Buonasanità, paziente calabrese riconoscente con l’ospedale di Spoleto dona due deambulatori
Salvatore Aloisio, ex dirigente dell’Asp di Cosenza, ha scritto una lettera alla direzione sanitaria ed all’equipe che lo ha operato ed organizzato la cerimonia di consegna lo scorso 6 dicembre: «Fortuna ha voluto che mi trovassi in Umbria»
CORIGLIANO-ROSSANO - Sentimenti come la gratitudine sembrano ormai dispersi nei meandri della società, soprattutto in campo medico. Sempre più spesso, infatti, le cronache locali e nazionali narrano fatti al cui centro si susseguono casi di malasanità. Salvatore Aloisio, paziente calabrese curato all’ospedale di Spoleto da Carlo Vivaqua e dall’equipe di anestesisti e urologi, dopo il riuscito intervento per un carcinoma prostatico, con una lettera inviata al direttore sanitario del presidio ospedaliero, Orietta Rossi, ha voluto esprimere gratitudine verso tutti i sanitari che gli sono stati vicino, anche con la donazione di due deambulatori al reparto di Chirurgia generale diretto da Giampaolo Castagnoli. Un sentito ringraziamento Aloisio lo ha rivolto anche ai direttori delle Uoc di Urologia, Luigi Mearini, di Anestesia, Marina Vissani ed alla caposala, Simona Montioni.
Da buon rotariano, già past president del Rotary Club Corigliano Rossano “Sybaris” e assistente del governatore, non ha mancato di portare avanti lo spirito che da sempre contraddistingue questi service e così mercoledì 6 dicembre ha organizzato la cerimonia di consegna dei due deambulatori a cui hanno partecipato Mearini, Montioni, Castagnoli, Rossi, Vivacqua ed i due pazienti, Luciano e Stefania.
«All’ospedale di Spoleto – ha detto Aloisio – ho trovato una grande disponibilità e con questo dono voglio esprimere tutta la mia riconoscenza dopo una diagnosi di un carcinoma prostatico. Fortuna ha voluto che al momento mi trovassi nella vostra regione, cornice della sanità di cui voi stessi rivestite il ruolo di portavoce, quella sanità che affianca al ruolo centripeto di innovativi e frenetici ospedali centrali, delle vere bomboniere della sanità regionale, ove si percepisce il calore di una famiglia, oltre che la professionalità di un policlinico d’eccellenza, un vero Ospedale a misura d’uomo. Fortuna ha voluto che la diagnosi mi sia stata formulata dal dottor Carlo Vivacqua. Quello a cui tengo di più, in conclusione, non è tanto il modo in cui cambia il sentimento di paura che si prova ad affrontare queste sconvenienti circostanze – spiega infine l’ex dirigente veterinario dell’Asp di Cosenza – quanto il coraggio che risorge quando ci si rende conto, davvero, di non essere soli nell’affrontare il proprio destino. Nel bene e nel male, rimarrò sempre convinto della mia scelta, perché la guarigione della malattia si può trovare altrove, ma la cura della persona è un bene raro e va per questo tutelato».