I treni non passano più e gli aerei appena possono cambiano rotta: il caso Crotone
L'aeroporto Pitagora non “decolla”, dopo le festività disagi e voli cancellati. Veltri: «Non funziona (da sempre) il sistema ILS e i voli spesso vengono dirottati a Lamezia terme». La sorte di questo scalo continua ad essere al centro di dubbi e polemiche
CROTONE – Mentre sulla jonica i treni non passano più a causa di lunghi e interminabili lavori, a metà tra una Tela di Penelope e la Torre di Babele, che hanno portato alla chiusura della tratta Sibari-Catanzaro, anche la mobilità aerea sul fronte orientale non se la passa bene. Nonostante gli ingenti investimenti da parte della Regione, di Sacal e delle compagnie aeree e il numero di voli in crescita, infatti, lo scalo di Crotone continua ad essere trattato come la “cenerentola” degli aeroporti calabresi, bistrattato da coloro i quali dovrebbero potenziarlo e con un appeal pari a zero per i viaggiatori chiamati a sceglierlo. Sempre sospeso tra il baratro di una possibile fine e le azioni di rilancio di investitori pubblici e privati, l’impressione è che a determinate manovre succedano inevitabilmente brusche battute d’arresto e/o «sospetti boicottaggi».
Isolato dalla Calabria del nord-est, la Sibaritide-Pollino o Alto jonio calabrese, suo potenziale e prezioso bacino d’utenza, e con un orario di chiusura inusuale (i terminal chiudono alle 20:00!), lo scalo pitagorico si è reso protagonista, in questi giorni, di un’altra stranezza: il dirottamento di alcuni voli verso Lamezia, provocando inevitabili disagi all'utenza.
Nei giorni scorsi, tra il 6 e il 7 gennaio, due voli da e per Crotone su quattro (Torino, Bologna, Milano-Bergamo e Venezia) sono stati dirottati verso lo scalo lametino, che, secondo quanto affermato da Salvatore Veltri di Jonica Airways, «approfitta di queste occasioni per aumentare i propri volumi di traffico».
La motivazione ufficiale fornita ai passeggeri parlava di dirottamento per condizioni climatiche avverse ma i passeggeri hanno storto il naso e sollevato dubbi perché, nel frattempo, altri voli sono partiti e atterrati da e per lo scalo in questione. «C’è da dire – ci spiega ancora Veltri – che Crotone ha un Sistema ILS che non funziona come dovrebbe; pertanto, alla minima variazione meteorologica, è possibile che decidano di dirottare i voli. Bisogna però chiedersi perché quel sistema non è stato ancora collaudato e cosa c’è dietro queste inadempienze».
L’ILS – lo spieghiamo riportando la definizione - è il sistema di atterraggio strumentale, comunemente abbreviato come ILS dall'inglese instrument landing system. Un sistema elettronico di terra e di bordo ideato per guidare gli aeromobili nella fase finale di un avvicinamento strumentale di precisione verso la pista di un aeroporto. Composto da un apparato di terra e da un apparato di bordo, è particolarmente importante nello svolgimento di operazioni in condizioni di bassa visibilità (soprattutto dovute a nebbia), consentendo di portare a termine atterraggi con una visibilità orizzontale ridotta anche a meno di 100 metri.
«Avere informazioni certe su quanto accade nello scalo di Crotone – ammette ancora Veltri - è molto difficile. La regione è blindatissima quando si tratta di fornire spiegazioni sul tema e questo alimenta i dubbi sulla possibilità che il Sant’Anna non sia davvero tra gli interessi della politica».
Resta quindi da capire cosa ci sia dietro queste operazioni, se si è trattato di un caso isolato o se esite davvero un’operazione mirata di depotenziamento o di un voluto non potenziamento dello scalo (atteso che il sistema ILS, da quanto ci risulta, non funziona da sempre). Noi continueremo a monitorare la questione e tenere alta l’attenzione sui temi della mobilità.