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Reti che fanno acqua da tutte le parti, il lavoro di Calabretta e una situazione imbarazzante

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CORIGLIANO-ROSSANO – Terra di sole, terra di mare, terra dalle emozioni calde… così cantano la Calabria, Calabro con Marish, Desiis e Phylomea. Terra però che, soprattutto all’innalzarsi delle temperature, rimane puntualmente senz’acqua. E non perché acqua non ce ne sia, anzi. Ma per la vetustà del suo fragilissimo sistema idrico, messo sottopressione soprattutto nei mesi estivi quando, ovviamente, c’è più richiesta d’acqua. Corigliano-Rossano, e più in generale l’area della Sila greca, è uno degli emblemi di quel rapporto difficile tra la terra e l’acqua, tra diritti e disservizi. Qui, la carenza di acqua potabile e le frequenti rotture delle tubature – non solo nel periodo estivo - rappresentano una dura realtà quotidiana. Per fare il punto su una situazione che sembra peggiorare di anno in anno, abbiamo chiesto Cataldo Calabretta, Presidente di Sorical, la società regionale che gestisce il servizio idrico all'ingrosso, il perché siamo a questo punto critico.

La situazione idrica a Corigliano-Rossano e nella Sila Greca continua a rimanere critica. Quali sono le cause principali dei frequenti disservizi? «A Corigliano-Rossano - spiega Calabretta - l'acqua arriva attraverso tre grandi acquedotti regionali gestiti da Sorical. Il problema principale risiede nella rete di distribuzione interna, gestita dai comuni stessi. A Corigliano-Rossano, il comune è responsabile della rete all'interno del perimetro comunale. Sorical fornisce l'acqua alle porte della città, ma le rotture e i disservizi sono spesso, non sempre, imputabili alla vetustà della rete comunale. Questa situazione cambierà quando il comune sarà estromesso dalla gestione diretta, e Sorical assumerà il controllo completo. Inoltre, negli anni passati, è mancata la manutenzione delle infrastrutture sotterranee, creando un groviglio di tubature che rende le riparazioni più complesse e rischiose».

Quindi, il problema non è solo la vetustà delle tubature, ma anche una mancanza di pianificazione generale? «Esattamente. La Calabria - aggiunge il Presidente di Sorical - è stata l'ultima regione italiana ad attivare il Servizio Idrico Integrato, con un ritardo di circa 30 anni rispetto alla normativa del 1994. Questo ritardo ha portato a una mancanza di investimenti e di una pianificazione adeguata. Molte condotte risalgono all'epoca della Cassa del Mezzogiorno, con un'età di 60-70 anni, ben oltre la loro durata di vita utile».

Il Piano d'Ambito, come strumento di pianificazione, può risolvere questi problemi? «Il Piano d'Ambito - risponde - elaborato dall'Autorità Idrica, è un passo fondamentale. Ha permesso di individuare il soggetto unico gestore, requisito essenziale per interventi mirati ed efficaci. Grazie al Piano, abbiamo mappato le criticità e individuato i passi necessari per investire e migliorare il servizio idrico integrato, che comprende anche la gestione della depurazione, un altro settore problematico in Calabria. E questo processo di riforma, voluto dal Presidente Occhiuto, coinvolge attivamente i sindaci».

Quali sono i prossimi passi per migliorare la situazione a Corigliano-Rossano e nella Sila Greca? «Il soggetto unico gestore dovrà occuparsi della modernizzazione delle infrastrutture, della manutenzione e della gestione della rete di distribuzione. Servono investimenti significativi e una collaborazione stretta tra Sorical, i comuni e l'Autorità Idrica - conclude Cataldo Calabretta - per garantire un servizio idrico efficiente e affidabile a tutti i cittadini».

Insomma, è tutto un divenire e – a quanto pare – fino a quando non verrà sistemata l’intera parte burocratica e amministrativa non ci sarà all’orizzonte alcuna soluzione concreta e percepibile. È certo, però, che la crisi idrica in Calabria è un affare assai complesso e la necessità di un intervento strutturale e coordinato per risolvere i problemi a lungo termine appare quantomai urgente e improcrastinabile. Il ritardo nell'implementazione del Servizio Idrico Integrato e la mancanza di investimenti negli anni passati hanno creato una situazione di emergenza che richiede soluzioni immediate e una pianificazione a lungo termine per garantire l'accesso all'acqua potabile a tutti i cittadini calabresi. Il problema è, però, che anche in questo caso non c’è più tempo.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.