La frana di Pantasima continua a minacciare (indisturbata) il quartiere Traforo
C'è allarme tra i cittadini del centro storico di Rossano. Possibile che non si riescano a trovare 400mila euro (considerati anche i bonus fusione) per risolvere un problema di sicurezza pubblica ?
CORIGLIANO-ROSSANO – Quella montagna continua a minacciare indisturbata il centro storico di Rossano. È l’ennesima potenziale tragedia che il dilagante dissesto idrogeologico del territorio di Corigliano-Rossano sta lanciando alle istituzioni. La frana di Pantasima è un rischio costante, nell’area a monte del centro storico di Rossano. Nessuno sa se e quando si staccherà ma prima o poi – questo è certo – accadrà se non si corre subito ai ripari. E gli effetti potrebbero essere devastanti. Il costone roccioso in “bilico”, infatti, sovrasta il quartiere popolare di località Traforo, nel centro storico di Rossano, ed è attraversato per intero e per circa un kilometro dalla strada provinciale 188 che collega la città jonica alla Sila.
Nell’agosto scorso avevamo registrato il grido d’allarme del parroco della chiesa di San Bartolomeo, don Franco Romano, rivolto alle istituzioni locali e sovracomunali, affinché intervenissero per “frenare” quel gran pezzo di montagna che si è staccato dal suo fronte originario e che è pronto a precipitare sulle case, senza alcun preavviso.
Anzi, quel pezzo di costone di roccia franante i segnali della sua precarietà li sta lanciando da almeno un ventennio. Nel 2014, all’indomani di un primo importante degradamento della frana, vennero fatti dei primi rilevamenti. Vennero, così, applicati dei vetrini di verifica su alcuni punti critici come le opere murarie che sostengono la strada provinciale, utili a capire la direzione del movimento franoso, la sua velocità e i tempi di assestamento.
L’allora comune di Rossano (sindaco Antoniotti) presentò un progetto alla Provincia di Cosenza (responsabile della strada) e alla Regione Calabria (competente in materia di dissesto idrogeologico) redatto dall’ufficio tecnico municipale, realizzabile con un importo di circa 400mila euro, che prevedeva il risanamento dell’intero costone con la realizzazione di un muro di sostegno in cemento armato, alto otto metri e lungo trenta, e di tutte le opere annesse. Di quel progetto, mai finanziato dagli enti sovracomunali, non se ne seppe più nulla.
Nel 2019, a seguito di una inchiesta giornalistica sulla frana, evidenziammo che i vetrini di verifica si erano spaccati, sintomatico che la frana era attiva e necessitava già allora di un tempestivo intervento strutturale di contenimento.
Da allora ad oggi non solo la frana permane ma degrada giorno dopo giorno. In alcuni punti il distacco verificabile ha superato i 15 centimetri. La domanda è: considerato il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha messo a disposizione degli enti territoriali numerose risorse per la riqualificazione delle strade interne, come quelle che collegano l’entroterra alla costa (come nel caso della provinciale 188), qualcuno si è preoccupato di far finanziare quest’opera?
Ma, in realtà, possiamo andare oltre. Dal momento che il comune di Corigliano-Rossano per effetto (e privilegio) della fusione riceve 2 milioni di euro l’anno come bonus (e che fino ad oggi di questi soldi ne ha incassati almeno 8 milioni) e senza alcun vincolo, possibile che non si siano riusciti a trovare 400mila euro di fondi di bilancio per fare un intervento essenziale contro il dissesto idrogeologico che sta colpendo quell’area e che mette costantemente a rischio la vita di almeno mille persone residenti? Perché un conto è la strada, che ricade sotto l’egida della Provincia, altra storia è la frana che interessa tutto il versante montuoso e non solo quella lingua d’asfalto.
A parere dei cittadini di località Traforo non c’è più molto tempo, anche perché la lunga siccità sta rendendo ancora più rigida la frana e le future piogge potrebbero mettere a serio rischio distruzione l’intero abitato.