Vertenza Nuovo Pignone BH, Stasi farà ricorso contro l'autorizzazione ZES dell'Autorità Portuale
Il primo cittadino: «Per me quella procedura è sbalgiata». Il presidente Agostinelli: «Capisco il sindaco ma l'Avvocatura distrettuale ha detto tutt'altro». La "carta bollata", però, potrebbe allontanare definitivamente l'investimento dell'azienda
CORIGLIANO-ROSSANO - «Per me l’autorizzazione unica che hanno rilasciato non è valida, perché non è supportata da un’apposita conferenza dei servizi. Ho chiesto più volte di ritirarla, per evitare di ritrovarsi con un mio ricorso. Non è mai bello che un’istituzione faccia ricorso contro un’altra istituzione. Politicamente parliamo senza dubbio di un investimento molto serio, ma va fatto fuori dalla delimitazione portuale. Non occupando la banchina o almeno occupandola parzialmente, non con 10mila metri quadrati». Queste le parole del sindaco Flavio Stasi, estratte dalla lunga e articolata intervista rilasciata nei giorni scorsi al Quotidiano del Sud, che riaprono, dopo i silenzi della parentesi elettorale, la vertenza Nuovo Pignone Baker Hughes che insieme alla Nuova Statale 106 rappresenta l’altra grande questione del territorio e della città.
Stasi, che ha avuto modo di conoscere e apprezzare l’attività della multinazionale italo-americana che opera nel campo della metalmeccanica d’avanguardia e che in Calabria ha un importante stabilimento produttivo a Vibo Valentia, non chiude le porte all’investimento. Anzi, rilancia: «Baker Hughes, che è un’azienda seria, deve fare un investimento diverso». E il riferimento è al fatto che il nuovo sito produttivo che Nuovo Pignone BH vorrebbe impiantare nella Sibaritide, a parere del Primo cittadino e del comitato a difesa del porto, andrebbe realizzato nel retroporto, lì dove c’è l’area industriale di Corigliano e ci sarebbero spazi per l’investimento.
Un investimento, però, che – come scrivevamo nelle settimane scorse – ha già ricevuto l’autorizzazione dell’Autorità di Sistema portuale dei Bacini del Tirreno meridionale e dello Jonio, per essere realizzato proprio all’interno della grande darsena di Corigliano-Rossano e per il quale la società toscana avrebbe già avviato i colloqui per ingaggiare i manager per la realizzazione del piano.
«La procedura autorizzativa è sbagliata»
Ma è proprio l’autorizzazione unica Zes rilasciata dall’Autorità portuale il problema, contro la quale Stasi ha annunciato che il Comune opporrà ricorso. E qui potrebbe cambiare tutto. «Il ricorso – ha detto sempre il Sindaco nell’intervista al Quotidiano del Sud - non è una scelta. Se la procedura è sbagliata, è una questione di tutela della trasparenza proporre ricorso. Perché oggi è Baker Hughes, azienda seria e affidabile. Domani, magari, è un “prenditore” internazionale o speculatore che fa la stessa cosa. Non si può correre il rischio di creare un precedente».
«L'Avvocatura distrettuale dice tutt'altro rispetto all'opinione di Stasi»
C’è, ovviamente, chi non la pensa così. Su tutti il presidente dell’Autorità portuale, l’ammiraglio Andrea Agostinelli, che è sicuro di aver fatto tutte le procedure giuste “in casa propria”. «Prendo atto – dice il presidente dell’Ente di gestione dei porti calabresi sentito a riguardo dall’Eco dello Jonio - dell’opinione del sindaco Stasi. Poi, però, - aggiunge - bisogna tenere anche in considerazione il parere dell’Avvocatura distrettuale di Catanzaro, alla quale nelle settimane scorse abbiamo chiesto riscontri proprio rispetto alle perplessità del Primo cittadino. E questo parere ci dice l’esatto contrario di quello che dice Stasi. Anzi, sottolinea come Stasi, alla luce dell’autorizzazione unica, sia obbligato a rilasciare i permessi richiesti dall’investitore».
Intanto Nuovo Pignone BH starebbe già pensando al Piano B
Insomma, una vicenda complessa che se dovesse finire alla carta bollata potrebbe anche mettere la parola fine a tutto il circus di questi ultimi mesi. E questo per un motivo molto semplice: Nuovo Pignone BH, così come ogni azienda privata, ha necessità di avviare subito gli investimenti programmati che certamente deriveranno da prime e importanti commesse che la società ha già chiuso. Perdere tempo tra ricorsi e tribunali è certamente un inghippo economicamente rilevante, e socialmente insostenibile ancor più se poi si dovesse trovare di fronte un territorio ostile. Nulla di più facile, allora, che nelle stanze di Via Matteucci a Firenze si starebbe già pensando concretamente ad un Piano B per bypassare il porto di Corigliano-Rossano e individuare nuove soluzioni.
Soluzioni, però, che non prescindono da un porto. E questo lo dice chiaramente Agostinelli. «Ripeto, rispetto tantissimo le opinioni e i pareri di tutti e il mondo ideale che ognuno vorrebbe costruire nella propria soggettività. Poi, però, bisogna fare i conti con la realtà. Pensare ad un investimento fuori dal porto – sottolinea il presidente dell’Autorità di Sistema - significa pensare a qualcosa che non è nelle corde di questo progetto. Queste, però, sono strategie dell’investitore. Io posso rispondere per i documenti che ho in mano e per mettere a terra l’investimento per quel tipo di progetto non c’è altra via rispetto alla prospettiva proposta. Questo progetto, così per come strutturato, richiede una logistica di banchina che non può essere fatta fuori dal porto. E su questo, mi pare, non ci sia molto da ragionarci sopra».