9 ore fa:Sapia (Cisl) sulla proposta di legge regionale anti-caporalato: «Iniziativa positiva»
7 ore fa:Da Castrovillari al Madagascar: screening e cure per i pazienti grazie alla telemedicina
13 ore fa:Un incontro su cultura e innovazione al Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide
14 ore fa:La Madonna del Castello "veglia" su un patrimonio storico minacciato dalle frane
11 ore fa:Cassano, Articolo Ventuno: «Dieci anni di silenzio e un contenzioso da oltre tre milioni»
7 ore fa:A Co-Ro avviati i lavori della commissione per il decentramento per la Nuova Provincia
11 ore fa:Omogeneità territoriale, Mazza (CMG): «La via maestra alla creazione di ambiti ottimali»
12 ore fa:Lavori Sibari-Crotone, Scutellà (M5s): «La Regione deve intervenire per limitare i disagi per i pendolari»
10 ore fa:Calopezzati, dimissioni Caruso: arriva il ringraziamento di Fratelli d’Italia
8 ore fa:Rigenerazione urbana, partiti gli scavi di verifica archeologica a Cantinella

Baker Hughes ha attivato il Piano B, pronto il ricollocamento dell'investimento in un altro porto

3 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO - La vicenda legata all'insediamento industriale di Nuovo Pignone Baker Hughes nel porto di Corigliano-Rossano si trova in una fase critica e di apparente stallo, che continua ad essere segnata – come tante altre vertenze della terza città della Calabria – da un silenzio assordante, sia delle istituzioni ma soprattutto della società civile. Alla gente di questo angolo di Calabria sembra davvero non interessare nulla, nel bene o nel male, di quello che gli accade attorno. E questo perché non si schiera e chi lo fa, spesso, è spinto da sentimenti ideologici o da interessi.

La notizia delle ultime ore, però, è che Nuovo Pignone BH starebbe valutando la ricollocazione dell’investimento. A Firenze, dove ha sede la multinazionale metalmeccanica, avrebbero avviato le fasi di attuazione del cosiddetto Piano B. Cosa sappiamo di questo Piano? Praticamente nulla. Solo che non prevede un investimento a Corigliano-Rossano o nella Calabria del nord-est. E questo perché alla società serve un porto.

La società, ricordiamo, aveva presentato un progetto ambizioso e di grande rilevanza economica per il territorio, proponendo l'utilizzo di alcune banchine del porto di Corigliano-Rossano per dar vita a un'industria metalmeccanica focalizzata sull'assemblaggio e la verniciatura di grandi componenti destinati all'estrazione del gas. Un investimento stimato in 60 milioni di euro, con la creazione di 200 posti di lavoro diretti e una notevole spinta economica per l'indotto della piana di Sibari.

Il progetto, nonostante le sue promettenti prospettive economiche, ha incontrato la resistenza del Comitato "Giù le Mani dal Porto," mentre il resto della cittadinanza, come dicevamo, è rimasto in gran parte indifferente, silente, incapace di concretizzare un’opinione delegando tutto, come sempre, al sindaco e all’Amministrazione comunale. Ed è stato proprio il Comune, nelle settimane scorse, a presentare un ricorso alla Presidenza della Repubblica contro l'autorizzazione unica ZES rilasciata dal Presidente dell'Autorità di Sistema dei porti del Tirreno meridionale e dello Jonio. Il sindaco Flavio Stasi, insieme agli uffici comunali, di fatto, contesta la validità dell'autorizzazione, citando un "impasse di grande rilevanza" legato ai termini autorizzativi della Conferenza dei Servizi.

Dietro questo scontro legale si cela – nemmeno più di tanto - una questione ancora più complessa e cruciale: la mancanza di un piano regolatore portuale aggiornato, il cui stato attuale risale agli anni '70 e non prevede la possibilità di insediamenti industriali. Questa situazione ha messo in stallo l'intero processo, creando l’attuale clima di incertezza.

Nelle ultime settimane, quindi, Baker Hughes ha manifestato l'intenzione di rivedere il proprio investimento nel caso in cui la questione non si risolvesse rapidamente. L'azienda, infatti, non può permettersi di tenere congelati ingenti capitali e sta quindi valutando altre opzioni, tra cui il ricollocamento del progetto, forse in Puglia (nel porto di Taranto) o addirittura sempre in Calabria ma a Crotone, dove c’è già un’altra azienda metalmeccanica a “miglio zero” che sfrutta le potenzialità del porto per l’import-export di manufatti industriali. Non esiste, sicuramente, nessun piano differente rispetto alla proposta iniziale che includa Corigliano-Rossano.

È totalmente da escludere che l'azienda prenda in considerazione la proposta fatta dal sindaco - che comunque non vorrebbe perdere l'investimento quantomeno per non ritrovarsi addosso i sindacati che sono sempre stati uno dei suoi punti di forza anche dal punto di vista elettorale e politico - in una delle ultime interlocuzioni; cioè di insediare l'industria nel retroporto, nella zona industriale di Corigliano.

Di fatto, questo stallo rischia di trasformarsi in un harakiri per la città e per il territorio, già alle prese con una difficile situazione economica, con una qualità della vita che stenta a decollare e con un reddito pro-capite tra i più bassi dell’intero Paese. L'insediamento di Baker Hughes potrebbe rappresentare la più grande opportunità di sviluppo economico negli ultimi decenni, paragonabile alla “rivoluzione industriale” portata dall'ENEL sempre in questo territorio negli anni '70. La possibilità di creare nuovi posti di lavoro e alimentare un indotto economico vitale potrebbe svanire, compromessa da quella che molti vedono come una disputa amministrativa e una mancanza di visione strategica.

I sindacati, che finora hanno mantenuto un rapporto di forza con l'amministrazione comunale, sono pronti a far sentire la loro voce per evitare la perdita di un investimento così significativo. La questione è quindi lungi dall'essere risolta, ma una cosa è certa: il futuro economico di Corigliano-Rossano è appeso a un filo sottile, e le decisioni che verranno prese nei prossimi giorni saranno determinanti per il destino del porto, di Corigliano-Rossano e dell’intera Calabria del nord-est.

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.