Calopezzati nella trappola dell'erosione costiera. I residenti di villaggio Bonaventura non possono più andare al mare
La denuncia di un centinaio di villeggianti ai quali il mare nell'ultimo inverno ha spazzato via l'unica via d'accesso alle spiagge. Il sindaco Giudiceandrea: «Ogni intervento di ripristino sarà inutile se non si argina l'avanzata del mare»

CALOPEZZATI - Lo Jonio continua a erodere pezzi di costa e servono interventi urgenti, risanatori, per evitare che si rompa definitivamente quell’equilibrio instabile della natura tra terra e mare, creato dalla mano violenta dell’uomo. La situazione più critica continua a rimanere nella bassa Sibaritide, a Calopezzati, dove la linea di costa continua ad assottigliarsi sempre di più di anno in anno.
Nei mesi scorsi avevo sollevato la situazione limite di località Fiumarella dove il mare in trent’anni ha “mangiato” quasi 90 metri di spiaggia arrivando ad entrare nelle abitazioni che un tempo si trovavano oltre la linea demaniale. Oggi lo stesso fenomeno si ripete un chilometro più a sud dove le mareggiate che hanno interessato la zona fino al giugno scorso hanno spazzato via una ventina di metri di spiaggia, d’un tratto, creando un dislivello tra la costa e l’ultima linea di arenile di quasi tre metri, fino a distruggere persino il lungomare pedonale. Lo stesso che oggi rimane interdetto per motivi di sicurezza e impedisce ai residenti di accedere al mare.
Prima di entrare nella questione squisitamente politica, sociale e amministrativa, della quale siamo stati investiti dai cittadini indignati e delusi perché quest’anno per farsi un bagno devono fare giri tortuosi tra prescrizioni e divieti, c’è da fare un inciso: non è la natura colpevole e complice di questa disfatta. È l’uomo, lo stesso che oggi si lamenta, ad aver alterato tutti gli equilibri dell’ecosistema creando degli scompensi paurosi. In quel tratto di spiaggia, fino a cento anni fa, c’erano le dune che “frenavano” lo Jonio da una parte e stabilivano una linea di demarcazione netta, un diaframma con l’entroterra.
Il disagio di residenti e villeggianti
Andiamo all’oggi e alle mareggiate dell’ultimo inverno che hanno sconquassato l’assetto urbanistico del lungomare sud di Calopezzati. I residenti del villaggio Bonaventura vivono un grande disagio perché per loro sarà un’estate difficile. Dalle villette del villaggio l’accesso alla spiaggia è stato “cancellato” dal mare e dalle prescrizioni del sindaco che con un’ordinanza ha inibito l’utilizzo del lungo marciapiede perché reso instabile proprio dal processo di erosione. «È un disagio enorme - sottolineano i residenti del villaggio Bonaventura - soprattutto per tante famiglie con bambini che per raggiungere il mare devono uscire dal villaggio, percorrere le strette e trafficate strade comunali, tra l’altro senza marciapiedi, e poi raggiungere la spiaggia da altri accessi». Anche l’idea, avanzata dai cittadini, di installare delle scale semoventi per accedere alla spiaggia è tramontata per via delle prescrizioni sindacali sull’area demaniale. Ma il problema non è solo legato al comfort. In mezzo a questa storia c’è buona parte dell’economia turistica che ruota attorno alla residenzialità stagionale. «Chi viene in un posto dove la spiaggia è inaccessibile?» Si chiede uno residenti. E un altro aggiunge: «In molti hanno già annullato le loro prenotazioni per l’affitto delle case al mare». Insomma, un’economia in crisi che innesca altri processi di sopravvivenza di questo territorio che aspetta proprio l’estate per fare cassa.
La posizione del sindaco Giudiceandrea
«Noi chiediamo solo una cosa al sindaco di Calopezzati, di fare in fretta e di ripristinare subito il lungomare. Se il Comune non ha i soldi siamo disposti noi residenti e titolari degli immobili ad autotassarsi». Una provocazione, ovviamente, ma che apre un’altra grande questione: quella del ripristino dei luoghi e della bonifica.
Dell’insofferenza di queste persone, deluse e sicuramente indignate per quanto sta avvenendo attorno alle loro case-vacanza, abbiamo subito interessato il sindaco Antonello Giudiceandrea. Lo abbiamo contattato proprio stamani mentre, a bordo del Pandino comunale, stava andando a Catanzaro, in Regione, per cercare di trovare una soluzione, un argine al più complesso problema dell’erosione costiera. «Capisco ogni indignazione - dice il sindaco - ma come avremmo potuto ripristinare il lungomare se fino a giugno abbiamo subito gli effetti delle mareggiate?». Certo, la grande questione dell’erosione costiere non è un nodo semplice da sciogliere. Considerato che, anche se i lavori di ripristino del lungomare fossero avvenuti in tempi “cinesi”, a Calopezzati così come su tutta la costa del basso Jonio cosentino il problema è necessario arginarlo in mare. E per farlo sicuramente non è interessato solo il Comune ma entrano in gioco strategie più complesse che vanno dallo Regione e finiscono allo Stato.
Come ricorda Giudiceandrea «prima di attuare ogni opera di ripristino del lungomare, sul quale - ci rammenta - c’è un progetto definitivo che presto sarà esecutivo prima di essere finanziato, dovremo andare a frenare l’erosione della costa». Ora se si prendono ad esempio gli ultimi interventi effettuati lungo il litorale scema ogni entusiasmo. Infatti, per procedere alla realizzazione dei nuovi pennelli frangiflutti a Pantano, nel comune di Crosia (in una situazione gemella a quella di Calopezzati), sono occorsi quasi otto anni e la Regione Calabria inizierà i lavori solo nell’autunno prossimo. «Se tutto va bene - sottolinea Giudiceandrea - entro la prossima primavera ripristineremo il lungomare oggi distrutto dal mare. Ci vorranno tanti soldini ma già sappiamo quale canale di finanziamento poter sfruttare perché è impensabile realizzare l’opera con fondi comunali. Ma una volta ripristinato il marciapiede - di chiede il sindaco - cosa avverrà se ci sarà una nuova mareggiata? A cosa servirà un’opera pubblica se non si interverrà in mare?»