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Solletichi natalizi a Palazzo: la maggioranza tiene, ma la crepa resta

2 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – Alla fine, il terremoto non c’è stato. Solo solletichi natalizi. Di quelli che fanno intuire che sotto la superficie qualcosa si muove, ma che non arrivano mai a far cadere i calcinacci.

Il Consiglio comunale si è celebrato come da copione, nella versione migliore delle ipotesi già messe in conto: nessuna deflagrazione, nessuna frattura irreversibile, nessuna resa dei conti. La maggioranza Stasi ha tenuto. Formalmente. Politicamente, molto meno.

In aula c’era Salvatore Tavernise, protagonista delle ultime settimane e autore delle dimissioni che avevano agitato le acque. Assenti, invece, i possibili “compagni di viaggio” evocati alla vigilia: Cesare Sapia, che non si è collegato nemmeno da remoto, e Leonardo Trento, anche lui fuori dall’aula. Assenze che pesano più di molte presenze e che lasciano aperta più di una domanda.

Le due variazioni di bilancio sono passate a maggioranza. Ma è proprio lì, dentro la contabilità, che si è consumato il vero fatto politico della giornata. Sulla variazione più delicata – quella che incrementa le risorse per il mega-concerto di Capodanno, con un investimento che sfiora il mezzo milione di euro – Tavernise ha scelto l’astensione. Un gesto misurato, coerente, chirurgico. Non una sfiducia, ma nemmeno un via libera. Un segnale.

E il segnale è stato spiegato in aula, con parole che hanno trovato una sponda inattesa anche in un’opposizione numericamente esile (ne mancava un terzo) ma politicamente vigile (Lucisano come sempre sugli scudi). Tavernise ha spostato il piano della discussione dal “cosa” al “come”: non una battaglia sui singoli eventi, ma una critica al metodo. Alla mancanza di confronto preventivo. Alla riduzione degli spazi di partecipazione interna. Al fatto – sottolineato non senza peso – che a parlare non sia “pinco pallino”, ma un consigliere storico della maggioranza.

Non sono mancate frecciate (e anche accuse politicamente pesanti) da parte dello stesso Tavernise. Il quale, però, ha "sfogato" il suo malumore sulla Presidenza del Consiglio comunale - rea, a suo avviso di una gestione troppo rigida dei lavori - invece di andare al confrontro (scontro?!) diretto con il Sindaco Stasi che, seduto in aula, lo osservava. In silenzio.

E forse il dato più eloquente è stato proprio il silenzio del sindaco Flavio Stasi. Nessuna replica diretta, nessuna risposta politica all’intervento di Tavernise. Scelta tattica per ridimensionare la questione? O segnale di un disagio che si preferisce non esporre pubblicamente? Anche questo, più che una risposta, è un interrogativo che resta sospeso.

Nel frattempo, l’Amministrazione ha affidato al comunicato ufficiale il compito di riportare il Consiglio dentro i binari della normalità istituzionale: variazioni approvate “a larga maggioranza”, nuovi finanziamenti intercettati, possibilità di attivare un mutuo con Cassa Depositi e Prestiti per sostenere i cantieri PNRR, e la rivendicazione di un percorso di risanamento contabile che – parole del sindaco – “prosegue senza tentennamenti”.

Tutto vero. Tutto legittimo. Ma non sufficiente a cancellare ciò che politicamente è accaduto.

Perché resta l’astensione di Tavernise sul simbolo più evidente della strategia culturale dell’Amministrazione. Restano le assenze silenziose di Sapia e Trento. Resta una maggioranza che vota compatta ma ragiona sempre meno all’unisono. Resta una faglia che non ha prodotto il boato, ma che continua a essere visibile.

E allora no, non è successo nulla di clamoroso. Ma sarebbe un errore liquidare questa seduta come un passaggio indolore. Perché le scosse di assestamento, per definizione, non fanno crollare subito i palazzi. Servono a dirci che la terra sotto non è più ferma. E che prima o poi qualcuno dovrà decidere se continuare a far finta di niente o mettere mano alle crepe.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.