Le mamme di Longobucco protestano per la scuola e dal Provveditorato lanciano le uova
È successo stamani a Cosenza. Un gruppo di mamme, accompagnate dal sindaco Pirillo, si travava sotto la sede dell'Ufficio scolastico per chiedere il mantenimento dell'Ipsia. Il primo cittadino: «Atto gravissimo»
COSENZA - Protesta con beffa per le mamme di Longobucco che stamani si sono recate davanti alla sede Provveditorato agli studi di cosenza per manifestare tutto il loro disappunto per la decisione di costituire la prima classe dell'Istituto per l'industria e l'artigianato a partire dal prossimo anno scolastico 2023/2024. Succede, però, che durante la manifestazione - pacifica - qualcuno dalla sede dell'ufficio scolastico pare abbia lanciato delle uova colpendo in pieno le mamme.
Accanto alle donne c’era anche Giovanni Pirillo, sindaco della cittadina che rischia un inasprimento delle condizioni di isolamento dopo il crollo del viadotto “Ortiano 2”, lungo la strada statale 177 dir. A rappresentare le mamme, invece, c'era anche l'avvocato Luigina Diletto. Era stata proprio il legale a perorare, sin dall'inizio, la vertenza con il responsabile dell'Ufficio scolastico territoriale.
«Si tratta di una scelta scellerata – ha sostenuto il sindaco – perché significa non dare la possibilità a dodici ragazzini, tra cui due disabili, di frequentare la scuola ma di essere costretti a trasferirsi a Rossano o a Cosenza. Questo significa svegliarsi alle 5 del mattino per essere in classe alle 8. I genitori mi hanno comunicato che se la classe non sarà costituita se ne andranno, cioè 12 famiglie lasceranno il paese. Al danno si aggiunge la beffa». Le mamme chiedono che ai propri figli sia garantito il diritto allo studio e «l’intervento di tutte le istituzioni per evitare questa situazione».
«Mentre eravamo qui – ha poi aggiunto il sindaco Pirillo – in attesa di avere risposte qualcuno dall’interno ci ha lanciato addosso un uovo. Come si può pensare un gesto simile, un atto grave contro delle mamme che si battono per tutelare il futuro dei loro figli, ragazzini di 14 anni».
Secondo quanto riferito da sindaco, sono state inviate più richieste di confronto ma dal Provveditorato nessuna risposta, «forse un incontro giovedì prossimo – ha concluso il primo cittadino – ma non saremo più dieci persone, verrà tutto il paese a protestare».