Morti a causa delle ambulanze del 118 non medicalizzate? «Un medico fa le stesse cose di un infermiere»
All'indomani dell'ennesimo caso di una morte sospetta a Corigliano-Rossano, che sarebbe stata provocata dall'assenza del medico in ambulanza, interviene il Nursind: «Il medico, sul territorio, può fare poco di più senza strumenti avanzati»
CORIGLIANO-ROSSANO - Drammi che si consumano per strada, morti sospette e tanti interrogativi. Uno su tutti: fatto salvo che la fase critica del primo soccorso, prima dell'accesso in ospedale, soprattutto per le patologie cardiocircolatorie, è determinante, cambia qualcosa se ad occuparse è un infermiere invece che un medico? È un dibattito acceso quello che continua a fomentare la polemica attorno al sistema di emergenza 118 in Calabria, riguardo alla competenza e al ruolo degli infermieri a bordo delle autoambulanze. Una polemica che è ritornata nuovamente ad acuirsi all'indomani di un episodio di cronaca, riportato domenica scorsa anche dall’Eco dello Jonio che ha raccolto la denuncia per la sospetta morte di uomo, avvenuta a seguito di un intervento di soccorso del Suem 118 che a bordo non aveva il medico. Nicodemo Capalbo, Dirigente Sindacale della Nursind Cosenza, ha voluto condividere il suo punto di vista tramite una lettera aperta, sottolineando che la vera sfida non è la mancanza di medici, ma piuttosto l’insufficienza di tecnologie adeguate che possano supportare il personale sanitario nell’emergenza territoriale.
Ho letto con attenzione gli articoli riguardanti l'ennesimo dibattito tra medici e infermieri, l'ennesimo attacco alle autoambulanze con Infermiere, nel sistema del 118 in Calabria, scaturito da alcuni articoli di giornali, riguardante, purtroppo, la morte di un paziente. Senza entrare in merito alla causa del decesso, dove ovviamente sarà la magistratura a individuarne le cause.
Devo dire che non posso che essere perplesso riguardo al "dove" si stia portando, ancora una volta, la questione, delle Autoambulanze India (ovvero con il solo Professionista Sanitario Infermiere, che ricordo lavora sempre con preparazione professionale e Algoritmi Clinico Assistenziali).
Nella realtà del soccorso avanzato è ormai evidente che gli infermieri che hanno seguito un percorso formativo specifico possano assumere ruoli cruciali sul campo, proprio grazie alla loro formazione specifica; quella che talvolta, in astratto, potrebbe mancare a chi specialista non è e che, in qualche modo, possa sentire concorrenti altre figure sanitarie.
Un esempio personale recentemente raccontato mi fa riflettere su questo: un medico del 118, mi raccontava di un intervento in appoggio all'ambulanza infermieristica, dove aveva trovato il paziente già intubato, con accessi venosi posizionati e adrenalina somministrata, tutto secondo procedure, protocolli, "proto-teste" e ciò che è annoverabile come evidenza scientifica. Si è chiesto: "Cosa posso fare di più?".
La risposta è semplice: il medico, sul territorio, può fare poco di più senza strumenti avanzati che sono tipicamente ospedalieri.
Gli infermieri, con una preparazione mirata, un po' come avviene in gran parte del Nord Italia, da tempo in tutto il mondo, possono svolgere efficacemente molti compiti, che un tempo sarebbero stati intesi come di competenza medica, riducendo la necessità di medici sul territorio, permettendo al sistema di sfruttare quelle competenze laddove sono più necessarie.
Credo fermamente che sia ora di guardare al futuro e di collaborare per far riconoscere il valore di un sistema di emergenza integrato, dove gli infermieri possono lavorare con l'autonomia propria dell'emergenza territoriale.
La storia lo insegna: un tempo si assaggiavano le urine per tentare la diagnosi, oggi fortunatamente ci sono i laboratori analisi. Mi chiedo se anche al tempo dell'istituzione del laboratorio analisi, con tanto di tecnici di laboratorio, i medici generici avessero posto tanti problemi.
Il progresso e la specializzazione sono inevitabili in ogni settore, incluso quello sanitario. Gli infermieri devono essere riconosciuti in un percorso specialistico e non devono più essere visti come concorrenti, ma come risorse complementari che rafforzano il sistema di emergenza.
L'evoluzione verso un sistema integrato, dove ogni professionista opera al massimo delle proprie competenze, è la chiave per un'assistenza efficace e tempestiva, a beneficio del paziente.
Nicodemo Capalbo - Dirigente Sindacale Nursind Cosenza