Domenico Carlino non c'è più: è morto uno tra i primi imprenditori turistici della Calabria
Nato a Mandatoriccio per poi affermarsi come imprenditore a Pietrapaola, aveva due grandi passioni che gli segnarono la vita: la pipa e il suo Villaggio Turistico, che fu punto di riferimento del turismo calabrese sin dagli anni '70
PIETRAPAOLA - Aveva due grandi passioni, le pipe ed il suo villaggio turistico Il Carlino: delle prime, faceva parte di una grande famiglia di artigiani che realizzò anche un calumet per il Presidente Pertini; del secondo ne era non solo il fondatore e l'anima ispiratrice ma fu proprio da quel residence in riva allo Jonio, a Pietrapaola, che la Sibaritide iniziò a scrivere le sue prime pagine del turismo a partire dai magnifici anni settanta, quando ci fu il trapasso dal twist al rock lui era lì a creare una delle prime e più importanti hospitality della Calabria orientale.
Il cavaliere Domenico Carlino, è venuto a mancarelo scorso 7 ottobre. Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo lo ricorderà come una persona dal cuore grande e generoso e come un imprenditore capace, sempre pronto ad aiutare il prossimo e a sostenere le iniziative e gli eventi che la nostra comunità e la nostra Associazione hanno messo in campo nel corso degli anni. - Questo, per lui il ricordo dell'associazione Ricchizza di Pietrapaola.
La sua dedizione al lavoro e il suo spirito innovativo hanno lasciato un segno indelebile nel settore dell’ospitalità. Nato a Mandatoriccio, dopo aver svolto attività artigianale in proprio, agli inizi degli anni ‘70 diede vita alla sua azienda turistica. L’apertura del suo Resort fece da apripista e costituì un esempio per coloro che, successivamente, si dedicarono all’attività alberghiera nel territorio di Pietrapaola.
«La sua perdita - scrive l'associazione - lascia un grande vuoto nei cuori di tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato».
Erano gli inizi degli anni settanta - così lo ricorda Vincenzo De Vincenti, presidente dell'Associazione Ricchizza Pietrapaola - ero un ragazzino che frequentava le scuole medie e ogni estate facevo la spola tra il paese e il mare. Durante una di queste estati, sentii parlare di un giovane imprenditore di Mandatoriccio, che aveva una certa esperienza nel campo artigianale, e si accingeva a entrare nel mondo del turismo. Quell’aspirante imprenditore era il carissimo Mimmo, conosciuto da tutti come Minicuzzu e Carlino. Riuscì con successo a portare avanti la sua iniziativa, che, da subito, diventò una delle più belle e prestigiose dell’alto Ionio. Mi ha stupito la prima volta che siamo andati da lui, io e mio fratello Domenico, per manifestare la volontà di realizzare la porta della chiesa. Con molta riservatezza e imbarazzo abbiamo descritto l’idea che volevamo realizzare e gli abbiamo chiesto se in cambio ci regalava un soggiorno gratuito per due persone per una settimana, da mettere come premio nella lotteria che volevamo avviare. Lo conoscevo poco, ma sapevo della sua generosità e che era una persona super onesta. Non ha battuto ciglio e prontamente ha detto: “Vi conosco poco, ma so a chi appartenete. Conosco la vostra famiglia e quello che volete fare mi piace. Vi do fiducia, andate avanti, io sono con voi, a fianco a voi.” Ho un ricordo di lui come una persona super onesta. Vi racconto questo: un’estate, con il mio amico Stefano, siamo andati una sera al suo ristorante. Stefano perse il portafoglio. Si accorse il giorno dopo e tornò sui suoi passi per chiedere se ci fossero notizie in merito. Il cavaliere, dopo aver fatto le indagini del caso, gli disse che il portafoglio era stato trovato sotto la sedia dove era seduto.