Anomalie sanitarie, a Corigliano-Rossano due Serd per 80mila abitanti ma il servizio è in totale affanno
Impossibile trovare un sostituto del responsabile medico andato in pensione. Non si capisce perché, però, se Cosenza-Rende, Reggio Calabria e Catanzaro lavorano con un solo centro contro le dipendenze non lo si possa fare anche nella città jonica
CORIGLIANO-ROSSANO – Un’altra grana è pronta a scoppiare all’interno della sanità jonica: nella sede del Serd di Rossano, che si occupa del sostegno alle dipendenze patologiche e delle politiche sanitarie antidroga, non c’è più una postazione medica fissa capace di poter prescrivere il metadone, nelle giuste quantità. Il medico di ruolo è andato in pensione e, anche in questo caso, la carenza ormai cronica di professionisti della salute continua a colpire in modo trasversale. Anche se, in realtà, la questione specifica del centro Serd locale potrebbe essere un “non problema” se solo si attuassero le giuste contromisure organizzative.
Succede, infatti, che la grande città di Corigliano-Rossano gode di ben due centri Servizio per le Dipendenze, uno ubicato nel centro urbano di Corigliano che ha in organico due medici specialisti del Serd, l’altro – dicevamo – a Rossano scalo, nella palazzina adiacente il nosocomio “Giannettasio” dove ad oggi operano solo un sociologo e uno psicologo. Proprio nell’ambulatorio di piazza Montalti la presenza del medico “serdista” viene garantita solo per due giorni a settimana con un dottore che è in servizio a Cariati, erogando di conseguenza un servizio a singhiozzo.
Insomma, un’anomalia tutta jonica. Se si pensa, infatti, che in tutta la Calabria di Serd attivi ce ne sono 15 e che le grandi città capoluogo ne hanno soltanto uno a presidio delle aree metropolitane, viene da pensare che probabilmente anche nel capoluogo della Sibaritide si potrebbe attuare una giusta razionalizzazione del servizio. Atteso che, questo è quello che dicono le statistiche nazionali, l’utenza che si rivolge a questi centri per ricevere supporto medico e le dosi di metadone è in costante decremento.
Meno tossicodipendenti, però, non significa avere meno cura del problema. Anzi. La richiesta di metadone, infatti, se non controllata e non opportunamente prescritta da un medico specialista, rischia di mettere in circolo all’interno della società quantitativi maggiori dell’oppioide sintetico che potrebbero finire, così, sul mercato nero della tossicodipendenza. Immaginabile il danno sociale e sanitario devastante che ne verrebbe fuori. Ecco perché occorre intervenire subito.
E quindi, se Cosenza-Rende, così come Reggio Calabria e Catanzaro, riescono a far fronte all’assistenza dei tossicodipendenti avendo nella pancia un solo centro Serd non si capisce perché non lo si possa fare anche a Corigliano-Rossano, unificando e ottimizzando i due ambulatori cittadini.
Una soluzione che potrebbe essere al vaglio del management dell’Asp di Cosenza che ora, dopo aver ricevuto le direttive del nuovo Dca 198/2023 sulla riorganizzazione della rete sanitaria calabrese, dovrebbe approntare il nuovo atto aziendale e riorganizzare il servizio sul territorio. La prima azione sarà quella di definire la reggenza del coordinamento del Serd jonico che ricomprende i due centri di Corigliano-Rossano e quello di Trebisacce e da lì procedere ad una razionalizzazione del servizio in modo da poterlo potenziare nella essenziale risposta all’utenza e senza il rischio di creare vuoti nell’assistenza a patologie gravi che hanno bisogno di massima attenzione sia sul piano sanitario che sociale.