Campagna elettorale e disabili: «Serve assumere impegni chiari. Adesso»
L'Associazione che sostiene le persone con disabilità intellettive e del neurosviluppo sottopone un documento ai candidati a sindaco di Corigliano-Rossano «per mettere in campo politiche rispettose dei diritti umani delle persone con disabilità»
CORIGLIANO-ROSSANO - L'associazione Anffas (Associazione Locale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e del Neurosviluppo) ha inteso sottoporre un documento a tutti candidati alla carica di Sindaco nel comune di Corigliano-Rossano e ai partiti politici in vista delle prossime amministrative 2024.
Il documento ha come finalità quella di riassumere impegni e proposte che l’Associazione, in rappresentanza dei soci, richiede a tutti i soggetti candidati di inserire nei propri programmi, per mettere in campo politiche rispettose dei diritti umani delle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo e dei loro familiari.
Come spiegano, «lo slogan “la persona al centro” sta a significare che tutto ciò che si progetta, attua e realizza deve avere come obiettivo principale la migliore qualità di vita possibile per le persone destinatarie ed il rispetto della loro dignità. Vogliamo un futuro che contribuisca a costruire un nuovo modello di sviluppo equo, inclusivo e sostenibile, come indicato dalle nazioni Unite negli Obiettivi 2030, dove i diritti delle persone con disabilità ed i connessi servizi siano resi concretamente esigibili e considerati a tutti gli effetti livelli di intervento e servizi essenziali ed inderogabili».
Nulla su di noi senza di noi
«Va garantito - sottolineano - il diritto delle associazioni alla partecipazione e consultazione in occasione della emanazione di atti di natura programmatoria e regolamentare in condizioni di parità con altri soggetti rappresentativi di interessi collettivi. Al contempo ribadiamo la necessità che le persone con disabilità intellettive e con disturbi del neurosviluppo, adeguatamente supportate, siano rese sempre più direttamente protagoniste nei vari contesti di loro riferimento.
Concreta attuazione della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità
«Il faro di riferimento di tutte le politiche - proseguono - deve necessariamente essere la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità ratificata dall’Italia con L. 18/2009. È necessario garantire la piena applicazione dei principi ivi contenuti, facendo sì che i diritti siano resi immediatamente individuabili, non variamente interpretabili, e quindi maggiormente esigibili. Alla base, andranno sempre posti i principi di pari opportunità, non discriminazione ed inclusione sociale».
Progetto globale di vita (art. 14 L. 328/2000)
«La redazione di un progetto di vita individuale e personalizzato nel rispetto dell’articolo 14 della L. 328/2000 - spiegano ancora - deve divenire un modus operandi ordinario nella nostra città. Il progetto individuale rappresenta lo strumento più idoneo a garantire che ogni persona con disabilità possa veder realizzato un progetto di Vita partendo dai propri desideri, dalle proprie aspettative e preferenze e sancendo come diritto inderogabile quello di ricevere tutti i supporti necessari e sostegni indicati nel progetto stesso. Inoltre va definito il budget di progetto, con l’indicazione delle risorse umane, economiche e strumentali necessarie per garantire i sostegni indicati nel progetto stesso. La valutazione biopsicosociale in approccio multidimensionale e multiprofessionale con il diretto e pieno protagonismo della persona con disabilità e di chi lo rappresenta deve essere garantita attraverso una nuova e capillare infrastrutturazione sociale che superi e sostituisca le vigenti inidonee unità di valutazione nelle attuali e diverse articolazioni. Tramite il progetto vengono individuati i sostegni necessari in termini di qualità, quantità e intensità per garantire ad ognuno la migliore qualità di vita possibile e la massima partecipazione sociale nel proprio naturale contesto di vita. Occorre inoltre una verifica costante e dinamica degli esiti e dell’impatto di quanto posto in essere in termini di miglioramento concreto di uno o più degli 8 domini della qualità della vita riconosciuti a livello internazionale. La redazione del progetto individuale di vita è condizione essenziale per garantire il diritto alla inclusione sociale delle persone con disabilità».
Adeguato finanziamento dei fondi per le politiche sociali
«Al fine di garantire che tutte le persone, comprese quelle con disabilità, possano disporre di adeguati sostegni e servizi per la loro migliore qualità di vita e possano veder rispettati i diritti costituzionalmente garantiti è indispensabile che vengano allocate adeguate risorse e che vengano adeguatamente finanziati i piani di zona».
Isee e compartecipazione al costo dei servizi
«Nel corso degli anni - osservano - si è registrato un aumento progressivo della richiesta di compartecipazione al costo da parte delle famiglie per le prestazioni sociali agevolate, ovvero per tutti quei servizi e supporti essenziali per una buona qualità di vita delle persone con disabilità. Si ritiene che laddove sia prevista la compartecipazione al costo dei servizi da parte delle famiglie, in base all’ISEE, la stessa debba essere sostenibile per la famiglia stessa, altrimenti non si tratterebbe appunto di una compartecipazione, bensì del mero camuffamento del pagamento di una prestazione».
Inclusione scolastica
«La scuola rimane un luogo naturale per avviare processi di reale inclusione sociale delle persone con disabilità in età evolutiva, nonché per favorirne l’acquisizione di adeguate competenze ed abilità in vista della partecipazione attiva al contesto sociale e di un futuro inserimento nel mondo del lavoro in tutti i casi possibili. Bisogna lavorare attivamente per un futuro dove ciascun alunno con disabilità deve poter accedere all’educazione ed istruzione secondo i giusti e personalizzati supporti, sostegni e strategie che pongano lo stesso in condizione di pari opportunità rispetto ai suoi compagni, partendo dal suo protagonismo come Persona. Il riferimento è dato dall’art. 24 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Il comune è chiamato a dare piena attuazione al diritto di studio in condizioni di parità e non discriminazione e a qualificare il sistema scolastico per garantire lo sviluppo della persona ed il suo pieno inserimento nella società».
Inclusione lavorativa
«Nell’articolo 27, dedicato al lavoro ed occupazione, la citata Convenzione ONU - ricordano - riconosce il diritto delle persone con disabilità al lavoro, includendo in ciò l’opportunità di mantenersi attraverso la propria attività lavorativa e la libertà di scelta all’interno di un ambiente lavorativo inclusivo ed accessibile. Lavorare è, per ogni persona, un diritto-dovere che assume un valore fondamentale non soltanto dal punto di vista prettamente economico e remunerativo, ma anche per le sue implicazioni sociali e psicologiche, con impatto determinante sulla qualità della vita. Un efficace inserimento lavorativo può essere importantissimo per le persone con disabilità per accrescere il proprio senso di autoefficacia, autostima ed autorealizzazione, orientare le proprie attività verso qualcosa di “utile” e “produttivo”, potenziare le proprie competenze, l’autonomia e il senso di adultità, promuovere l’arricchimento personale, relazionale, ed al tempo stesso rappresenta uno dei passaggi fondamentali e centrali nel processo di inclusione sociale. Investire per creare opportunità di lavoro significa avere cittadini con pari diritti, ma anche con pari doveri. Molte persone con disabilità possono lavorare e partecipare da protagonisti allo sviluppo economico e sociale del Paese e pertanto si richiede un formale impegno a creare concrete opportunità, dando piena applicazione alla Legge 68/99 e potenziando il sistema di formazione professionale. Parimenti vanno potenziate altre misure come i Tirocini di Inclusione Sociale o altre tipologie di intervento che consentano un approccio anche graduale al mondo del lavoro».
Accessibilità alla formazione ed informazione per le persone con disabilità intellettiva (art. 21 Convenzione ONU)
In più: «Le persone con disabilità intellettiva o con disturbi del neurosviluppo hanno diritto ad accedere all’informazione, alla formazione ed alla cultura in condizioni di pari opportunità con gli altri. Questo aspetto dell’accessibilità è però nel nostro Paese fortemente trascurato, mentre molte esperienze esistono in altri Paesi europei. Occorre quindi mettere in campo e sviluppare strumenti e buone prassi, quali soprattutto il linguaggio facile da leggere e da comprendere, per rendere le opportunità di formazione ed informazione pienamente accessibili».
Progetti di vita indipendente e legge 112/2016 sul dopo di noi
«Anche l’attuazione della legge 112/2016 ha registrato interventi a macchia di leopardo sul territorio. Il riferimento normativo è dato dall’art. 19 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, che hanno il diritto di scegliere il proprio luogo di residenza, dove e con chi vivere, senza essere obbligati a vivere in una particolare sistemazione abitativa».
Servizi
Infine: «I servizi preesistenti devono essere ripensati in modo da evitare che le persone si debbano adattare ai servizi, in quanto sono i servizi che invece si devono adattare alle persone, attraverso lo strumento della progettazione individualizzata. Occorre predisporre norme atte ad attuare una progressiva deistituzionalizzazione e contrasto ad ogni forma di segregazione e emarginazione sociale, nonché a prevenire episodi di violenze e maltrattamenti. Deve essere garantita la presa in carico tempestiva ed il più possibile precoce ed adeguata dei bambini e bambine con disabilità e loro familiari . Si auspica inoltre il coinvolgimento attivo ai sensi dell’art. 55 del Codice del Terzo settore attraverso forme di co-progettazione, co-programmazione e accreditamento per soddisfazione di bisogni o realizzazione di interventi individuati dalla Pubblica Amministrazione, come sancito dalla recente sentenza della Corte Costituzionale n. 131/2020».