Amarelli caso nazionale di strategia e passaggio generazionale
Fortunato Amarelli è intervenuto come relatore in due diversi eventi ospitati a Stresa (Varese) ed all’Università La Sapienza a Roma. «L’innovazione resta il driver fondamentale per permettere alle imprese di resistere e crescere nel tempo»
CORIGLIANO-ROSSANO – La prima caldaia nel 1907. Il lancio del sito internet aziendale nel 1996. L’inaugurazione del Museo della Liquirizia nel 2001, divenuto in poco tempo il secondo museo d’impresa più visitato in Italia dopo quello della Ferrari. Sono, queste, alcune delle innovazioni sperimentate in questi ultimi decenni dall’esperienza familiare ed imprenditoriale Amarelli. Attraverso l’aggancio forte e consolidato al proprio percorso plurisecolare, l’impresa culturale, divenuta un diffuso e riconosciuto brand internazionale del Made in Italy, ha voluto e saputo attualizzare la propria missione e la propria prospettiva, interpretandole sempre alla luce dei tempi cambiati.
«L’innovazione – ha spiegato Fortunato Amarelli, intervenendo come relatore in due diversi eventi ospitati a Stresa (Varese) ed all’Università La Sapienza a Roma – resta il driver fondamentale per permettere alle imprese di resistere e crescere nel tempo, di governare le crisi trasformandole in evoluzione, di reinventarsi e riproporsi competitive nel mercato. E ciò vale – ha scandito l’amministratore delegato della Amarelli Srl – anche e soprattutto per aziende con una storia ed una eredità lunghe ed importanti».
Leadership in retail. È stato, questo, il nome dell’evento esclusivo dedicato ai leader del settore Retail nel quale il brand Amarelli è stato protagonista con Scavolini, azienda che opera nel mercato italiano dei mobili da oltre 50 anni. Il focus era il passaggio generazionale nelle aziende. L’Amministratore Delegato ha spiegato il processo che ha interessato l’azienda calabrese, oggi all’undicesima generazione e le strategie privilegiate.
«Mentre il cambio di guardia e l'introduzione di innovazioni – ha aggiunto Amarelli – rappresentano il fisiologico lascito e contributo di idee e progetti da una generazione all'altra, ciò che invece non muta sono i sentimenti fondanti dell'azienda: essi si tramandano e diventano il valore aggiunto nei contesti mutati e verso il futuro. E nel caso di Amarelli il ricambio generazionale non è avvenuto solo ai vertici ma anche nel personale dipendente, in un processo che ha coinvolto e coinvolge anche i collaboratori e la comunità territoriale, costruendo e consolidando radici e sinergie con i contesti locali».
«L'antica Fabbrica Amarelli: strategie di crescita in un mercato ristretto. È stato, questo, invece, il titolo del seminario promosso dal professore Mario Calabrese, titolare della cattedra di management dell'innovazione che ha visto il coinvolgimento di una vasta platea di studenti provenienti da diversi corsi di laurea».