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Domani è la Giornata mondiale degli abbracci: il gesto più bello che abbia inventato il genere umano

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Domani, domenica 21 gennaio, il mondo celebra l’abbraccio, un’intera giornata dedicata a questo gesto, tanto semplice, ma non così scontato come ci ha insegnato la pandemia, quanto meraviglioso, forse la dimostrazione d’affetto e d’amore più alta. Un gesto che significa tanto, sia per chi lo riceve, sia per chi lo dona.

Attraverso l’abbraccio sentiamo il bisogno di ritrovare quel contatto emotivo che nella società di oggi, sempre più frenetica e fragile, in cui i legami sono sempre più social e meno umani, è diventato inusuale.

Fu il reverendo statunitense, Kevin Zaborny, nel 1896, nella cittadina di Clio in Michigan, ad istituire, per la prima volta, una giornata dedicata agli abbracci. Il reverendo, infatti, avvertì che la gente, nel periodo dell’anno che segue la fine delle festività natalizie, è sempre molto triste e nostalgica dei giorni di gioia e condivisione passati insieme alla famiglia e agli amici. Finite le festività ognuno ritorna nel “vortice” della vita di sempre, portandosi dietro questo umore nostalgico. E allora il reverendo pensò bene, per ovviare al problema, di incoraggiare i suoi cittadini ad abbracciarsi, tanto da nascerne una vera e propria festa.

Questa ricorrenza nel giro di pochi anni si diffuse in tutto il mondo. La data scelta, il 21 gennaio, non è casuale: è subito dopo il Blue Monday, il giorno più triste dell’anno.

Oltre a scacciare la nostalgia, l’abbraccio apporta, e a dirlo sono diversi studi scientifici, importanti benefici sia a livello fisico sia a livello mentale. Fa bene alla salute del cuore e a quella emotiva. Abbracciare una persona, soprattutto se sta attraversando un momento difficile, migliorerà il suo umore. Certamente un abbraccio non risolverà o allontanerà il problema, ma potrà donare a chi lo riceve una sensazione di benessere e felicità, quel contatto fisico che dà la certezza di non essere soli. Inoltre, grazie alla produzione di ossitocina, allevia l’ansia e lo stress. E ancora, quale migliore alleato per aumentare l’autostima di sé se non un abbraccio.

Ma per essere efficace e far scaturire anche uno solo di questi benefici non basta un abbraccio qualunque. Sicuramente riceverne e darne il più possibile. Addirittura c’è chi sostiene, come la psicoterapeuta americana Virginia Satir, che «ci servono quattro abbracci al giorno per sopravvivere, otto abbracci per mantenerci in salute, dodici abbracci per crescere». Minimo un abbraccio deve durare 20 secondi e, cosa molto importante, dev’essere un abbraccio sincero, perché «quando abbracciamo qualcuno in modo sincero – dice lo scrittore Paulo Coelho – guadagniamo un giorno di vita».

Luigia Marra
Autore: Luigia Marra

Mi sono diplomata al Liceo Classico San Nilo di Rossano, conseguo la laurea in Lettere e Beni Culturali e successivamente la magistrale in Filologia Moderna presso Università della Calabria. Amo ascoltare ed osservare attentamente la realtà di tutti i giorni. Molto caotica e confusionaria, ma ricca di storie, avvenimenti e notizie che meritano di essere raccontate.