Verso un'altra estate anonima, nella Calabria del nord-est manca una destinazione unica
Tra Bandiere Blu e Verdi il turismo di massa continua a rimanere una chimera perché ogni comune aspira a crescere come una cellula armoniosamente isolata. La banchina crocieristica? Una scusa che non risolverà il problema

CORIGLIANO-ROSSANO – Quattro Bandiere Blu per la qualità del mare, dell’ambiente e dei servizi connessi; altrettante Spighe Verdi per la tipicità e unicità rurale; due Bandiere Verdi per le spiagge (e servizi) a misura di bambino: zero prospettiva di sviluppo. Sono i paradossi, gli ossimori della Calabria del nord-est e della Sibaritide, che si appresta a vivere un’altra estate anonima. Cosa manca? Una destinazione, manca la prospettiva di un territorio che nella sua diversità potrebbe focalizzare l’intera sua attenzione (turistica) sul più grande attrattore di riferimento: Sybaris.
Con questi numeri la Sibaritide potrebbe vivere di solo turismo, atteso che qui, in quest’area, gravita il 42% dei posti letto ricettivi dell’intera regione che nel suo complesso sfiorano le 200 mila unità. Eppure gli effetti di questi numeri e potenzialità dirompenti non si vedono. I comuni, per fare presenze, hanno ancora bisogno di proporre eventi “a gratis” e le strade, i vicoli, le piazze dei centri storici, così come le tante promenades che si affacciano sullo Jonio, rimangono puntualmente deserte di turismo (tranne qualche eccezione) durante l’intera stagione estiva.
Chiamarsi Sibari, da Rocca Imperiale a Cariati, passando per Corigliano-Rossano, non sarebbe un’offesa. Anzi. Ri-costruire tutta la narrazione di questo territorio, facendo leva sulla storia e sul mito della più grande, straordinaria e magnifica delle colonie della Magna Graecia, senza perdere identità (anzi rafforzandole) potrebbe essere la vera chiave di volta per attrarre la curiosità e l’interesse del turismo di massa, quello globale. Quello che si muove ad ogni costo (anche dove non ci sono strade!) e quello che potrebbe arrivare sulle nostre coste anche attraverso il mercato crocieristico. Un po’ quello che avviene in Grecia da decenni.
La Grecia più che la sua storia visibile nei suoi reperti, vende – in termini turistici - la sua leggenda, il suo mito. A Cefalonia, una delle isole ioniche, arrivano le navi crocieristiche. Ne arrivano tante ogni settimana. E arrivano nel nulla (per l’attracco c’è solo un ponte galleggiante per ancorare le navi). I panorami da visitare sono belli, sicuramente non più belli di quelli della Calabria del nord-est. Però, nel nulla ci sono servizi e soprattutto c’è la curiosità della narrazione e della destinazione. Da Cefalonia, infatti, partono le visite per l’isola di Itaca: un luogo leggendario, la patria di Ulisse. Il sito archeologico di per sé, messo a confronto - un esempio su tutti – con gli scavi di Castiglione di Paludi, è praticamente nullo. Eppure lì, sulla scia del Mito, viaggiano centinaia di migliaia di persone ogni anno. Ma lo stesso di potrebbe dire per tante altre località elleniche. Ecco, lì sono stati bravissimi a creare una narrazione efficace per una destinazione.
Tutto questo nella Sibaritide è solo una lontanissima proiezione. Già, perché, fatte salve alcune iniziative private, che proprio attorno al mito magnogreco di quest’area della Calabria e del Mediterraneo hanno saputo costruire uno storytelling efficace (a riferimento si potrebbe prendere l’iniziativa imprenditoriale della famiglia Marino con l’acquapark Odissea 2000) per il resto c’è il nulla. Da sempre.
E questo perché si rimane “abbarbicati” su concetti e preconcetti che non servono a niente. E che non portano alcun miglioramento. Lo dimostrano plasticamente i numeri. I prestigiosi riconoscimenti di cui ogni anno molte località del territorio si fregiano non servono praticamente a nulla (se non a riempire di ormoni l’ego degli amministratori di turno) nel quadro complessivo del territorio. Dal momento che la condivisione di una prospettiva di sviluppo comune e territoriale fa ribrezzo a tanti. Tante piccole cellule che crescono armoniosamente isolate che se messe insieme, in rete, potrebbero fruttare una economia decuplicata rispetto a quella che esprime ora.
Destinazione ampia e condivisa (un nome per tutti) come è stato fatto per esempio in Salento; programmazione e servizi territoriali condivisi; narrazione nuova, efficace ed entusiasmante. È così che si muove, oggi, l’economia del turismo, corredata dai diversi fregi e riconoscimenti. È così che si riempiono le strutture ricettive e allo stesso tempo i musei, i centri storici, le strade, le botteghe e i locali del territorio. È così che arrivano le navi da crociera, anche senza la necessità di una banchina crocieristica… ad hoc!
in copertina: la foto del punto di attracco delle navi da crociera a Cefalonia