5 ore fa:Scutellà (M5s): «Il Governo ha annunciato di voler eliminare la Decontribuzione Sud»
3 ore fa:Paludi, fratelli Fonsi: «Non c'è qualità senza benessere animale»
4 ore fa:Nella Sibaritide uno dei tratti di mare più puliti d’Italia. Ma non basta questo per un turismo di qualità
1 ora fa:Straface: «Stasi porta avanti la campagna elettorale con i soldi dei cittadini»
3 ore fa:Saracinema, il Festival irregolare è pronto ad aprire i battenti
4 ore fa:A Corigliano-Rossano torna il Maggio dei Libri
2 ore fa:Nasce Ethnikitchen, il progetto sulle cucine del mondo accolte presso il Sai di San Basile
2 ore fa:Terme Sibarite Spa chiude in utile il bilancio 2023
42 minuti fa:Cimitero Cassano: Papasso preoccupato delle condizioni di alcune aree
5 ore fa:I piatti del Majorana spopolano sui social

E intanto Vibo Valentia diventa centro di alta formazione manager… grazie a Baker Hughes

2 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – Intanto a Vibo Valentia succede che Big Academy, uno dei più importanti starter di formazione in management industriale, ha attivato la scuola di alta formazione per manager calabresi. Succede a Vibo, in una delle aree più difficili del Meridione, dove però da anni operano imprese importanti che stanno contribuendo a ribaltare la narrazione, affogata nei pregiudizi, di questa terra.

Tra le aziende dove si produce eccellenza e che è stata individuata proprio dall’importante ente di formazione, c’è proprio Nuovo Pignone Baker Hughes. È sulla multinazionale italo-statunitense che la Big Academy dalla Toscana ha puntato tutto per creare eccellenze in Calabria, «lasciando intravedere – come ha commentato il docente dell’Università Magna Graecia di Catanzaro e oggi consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, sulla sua pagina Facebook – interessanti prospettive di crescita e segnalando, al tempo stesso, potenzialità che nel territorio vibonese attendono solo di essere incoraggiate e sostenute».

Insomma, un paradosso tutto calabrese. Se in un’area della nostra regione l’investimento di BH viene considerato il grimaldello ideale per la leva dello sviluppo e soprattutto per bloccare, frenare, interrompere quell’emorragia di giovani professionisti che scappano per andare a trovare fortuna altrove; alle latitudini della Sibaritide proprio l’investimento di Baker Hughes porta “tremore ai polsi” a qualcuno e in altri (la maggior parte delle persone) continua a suscitare poco entusiasmo ed interesse.

Il prossimo venerdì 19 gennaio, quando il gotha dell’Autorità portuale di Gioia Tauro insieme proprio al management di Nuovo Pignone BH verranno a Corigliano-Rossano a presentare il Piano industriale, ne vorremmo (e dovremmo voler) sapere tutti di più. Perché – a dirla tutta – la prospettiva di accogliere in una città (che in 5 anni ha perso già 3mila residenti) quasi 200 posti di lavoro, significa garantire dignità a quasi 200 persone; significa offrire prospettiva di “restanza” a circa 200 giovani professionisti che altrimenti troverebbero lavoro altrove; significa iniziare a tracciare una nuova strategia di sviluppo per la Calabria del nord-est.

E tutto questo senza resa e non senza condizioni, che dovranno essere a tutto vantaggio della popolazione.

Giusto, anzi giustissimo, allora, l’approccio della politica e delle istituzioni locali (che alle volte sembrano rinsavire dal torpore!) affinché su questo investimento si apra una concertazione vera, concreta, di prospettiva. Per far cosa? Innanzitutto non perdere l’opportunità di portare in città l’investimento di una delle più importanti società di metalmeccanica avanzata al mondo e, soprattutto, per tracciare un quadro chiaro sulla prospettiva di un Porto che, per quanto è grande, può essere declinato in diversi modi. Bisognerà capire cosa intende fare l’Autorità Portuale per mettere a frutto la grande banchina 1 e le restanti banchine 5-6-7, oltre alla realizzazione della banchina crocieristica e al rilancio generale della stazione marittima, mettendo al primo posto le esigenze della marineria peschereccia.

Ovviamente non lo si può chiedere a BH ma sono risposte che possono venire fuori solo ed esclusivamente da una concreta e costruttiva fase concertativa tra istituzioni.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.