Una nuova legge potrebbe far saltare l’impianto eolico di Capo Trionto
La proposta di legge (Mancuso, De Nisi, Graziano) impone l’installazione degli impianti off-shore a oltre 12 miglia dalla costa. Il progetto nello Jonio sibarita è previsto, invece, a 10 miglia. Ora si attende il passaggio in aula
REGGIO CALABRIA – Che l’eolico sia indigesto ai calabresi è cosa nota, che lo sia ancora di più quello off-shore come quello che dovrebbe sorgere a largo di Capo Trionto (dei dettagli del progetto ne parlammo più di un anno fa), a largo delle coste della Sila Greca, lo è ancora di più e lo si è capito dal coro di reazioni avverse, contrarie e trasversali del territorio che ormai si registrano da qualche mese a questa parte. Ora, però, potrebbe intervenire una norma regionale a mettere i paletti e a regolamentare un campo che ad oggi si base su poche e semplici regole. Del resto si tratta di impianti in mare aperto!
Il Consiglio regionale, infatti, prova a creare una cortina difensiva contro l’eolico “selvaggio” e sfrenato ponendo fine all’attuale e sostanziale “deregulation”. È questo il senso di una proposta di legge presentata dal presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso (Lega) e dai consiglieri regionali Francesco De Nisi e Giuseppe Graziano (Azione), proposta che punta a dare esecuzione in Calabria alla normativa nazionale in tema di limiti all’installazione di impianti di energia rinnovabile e punta a ridurre al massimo l’impatto ambientale di questi impianti, che si vorrebbero realizzare in modo indiscriminato in tante aree marine della Calabria.
La proposta di legge regionale in pratica individua le aree idonee e quelle non idonee all’installazione di questi impianti, stabilendo alcuni ferrei paletti, anche più stringenti rispetto a quelli previsti dalla normativa nazionale, spiegano i consiglieri regionali.
Criteri chiaramente tecnici, ma giusto per fare alcuni esempi la proposta di legge Mancuso-De Nisi-Graziano prevede che non si possono impianti in mare entro le 12 miglia, cioè entro le acque territoriali: ma nel complesso sono numerosi i limiti previsti nel nuovo testo normativo regionale e che regolamentano anche l’installazione di nuovi impianti a terra. La proposta, che è composta di 12 articoli, è stata assegnata alla quarta Commissione del Consiglio regionale per l’esame di merito, oltre che alla seconda Commissione per il parere finanziario, dopodiché passerà al vaglio del Consiglio regionale per l’approvazione definitiva.