Case popolari a Schiavonea, l'emblema del degrado
Gianfranco Martilotti denuncia la situazione in cui versano gli immobili di via Riccione: «Perdite d'acqua, umidità persistente e muri corrosi non sono semplici problemi tecnici, ma il risultato di anni di disinteresse e incapacità gestionale»
CORIGLIANO-ROSSANO - Avere un tetto sotto il quale ripararsi e far vivere la propria famiglia è fondamentale per condurre una vita dignitosa. Non tutti, però, possono acquistare un immobile ai prezzi di mercato. A questa difficoltà risponde l'edilizia popolare. Purtroppo, però, ci sono casi in cui le così dette "case popolari" versano in condizioni pessime.
«Le case popolari, progettate per offrire un riparo dignitoso a chi non può permettersi una soluzione abitativa diversa, sono oggi l'emblema del degrado. Perdite d'acqua, umidità persistente e muri corrosi non sono semplici problemi tecnici, ma il risultato di anni di disinteresse e incapacità gestionale».
È quanto viene denunciato da Gianfranco Martilotti, che ci parla delle pessime condizioni in cui versano alcuni immobili del borgo marinaro.
«Schiavonea - scrive - rappresenta oggi il simbolo del fallimento della politica regionale e pesa come un macigno sulle spalle dell'Aterp. Anni di degrado, promesse mancate e silenzi assordanti dipingono un quadro in cui l'Aterp (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica) emerge come il principale attore di un'ingiustizia che non può più essere tollerata».
Martilotti ci rivela come, tante volte, il destino sia proprio beffardo, infatti «la direttrice regionale dell'Aterp, originaria di Corigliano-Rossano e con un passato proprio in questi stessi edifici, conosce perfettamente le problematiche di via Riccione. Nonostante questa vicinanza personale, l'Aterp continua a dimostrarsi inefficace nel rispondere alle necessità degli abitanti. Promesse di interventi risolutivi si sono dissolte nel nulla, lasciando le famiglie abbandonate a loro stesse».
«Questa situazione non riguarda soltanto il degrado degli edifici, ma rappresenta un attacco alla dignità delle persone. Le perdite d'acqua, l'umidità e i muri che si sgretolano non sono problemi secondari: sono un insulto ai diritti fondamentali degli abitanti. L'Aterp, che avrebbe il compito di garantire una gestione efficiente e un miglioramento costante delle condizioni abitative, si è dimostrata incapace di svolgere il proprio ruolo».
Ma quali sono le richieste di chi risiede in questi immobili? «I cittadini di Schiavonea non chiedono l'impossibile: desiderano soltanto vivere in condizioni umane. L'Aterp, tuttavia, continua a nascondersi dietro scuse e burocrazia. Di fronte a richieste di intervento urgenti, la risposta è sempre la stessa: "Non c'è nulla da fare". Una risposta inaccettabile, che alimenta il senso di abbandono e l'umiliazione di chi non può permettersi alternative».
«Gli abitanti di via Riccione hanno perso la pazienza. Non possono più tollerare l'inerzia di un ente che avrebbe il dovere di intervenire con tempestività. La comunità chiede a gran voce che l'Aterp abbandoni la sua indifferenza e metta in atto interventi concreti e risolutivi. Non c'è più spazio per le scuse. Ogni giorno di ritardo rappresenta un insulto a chi vive in condizioni indegne e una macchia sulla credibilità delle istituzioni. Schiavonea è il grido soffocato di chi non ha più tempo da perdere: l'Aterp deve rispondere, e deve farlo ora».
Una richiesta più che legittima e una situazione di degrado non più accettabile. Speriamo che gli organi preposti intervengano a migliorare lo stato attuale delle cose. I cittadini meritano di vivere in luoghi salubri, sicuri e dignitosi.