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Sibaritide ancora fuori dalla golden hour della mobilità: isolamento certificato

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CORIGLIANO-ROSSANO – La Sibaritide rimane ancora fuori dalla golden hour della mobilità. Praticamente questo è un territorio che continua a viaggiare a cavallo di quel fantomatico “ciuccio” senza intravedere, ancora, barlumi di speranza. Tutti gli studi di settore, infatti, continuano a confermare che tutti i centri di interesse sia dal punto di vista sanitario che dei servizi rimangono ad una portata di oltre un’ora di viaggio dai centri principali della Piana. Corigliano-Rossano ed il suo territorio, poi, restano ad oggi una delle città più “isolate” dell’intero panorama calabrese. Lo stesso che, come si evince dal Rapporto Pendolaria 2023 di Legambiente e dal Rapporto dell’Osservatorio di Conftrasporto, la nostra regione continua a perdere terreno rispetto a tutte le altre regioni europee.

Insomma, quello della mobilità è un allarme vero e proprio. Alle nostre latitudini mancano strade, mancano ferrovie, mancano connessioni vere e veloci con gli aeroporti. E tutto questo non fa altro che alimentare la costante desertificazione sociale della Calabria del nord-est. In una situazione, tra l’altro, del tutto paradossale se si considera che quasi il 30% del PIL della Calabria viene prodotto proprio nel triangolo compreso tra Firmo-Cassano Jonio-Corigliano-Rossano.

Dunque, produciamo ricchezza a fronte di infrastrutture per la mobilità da terzo mondo.

Da qui la necessità di far partire subito i lavori della nuova Statale 106 in connessione con l’autostrada e con il corridoio Adriatico con la possibilità, a quel punto, potendo far leva su una strada moderna, di far partire anche il traffico Ro-Ro sul porto di Corigliano. Così come, anche, la necessità di completare il prima possibile i lavori dell’elettrificazione della linea ferroviaria jonica così che ci sia garanzia per i trasporti a lunga percorrenza veloci e anch’essi moderni.

L'allarme di Fillea-Cgil: «Siamo in una situazione disastrosa»

Simone Celebre

Anche perché, se non centreremo questi obiettivi di convergenza con le altre regioni del continente, l’Europa partirà con una pesante fase sanzionatoria. E a ricordare questo, oggi, è il segretario regionale della Fillea Cgil, Simone Celebre, che si dice preoccupato per tutti gli studi realizzati da Svimez, Conftrasporto e Legambiente che retrocedono la Calabria agli ultimi posti delle classifiche della mobilità.

«Il gap infrastrutturale della nostra Regione – dice Celebre - diventa sempre più grave e, soprattutto, invece di diminuire aumenta sempre più. Un dato che assolutamente non può passare inosservato perché “l’indice di competitività delle regioni europee …. misura l’accessibilità alle infrastrutture, la capacità di ridurre le distanze effettive per spostamenti di persone e merci piuttosto che la pura dotazione”».

Siamo, di fatto, in «una situazione disastrosa» che non può «concedere altro tempo». «Riteniamo -  sottolinea ancora il segretario generale della Fillea - che il tempo della “melina” sia finito e che bisogna adoperarsi fattivamente per aumentare e migliorare l’attuale dotazione infrastrutturale.  I dati venuti fuori mettono in luce ancora di più il divario tra Sud, con un difetto strutturale di connessioni, e il Nord Italia, con un alto indice di saturazione, soprattutto in relazione ai valichi e dimostrano come sia necessario e urgente che si inverta la marcia».

Per Celebre, «non è più possibile accettare la statale 106 jonica (Taranto – Reggio Calabria) che continua a essere la “strada della morte” e il cui tracciato, a sud di Sibari, è una vera e propria mulattiera. Per non parlare della catastrofica situazione ferroviaria esistente in questa nostra Regione».

Il quadro che fotografano sia gli studi sulle infrastrutture redatti dalla Svimez e sia il Rapporto  Pendolaria 2023 di Legambiente «è veramente desolante».

Preoccupa anche lo studio Svimez

Lo studio redatto della Svimez certifica nel Mezzogiorno, oltre a una scarsa, quasi irrisoria, presenza dell’alta velocità, che solo il 58% della rete è elettrificata e che solo il 31,7% della rete è a doppio binario. Catastrofico il quadro fotografato dal Rapporto Pendolaria 2023 per quanto attiene la situazione ferroviaria calabrese. Il 70% dei 965 chilometri della rete ferrata calabrese è a binario unico e quasi la metà dell’intera rete non è elettrificata, mentre l’Alta Velocità per l’intera tratta jonica è una vera e propria chimera. «Si è di fronte quindi a una situazione infrastrutturale che non è più accettabile e che continua a pregiudicare lo sviluppo, non solo economico, ma sociale, culturale e civile di un’intera Regione».

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.