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Co-Ro, il Comandante Cillo saluta la Capitaneria di Porto

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CORIGLIANO-ROSSANO - Lo scorso 30 giugno si è tenuta la cerimonia del cambio di Comando della Capitaneria di Porto di Corigliano. Il Comandante Cedente C.F. (CP) Francesco Cillo ha ripercorso insieme a noi il lavoro e l’esperienza di questi anni di servizio nel nostro mare.

Cosa le resta del lavoro di questi anni in servizio nel nostro territorio?

«Grazie al personale, agli uffici alle mie dipendenze e al Comandante in II siamo riusciti a raggiungere traguardi di tutto rispetto e a risolvere innumerevoli problematiche acuitesi nel tempo. Non mi riferisco, ovviamente, solo ai compiti primari della salvaguardia della vita umana in mare e della sicurezza della navigazione, ma a tutti gli obiettivi che i nostri Dicasteri di riferimento ci assegnano sia tra funzioni amministrative sia con compiti di Polizia Giudiziaria specialistica: la tutela dell’ambiente e del mare; la tutela del pubblico demanio marittimo; i traffici portuali; la sorveglianza sulla filiera ittica, solo per citare i principali».

Quali interventi sono risultati più soddisfacenti in termini di obiettivi e finalità?

«Le cronache mi spingono a cominciare dall’ambiente e dalla sua tutela: ampia è stata la sinergia con i Comuni rivieraschi, con l’Agenzia Regionale dell’ambiente (con la quale sono attive più di una convenzione regionale) e con la Regione Calabria, annotando una piena convergenza istituzionale. Il ruolo di coordinamento della Direzione Marittima di Reggio Calabria in un settore delicato che ci vede in tutta la nostra essenza di specialità, come indicato dalla normativa di settore, ha consentito a questo Comando di sentirsi parte di una squadra efficiente che lavora verso obiettivi comuni volti alla tutela dell’ambiente marino e costiero, come novellato di recente anche nella Carta Costituzionale, ove il termine Ambiente è entrato, e qui mi si consenta un apprezzamento personale,  a buon diritto».

E tra le operazioni più complesse?

«Sempre nel campo della tutela ambientale, anche se connesso con la sicurezza della navigazione, ricordo le attività amministrative connesse con la disostruzione del porto di Cariati e con l’apertura della foce del canale dello Stombi, in località Sibari. In tale contesto, la sinergia con i comuni di Cariati e Cassano alla Ionio, nel reciproco rispetto ed attribuzioni istituzionali, la vigilanza amministrativa della competente Regione Calabria, e le preziose interlocuzioni con l’Avvocatura Distrettuale di Catanzaro, hanno permesso di avviare, e continuare nelle operazioni di disostruzione, e del porto polifunzionale di Cariati, afflitto da un fenomeno di insabbiamento dal 2021, e della foce dello Stombi, afflitto da un medesimo fenomeno di insabbiamento accresciutosi nell’ultimo decennio».

Un’altra importante attività è stata sicuramente quella di tutela del Pubblico Demanio Marittimo.

«Nonostante i numeri del personale non siano elevati (l’areale di giurisdizione è di circa 150 km, dal Comune di Cariati a sud al Comune di Rocca Imperiale a nord, e la Guardia Costiera è presente con 1 Comando sede di Capitaneria di porto e tre Comandi minori, per un totale di 90 uomini), tuttavia, l’azione di Comando si è fatta sentire in modo evidente e finanche manifesta. Infatti, dopo la cessazione della nota pandemia le attività antropiche sul litorale hanno ripreso il loro corso, sopiti da due anni difficili che hanno messo a dura prova l’intera nazione. La macchina della Capitaneria di porto, continuando nel solco tracciato, ha continuato a svolgere tutte sia l’attività amministrativa che residua in capo allo Stato, dopo le riforme legislative come delimitazioni, classifiche, incameramenti, consegne per gli usi di altre amministrazioni (come la futura realizzazione di barriere soffolte a protezione della pesca, il porto spiaggia in Schiavonea, progetti ambiziosi ma necessari) sia la delicata attività di polizia giudiziaria in un campo super specialistico congeniale a Noi militari della Guardia Costiera, che ha portato anche alla scoperta di abusi in spregio del demanio marittimo».

Un cambiamento importante per le zone a ridosso della costa che da anni erano sottratte alla collettività. Di quanti sequestri parliamo?

«Nel biennio trascorso le attività ispettive hanno consentito di sequestrare ben 23 strutture. Sono azioni necessarie che dimostrano che lo stato è presente: la collettività ed il senso civico chiedono e noi eseguiamo. Con la demolizione di tali manufatti sono stati liberati circa 10.000 metri quadri di pubblico demanio marittimo, con una intensa collaborazione (che continua), anche in tale contesto, con le Forze di polizia, tra cui la Polizia di Stato, la Benemerita, la Guardia di Finanza e la Polizia locale: non possiamo permetterci di essere solo monadi. Un ruolo importante, in tutto il contesto, va riconosciuto anche all’Agenzia del Demanio ed al Provveditorato Opere Marittime, enti preposti alla tutela erariale, per il supporto sempre offerto».

Sul porto, invece, quali pensa siano le questioni in ballo per il futuro?

«Il porto è un hub importantissimo che con le sue banchine e gli alti fondali offre sicuro riparo ad una marineria laboriosa e ai traffici portuali. Nel sistema disegnato con la riforma portuale, il porto di Corigliano (il nostro porto!)  deve giocare un suo ruolo peculiare e strategico. La Capitaneria di porto di Corigliano continuerà ad essere chiamata ad una doverosa, leale e trasparente collaborazione con locale Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio che, ad onor del vero, è presente – anche oggi - e continua nell’opera di miglioramento della infrastruttura jonica che amministra e gestisce in modo evidente. Siamo, infatti, consapevoli, che il know-how, la presenza e la conoscenza delle dinamiche portuali devono essere messe a disposizione della collettività, in una visione d’insieme, ovvero, nell’ottica di un sistema complesso della portualità che ha necessità di un’azione coordinata e sinergica di tutti i singoli attori, in una precisa azione di coordinamento. E proprio in tale contesto ricordo la complessa vicenda dell’ex opificio/cantiere navale che dopo circa un ventennio si è conclusa positivamente. Infine, ricordo le importanti operazioni di Polizia Complessa svolta sia in sede regionale con il coordinamento della Direzione Marittima di Reggio Calabria che a livello locale con le Forze di polizia, e sotto l’egida della Prefettura di Cosenza, che hanno consentito, come sempre, di svolgere mirate attività volte a reprimere anche il fenomeno deprecabile della pesca e commercializzazione del cosiddetto bianchetto: solo un lavoro di squadra con tutte le Forze di Polizia ha consentito di ottenere brillanti risultati, che sono stati enfatizzati dai media locali».

Insomma, tante soddisfazioni e una rete di cooperazione che ha reso possibile il raggiungimento di ottimi risultati. E ricordando il suo equipaggio, conclude: «Orgoglio, volontà e istinto dovranno essere la spinta per andare avanti, crescere e migliorare».

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.