La ditta non paga i salari, si fermano gli operai delle mense sul Terzo Megalotto
Da stamani alle 5 una ventina di operatori dipendenti dell'impresa Egea sono in sit-in davanti ai cancelli del centro operativo del centiere a Villapiana. Ferrone (Cgil): «Due mensilità arretrate e una situazione difficile da sanare»
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VILLAPIANA - Faceva molto freddo a Villapiana quando stamani alle 5 un gruppo di una ventina di operai ha iniziato la protesta davanti ai cancelli della sede operativa di Sirjio Webuild, la società che si sta occupando di realizzare il Terzo Megalotto della Statale 106, la più grande infrastruttura pubblica attualmente in cantiere nel Mezzogiorno. È la protesta di San Valentino e i lavoratori che hanno incrociato le braccia sotto le bandiere della Cgil sono i dipendenti della ditta Egea che si occupa della mensa e delle pulizie. L'atmosfera è tesa perché quei circa 20 operai in sit-in davanti al cancello, che giornalmente garantiscono la refezione e la pulizia nelle aree comuni di 700 tra tecnici e operai del cantiere, rivendicano due mensilità salariali che non sono state ancora corrisposte: dicembre 2024 e gennaio 2025.
«C'è un problema serio» - afferma Andrea Ferrone, segretario comprensoriale della Cgil, sindacato che ha indetto la protesta. La responsabilità dei mancati pagamenti, infatti, risalirebbe ad una complessa situazione finanziaria in cui è coinvolta l'azienda subappaltatrice del servizio, attualmente in procedura di concordato.
La Sirjio Webuild, contraente generale dell'opera, - spiega ancora Ferrone - avrebbe dovuto intervenire per garantire i salari, ma al momento non può farlo. «Il problema - aggiunge - è aggravato dalla mancanza di un Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) valido da parte dell'azienda subappaltatrice, che crea un ostacolo significativo anche nel procedere con eventuali pagamenti di fatture da parte di Sirjio Webuild».
Questa situazione, quindi, ha portato a un impasse difficile da risolvere, anche perché senza la continuità operativa degli addetti ai servizi essenziali, il cantiere rischia di rallentare l'attività che - ricordiamo - procede spedita in linea con i tempi del cronoprogramma e che è già giunta al 70% della sua realizzazione. «Non è una questione semplice - continua Ferrone - e stiamo lavorando incessantemente per trovare una soluzione, ma il tempo stringe e i lavoratori necessitano di risposte concrete per continuare a garantire i servizi essenziali».
La speranza è che questo sciopero riesca a sensibilizzare tutte le parti coinvolte, aprendo un dialogo che porti a rapide soluzioni, perché la dignità e il diritto a un salario giusto non possono essere messi in pausa.