, si coinvolgano i Comuni prima dei pareri e non dopo».