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Cozzo Pantasima continua a staccarsi e sgretolarsi, nell’indifferenza di tutti

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CORIGLIANO-ROSSANO - «Fate qualcosa perché qui, prima o poi, accadrà l’irreparabile». È questo l’appello che l’amministratore della Parrocchia di San Bartolomeo, in località traforo a Rossano centro storico, don Franco Romano, lancia ancora una volta alle istituzioni. La matrice del problema continua a rimanere la stessa da anni: la grande frana di Cozzo Pantasima (ne abbiamo parlato qui) che pende sulla testa dell’intero quartiere traforo, dove abitano più di 200 famiglie e per la maggior parte anziani.

Migliaia di metri cubi di terra e fango si sono staccati dalla roccia, probabilmente a causa delle continue infiltrazioni d’acqua. Per mettere in sicurezza quel costone roccioso occorrerebbero, oggi, alcuni milioni di euro ed un progetto che si rincorre da anni ma sul quale, in realtà, nessuno ha mai messo mano. L’ultima volta che se ne parlò concretamente fu nel 2014 quando l’allora Amministrazione comunale di Rossano (sindaco Antoniotti) presentò un progetto alla Provincia di Cosenza (che ha competenza sulla strada provinciale che sostanzialmente attraversa per intero l’area della frana con quattro tornanti) e alla Regione Calabria (competente in materia di dissesto idrogeologico) redatto dall’ufficio tecnico municipale, realizzabile con un importo di circa 400mila euro, che prevedeva il risanamento dell’intero costone con la realizzazione di un muro di sostegno in cemento armato, alto otto metri e lungo trenta, e di tutte le opere annesse. Di quel progetto, mai finanziato dagli enti sovracomunali, non se ne seppe più nulla.

Oggi, ovviamente occorrerebbe, almeno, il triplo dei soldi non solo per l’aumento delle materie prime ma anche perché quella frana continua a dilatarsi inesorabilmente e fare danni.

E sono iniziati anche i primi crolli. Come testimonia proprio il parroco di San Bartolomeo. «Il 25 novembre scorso – racconta don Franco Romano - è crollato un muro che costeggia la chiesa». Una frana molto pericolosa perché sta erodendo proprio l’area attigua alle fondamenta dell’edificio sacro.

«I vigili urbani, un ingegnere del comune e un rappresentante della Protezione Civile del comune di Corigliano-Rossano – racconta ancora il sacerdote - sono venuti a vedere e verificare l’entità del crollo, promettendo che si sarebbero interessati e sarebbero intervenuti». È trascorso più di un mese e – manco a dirlo – di attività di ripristino e consolidamento non c’è stata nemmeno l’ombra. L’unica azione messa in campo è stata quella di circondare l’area con un nastro bianco e rosso. «Prego Dio – dice don Franco – ogni giorno affinché qui non succeda una strage. Purtroppo – conclude - i miei appelli ripetuti in presenza di più sindaci ed altre autorità politiche (provincii e regionali) non hanno sortito nessun effetto».

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.