Discariche nelle periferie di Co-Ro: aumentano i cumuli di rifiuti abbandonati dai cittadini
Tantissime aree periferiche della città sono diventate vere e proprie discariche a cielo aperto piene di rifiuti, anche ingombranti. Per i trasgressori sono in arrivo sanzioni e l’installazione di nuove fototrappole

CORIGLIANO-ROSSANO – A circa due mesi dall’inizio dalla raccolta differenziata tramite la modalità del porta a porta spinto promosso da Ecoross, nell’aree urbane di Corigliano e Rossano è stato differenziato circa il 73% dei rifiuti. Ad annunciarlo è stato proprio il sindaco Flavio Stasi che in una nota di qualche giorno fa si era detto soddisfatto per i risultati raggiunti e orgoglioso della risposta della cittadinanza.
Ma alle buone pratiche portate avanti da tanti cittadini, si contrappongono le pessime e dannose abitudini di coloro che continuano ad abbandonare grossi quantitativi di immondizia lungo le strade periferiche della città. Tra i rifiuti anche elettrodomestici, arredi e ingombranti che formano vere e proprie discariche a cielo aperto. C’è chi preferisce, infatti, caricare la propria auto e scaricare i rifiuti in zone poco battute anziché recarsi nei centri di raccolta (o isole ecologiche) e lasciare lì – gratuitamente – tutto quanto necessita di essere smaltito e correttamente conferito.
Il problema principale, oltre che di salvaguardia ambientale, di civiltà e di decoro urbano, risiede nel fatto che molti di questi rifiuti posso risultare pericolosi, come nel caso degli ammassi di immondizia rinvenuti nelle piazzole della statale 106 che gli operatori hanno dovuto prontamente sgomberare perché impedivano la sosta ai veicoli in transito.
Per questo motivo sono state attivate varie fototrappole e inviate le prime multe ai furbi che, noncuranti delle conseguenze, continuano ad assumere comportamenti irrispettosi e incivili. Più di 60 sono state le sanzioni elevate nelle ultime settimane e altre ne seguiranno anche grazie all’installazione di nuovi dispositivi di rilevamento dei trasgressori sul tutto il territorio comunale.
Intanto la Regione Calabria, proprio in virtù delle nuove politiche tese a salvaguardare l’ambiente e i territori, ha detto stop a nuove discariche e/o all’ampliamento di quelle esistenti.
«Il rilancio di una Regione – ha dichiarato di recente il Presidente Roberto Occhiuto - passa anche e soprattutto attraverso la convinta e coraggiosa salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini. In Calabria, a causa del Piano rifiuti del lontano 2016, era possibile costruire nuove discariche seguendo esclusivamente un criterio localizzativo - il ‘fattore pressione discariche comunale’ - riferito al territorio comunale, con un valore limite fissato pari a 110.000 metri cubi di rifiuti per chilometro quadrato. Una maglia troppo larga che in questi anni ha permesso alcuni eccessi, un principio tutt’altro che limitante e che non garantiva alcuna tutela per nessuno dei Comuni calabresi, soprattutto per i più piccoli. Per queste ragioni la Giunta della Regione Calabria ha deciso di intervenire per tramutare quella che era una tutela meramente formale in una tutela realmente sostanziale».
Il cosiddetto ‘fattore pressione comunale’ è stato modificato in modo stringente: «Passiamo – ha precisato il Presidente - dai 110.000 metri cubi di rifiuti per chilometro quadrato al nuovo limite di 70.000 metri cubi di rifiuti per chilometro quadrato - ed è stato introdotto un ulteriore livello di tutela, innovativo rispetto al Piano precedente, con la previsione e individuazione di un ‘fattore pressione discarica areale’. Mentre quello ‘comunale’ è tarato sui confini amministrativi dei singoli Comuni, il ‘fattore areale’ prenderà in considerazione aree più vaste evitando così una eccessiva concentrazione di discariche nella stessa zona: la soglia individuata, ritenuta adeguata, è pari a 50.000 metri cubi di rifiuti per chilometro quadrato».
«In Calabria – ha poi concluso - sarà molto più difficile, direi quasi impossibile, costruire nuove discariche o ampliare quelle esistenti; e gli impianti ormai fuori legge, in relazione ai nuovi parametri che abbiamo introdotto, dovranno scegliere tra il mettersi al più presto in regola o chiudere per sempre i battenti».