5 ore fa:Ecco i vincitori del premio Troccoli Magna Graecia sezione "Scuola"
7 ore fa:Cassano Jonio, Falbo chiede interventi decisi per il futuro dei balneari
6 ore fa:Asp Cosenza, Graziano incontra le organizzazioni sindacali confederali Territoriali
8 ore fa:Amministrative, A Corigliano-Rossano sarà corsa a tre: c'è anche Domenico Piattello
8 ore fa:Strada Statale 106, completato lo scavo della galleria naturale Roseto 1 - VIDEO
5 ore fa:Forestazione, per Fai-Flai-Uila Calabria è urgente un ricambio generazionale
7 ore fa:Si intensificano i controlli della Polizia di Stato nella provincia di Cosenza
6 ore fa:Calopezzati, il Sindaco Giudiceandrea risponde alla minoranza: «Cambiate l’esperto di bilancio!»
4 ore fa:Longobucco, auto finisce in un burrone: muore un 72enne rossanese
5 ore fa:Frascineto, Raffaella Tamburi annuncia la sua candidatura a Sindaco

Si cerca un compromesso per non “chiudere” la ferrovia jonica in estate

1 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – C’è sempre una spada di Damocle che pende sulla testa dei cittadini della Calabria del nord-est, nella buona e nella cattiva sorte. La storia dell’elettrificazione della linea ferroviaria jonica rischia di diventare una vicenda grottesca: un’opera attesa da sempre che, però, potrebbe tramutarsi in una bolgia infernale di disagi, sicuramente evitabili con una corretta programmazione. Che nella Calabria jonica si sia persa da anni la cultura del treno è un fatto risaputo, comprimere – però – anche quel poco che resta di mobilità ferroviaria e che si accentua perlopiù nel periodo estivo potrebbe tramutarsi in un duro colpo per l’economia turistica. Bisogna evitare tutto questo e in Regione, in queste ore, si sta lavorando affinché ci possa essere una pianificazione diversa, più concreta dei lavori di elettrificazione e ammodernamento della linea Sibari-Catanzaro, se questi incidano catastroficamente sulla stagione estiva.

Il “problema” di fondo – se così lo si può definire – è rappresentato dal fatto che questo intervento ricade tra quelli finanziati con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che ha un timing rigido entro il quale devono essere avviati e completati i lavori, pena la sottrazione delle risorse. I lavori dovrebbero concludersi entro 120 giorni (4 mesi senza considerare imprevisti) e l’ultimazione non potrà avvenire oltre il quarto trimestre del 2024. Praticamente, il cronoprogramma non consente molte manovre.

Entro fine febbraio, come annunciato nei giorni scorsi dal senatore Ernesto Rapani, dovrebbe essere aggiudicata la gara d’appalto e da lì i lavori dovrebbero partire immediatamente.

Le attività di ammodernamento prevedono sostanzialmente tre interventi: la revisione e sostituzione dei travetti dei viadotti (alcuni dei quali risalgono al post alluvione degli anni ’50); la realizzazione delle sottostazioni elettriche che dovranno approvvigionare la linea; la posa dei pali, dei pantografi e del filo elettrico (che quasi sicuramente dovrebbe essere l’ultimo step dell’opera).

Sono tutti lavori che richiedono obbligatoriamente la chiusura della linea? È questa la domanda che si stanno ponendo, in queste ore, anche gli uffici regionali dell’assessorato ai trasporti, guidato dalla leghista Emma Staine. Ci deve essere per forza di cose una soluzione per evitare che i lavori paralizzino il traffico ferroviario nel periodo in cui si lavora di più, se si considera che molti degli utenti delle strutture turistico-ricettive del territorio della Calabria del nord-est utilizzano proprio il treno come mezzo per raggiungere i servizi.

La sensazione è che i lavori, ad ogni modo, inizieranno con tempestività (non fosse perché diversamente si perderebbero i finanziamenti del PNRR e sarebbe un guaio!) e nel frangente bisognerà valutare ogni utile iniziativa per non fermare le corse tra giugno e settembre. Non è impossibile, basta solo valutare – è il caso di dire – ogni utile coincidenza tra i lavori ed il passaggio delle locomotive.     

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.