Movimento del Territorio: « A Co-Ro randagismo fuori controllo»
«Una macchina che non funziona, quella del contrasto al fenomeno e tutto questo nonostante le sostanziose cifre che ogni anno vengono utilizzate per il canile comunale e per pagare un privato che sopperisce quando serve»

CORIGLIANO-ROSSANO - Il Movimento del Territorio torna a parlare dell'annoso problema del randagismo.
«Con grande rammarico dobbiamo prendere atto - affermano - dell'aumento esponenziale dei fenomeni di randagismo in città negli ultimi mesi, non c'è angolo del territorio in cui non ci si imbatta in branchi di cani, spesso con poveri cuccioli esposti ai pericoli della strada. Una situazione che avevamo già denunciato con forza tempo fa e che, lungi dall'essere risolta, sembra peggiorare ogni giorno di più. E tutto questo nonostante le sostanziose cifre che ogni anno vengono utilizzate per il canile comunale e per pagare un privato che sopperisce quando posti per i randagi nel pubblico non ce ne sono più».
«Una macchina che non funziona - proseguono -, quella del contrasto al fenomeno, e che non viene posta in essere nel rispetto delle normative previste ad esempio dalla legge regionale n.4 del 3 marzo 2000 e dal DCA n.67 del 6 marzo 2018 che prevedono azioni di sterilizzazione e re-immissione degli animali; al tempo stesso le adozioni sono nell'ordine delle poche decine al mese per cui senza controllo del territorio e senza azioni di sensibilizzazione il problema non può che esplodere. Sappiamo che c'è in progetto la creazione di un nuovo spazio per l'alloggiamento degli animali, che a quanto pare sarà un capannone e che ci trova nettamente contrari, mentre si dovrebbe rilanciare il progetto di una vera e propria oasi canina immersa nella natura che non solo darebbe conforto e rifugio ai cani ma potrebbe diventare spazio di svago attrattivo e generare al contempo posti di lavoro».
«Capitolo a parte merita anche l'associazionismo. C'è quello sano, che si batte quotidianamente e con il quale stiamo dialogando per mettere in campo proposte e soluzioni, ma c'è anche un sottobosco fatto di improvvisati che gestiscono rifugi abusivi e guadagnano sulle condizioni precarie e sui diritti violati dei poveri randagi. Anche qui ci auspichiamo maggiori controlli e sanzioni. Crediamo sia necessaria una totale e completa inversione di rotta - concludono -, quanto messo in campo finora a livello amministrativo non è stato sufficiente per arginare il problema e garantire ai cittadini la sicurezza che, giustamente, pretendono».