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Bolle e scie sospette in superficie. Le mamme: «Dove dobbiamo portare al mare i nostri figli?»

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CORIGLIANO - ROSSANO – Ridateci il nostro mare. Superficie oleosa, bolle di svariate grandezze, scie di dubbia natura e spesso, sempre più di frequente, erba che somiglia al fieno che galleggia sotto gli occhi indignati dei bagnanti. Quest’anno l’acqua del nostro litorale si è mostrata sporca già dal mese di giugno, ma ora – fatta eccezione verso sera o in qualche momento sporadico della giornata – la situazione sta via via peggiorando.

Sebbene guardando il mare si possa scorgere chiaramente il fondale con tutti i suoi sassi, la superficie è sempre cosparsa di bolle e scie biancastre che tutto fanno pensare tranne che ad un’acqua pulita. Si è detto, questo circa tre settimane fa, che probabilmente tutto dipendesse dalla perdita di percolato dalla discarica di contrada Pipino di Scala Coeli che si è incanalata nel fiume Nicà. Il materiale degli scarichi dunque, complice anche la corrente, avrebbe percorso 40 km di costa per raggiungere anche il nostro litorale. Ma questa tesi, oltretutto con le dovute perplessità, avrebbe potuto essere avallata per le condizioni del mare del 23 giugno, data della rottura della discarica, e per qualche giorno successivo. Come è possibile che a metà luglio ancora in acqua ci siano strane formazioni e macchie sospette?

Il mare sembra “ripulirsi” e tornare balneabile soltanto verso sera. «Io vengo da Cosenza - dice una mamma -. Abbiamo deciso di portare in vacanza i nostri figli qui a Corigliano Rossano, come da qualche anno a questa parte, perché il Tirreno è sporco. Queste strane bolle e le condizioni in cui stiamo trovando l’acqua ci stanno scoraggiando. Se si dovesse rovinare anche la parte dello Jonio, dove dovremmo portare i nostri figli?».

«Se avessi immaginato questa situazione – rincara un’altra signora – non avrei preso l’ombrellone stagionale. Veniamo presto la mattina per far fare un po' di mare ai bimbi ma l’acqua è sempre sporca. Praticamente il mare lo vedono dalla riva e se vogliono trovare un po' di refrigerio devono accontentarsi della doccia dello stabilimento. È vergognoso che ogni mattina scendiamo e troviamo il mare in queste condizioni. Ma chi di dovere – rilancia – non vede e non sente nulla»?

Già, perché di segnalazioni da parte dei cittadini e di post su facebook – la piazza virtuale per eccellenza in cui sollevare problematiche e portarle all’attenzione pubblica – ce ne sono stati davvero tanti.

Eppure, in un Comune in cui il mare dovrebbe essere la più grande risorsa e la fonte di economia per eccellenza durante la stagione estiva, sembra che nessuno faccia i dovuti controlli. Cosa sono quelle strane piante simili al fieno che giornalmente, soprattutto di mattina, transitano nelle nostre acque? E perché ci sono quelle grandi bolle che galleggiano in acqua come fossero tanti salvagenti?

Eppure la nuova ordinanza sull'ambiente emanata dal Presidente della Regione parla chiaramente di obbligo di controllo non solo da parte dell’Arpacal ma anche del Comune. Occhiuto, in collaborazione con l’associazione Mare Pulito, ha anche attivato un portale ad hoc in cui ogni cittadino puù fare la sua segnalazione. Si tratta del sito Difendi l’Ambiente in cui è possibile evidenziare, in modo del tutto anonimo, scarichi illegali, situazioni di mare inquinato e/o sporco, incendi e anomalie che danneggiano il nostro territorio. 

Valentina Beli
Autore: Valentina Beli

“Fare il giornalista è sempre meglio che lavorare” diceva con ironia Luigi Barzini. E in effetti aveva ragione. Per chi fa questo mestiere il giornalismo non è un lavoro: è un’esigenza, una passione. Giornalista professionista dal 2011, ho avuto l’opportunità di scrivere per diversi quotidiani e di misurarmi con uno strumento affascinante come la radio. Ora si è presentata l’occasione di raccontare le cronache e le storie di un territorio che da qualche anno mi ha accolta facendomi sentire come a casa. Ed io sono entusiasta di poterlo fare