Condizione drammatica a Longobucco: Diritto alla Salute facile preda di promesse puntualmente disattese
I lavori per la nuova Casa di Comunità dovevano iniziare a settembre scorso. Tuona Baratta (CGIL): «Non abbiamo visto nulla». E intanto le giovani coppie scappano via mentre gli anziani restano aggrappati alla speranza

LONGOBUCCO – Sull’erogazione dei servizi sanitari nell’entroterra della Valle del Trionto e nella Sila Greca «siamo ancora alle promesse. Quelle fatte e mai mantenute». La camera del lavoro della Cgil-Longobucco ed il suo segretario, Tonino Baratta, tornano a denunciare lo stato di profondo abbandono e di costante depauperamento di servizi che continua ad interessare l’intero territorio. «A settembre scorso – denuncia Baratta - dovevano iniziare i lavori di ristrutturazione del poliambulatorio da adibire a Casa di Comunità ma al momento non si è mosso ancora nulla».
È una situazione di paralisi drammatica che spinge sempre più le persone, soprattutto le giovani coppie, a lasciare il loro paese d’origine e a trasferirsi sulla costa, dove – seppur in una situazione comunque deficitaria – ci sono più servizi, oppure nell’area urbana di Cosenza. «Così muore il territorio senza alcuna possibilità di rimedio».
Una situazione già precaria alla fine del decennio scorso che si è aggravata ancora di più con l’avvento della Pandemia da Covid-19. «In questi ultimi anni – ricorda ancora Tonino Baratta - si sono persi molti servizi presenti all’interno del poliambulatorio che oggi è praticamente svuotato di quasi tutte le specialistiche». Non ci sono più Ginecologia, Ortopedia, Psichiatria sono scomparsi, mentre Cardiologia, Geriatria, Diabetologia e persino i prelievi del sangue sono stati dimezzati. In barba alle tante rassicurazioni che proprio nell’estate scorsa erano giunte alla popolazione longobucchese.
Liste d’attesa lunghissime
Ancora più grave, inoltre, è la «totale assenza del servizio di medicina legale». Un cittadino e contribuente (giova sempre ricordarlo) anche per una semplicissima prestazione sanitaria è costretto a farsi 40km di sole curve e pericoli, lungo strade dissestate e pericolanti (e qui si apre l’altro capitolo immenso sui drammi della mobilità interna passato agli onori della cronaca nazionale dopo il crollo del viadotto Ortiano).
Non solo, per il servizio specialistico di Cardiologia «ci sono liste di attesa – precisa il segretario della Cgil - fino a maggio»: un’eternità per una popolazione anziana. Così anche per le analisi ematiche. «I prelievi settimanali – denuncia ancora Baratta – continuano ad essere centellinati e per gli esiti ci vogliono (quando va bene) otto giorni».
Insomma, «si sta mettendo in atto un’opera di svuotamento della sanità pubblica senza precedenti a favore della sanità privata e dunque contro le tasche dei lavoratori e dei pensionati». Già, perché alla salute non si comanda e pur di curarsi le persone sono disposte a tutto: anche a sborsare centinaia di euro in una struttura privata o convenzionata pur di trovare soluzione ai propri malanni. È il gioco perverso del nostro sistema sanitario.
Arrendersi? Mai. «Non ci fermiamo e non possiamo arrenderci – dice ancora il sindacalista della Cgil – e se sarà necessario siamo pronti a scendere nuovamente in piazza e per le strade per farci sentire dalle istituzioni locali, provinciali e regionali. Abbiamo un obiettivo imminente che è quello di stabilizzare il servizio della Guardia Medica. Essere un paese ultra-periferico – conclude – può diventare un valore aggiunto per rivendicare più servizi e per essere messi nelle stesse condizioni di quei cittadini che vivono in comuni più fortunati del nostro».