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Violenza sulle donne: a Corigliano-Rossano fino a 3 denunce al giorno da codice rosso

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CORIGLIANO-ROSSANO - Violenza sulle donne: nel nostro territorio le Forze dell’Ordine ricevono da uno a tre casi di segnalazioni al giorno che possono essere classificate in codice rosso. Vale a dire denunce che vengono inquadrate in quell’iter previsto dalla riforma del 2019 che ha introdotto nuovi reati inerenti alla violenza di genere, inasprito le sanzioni per quelli esistenti e disegnato una procedura su misura per tutelare meglio e prima chi vive situazioni a rischio. In sostanza chi arriva in Caserma porta sulle spalle una situazione più che critica e la vittima chiede aiuto spesso quando gli atti persecutori sono reiterati nel tempo e particolarmente gravi.

Un quadro sconfortante, un bollettino di guerra in cui al posto delle bombe ci sono cazzotti, schiaffi e violenze verbali e psicologiche che riducono le nostre donne in condizioni di paura e di evidente malessere fisico. Il triste primato spetta alla Terza città della Calabria, vuoi anche per la densità di popolazione e, nello specifico, all’area urbana di Corigliano. Molti i casi registrati anche a Mirto e a Cariati.

Non sono soltanto gli stranieri. Se in alcune circostanze gli abusi sono commessi dagli immigrati, nella maggior parte delle denunce si tratta di violenza domestica. La donna trova il suo aguzzino tra le mura di casa. A lasciare il segno, sul viso o sul braccio così come nell’anima, è lo stesso uomo che ha sempre detto di amarla e con il quale magari ha avuto anche dei figli. Si tratta di coppie unite in matrimonio ma anche di coppie di fatto.

Sono proprio i figli il deterrente” alla denuncia. Molte vittime, più che animate dalla speranza che il proprio compagno possa cambiare, evitano di denunciare per la presenza dei figli. La paura che l’equilibrio, sebbene perverso e pericoloso, possa cambiare o il timore che i bambini possano essere tolti alla mamma – angoscia infondata e dettata spesso dall'ignoranza o dalle minacce del partner - spingono le donne a tacere e sopportare.

Ambienti degradati. Principalmente i casi di violenza si verificano in famiglie difficili dove l’istruzione è bassa e le condizioni economiche sono precarie. Registrate anche situazioni di tossicodipendenza e alcolismo, fattori che non facilitano una convivenza domestica serena. Intanto l’Arma si impegna nel diffondere la cultura della legalità ma anche quella del rispetto delle donne attraverso incontri nelle scuole e il dialogo con i ragazzi.

Nel frattempo il caso di Giulia Cecchettin scuote l’opinione pubblica e il Governo, che ieri al Senato ha approvato all'unanimità, con 157 sì, il provvedimento contro la violenza sulle donne che rafforza il cosiddetto codice rosso. Il ddl Roccella, che ha già passato l'esame della Camera il 26 ottobre, diventa quindi legge con nuove azioni normative per tenere lontani stalker e violenti dalle potenziali vittime. Si parte dal rafforzamento degli strumenti di prevenzione (ammonimento, braccialetto elettronico, distanza minima di avvicinamento, vigilanza dinamica ecc.) con la loro applicazione ai cosiddetti reati spia”, in modo da evitare che la violenza venga del tutto perpetrata e che l’eventuale intervento maturi troppo tardi per bloccarne le conseguenze.

Valentina Beli
Autore: Valentina Beli

“Fare il giornalista è sempre meglio che lavorare” diceva con ironia Luigi Barzini. E in effetti aveva ragione. Per chi fa questo mestiere il giornalismo non è un lavoro: è un’esigenza, una passione. Giornalista professionista dal 2011, ho avuto l’opportunità di scrivere per diversi quotidiani e di misurarmi con uno strumento affascinante come la radio. Ora si è presentata l’occasione di raccontare le cronache e le storie di un territorio che da qualche anno mi ha accolta facendomi sentire come a casa. Ed io sono entusiasta di poterlo fare