All'Unical un corso di laurea in Tecnologie del mare e della navigazione: perché non una sede distaccata a Corigliano-Rossano?
La nuova disciplina universitaria avrà bisogno di tanto mare ed esperienza: formerà tecnologi esperti nella gestione delle fasce costiere, delle aree portuali e delle navi. Un’opportunità in più per le nostre coste

RENDE - L’Università della Calabria ha ottenuto l'accreditamento per il nuovo corso di laurea triennale in Tecnologie del mare e della navigazione. Si tratta dell’ennesimo tassello che arricchisce l’offerta formativa dell’Unical, il cui percorso di accreditamento è giunto a conclusione dopo i pareri positivi espressi dai Panel di Esperti della Valutazione (PEV) e dall’Anvur (Agenzia nazionale per la valutazione del Sistema universitario e della Ricerca).
Il nuovo corso ha come obiettivo «formare nuove figure professionali capaci di affrontare le sfide della blue economy e dello sfruttamento sostenibile delle risorse marine attraverso l’innovazione tecnologica»
Grazie agli studi e alle attività di laboratorio proposti durante i tre anni di corso, gli iscritti acquisiranno tutte le competenze utili a diventare «tecnologi esperti nella gestione delle fasce costiere, delle aree portuali, delle navi e del monitoraggio marino».
«I laureati – si legge nella scheda di presentazione del corso - potranno entrare in un mercato del lavoro in forte espansione, incontrando le esigenze di compagnie di navigazione, imprese di logistica e trasporto marittimo, della cantieristica navale e del turismo nautico, autorità di sistema portuale, enti per il controllo e la gestione dell’ambiente marino. Il titolo di studio conseguito, inoltre, consente di partecipare ai concorsi pubblici rivolti alla “gente di mare”. Le opportunità che lo sviluppo dell'economia del mare offre alla realtà locale calabrese e alle istanze che provengono dal tessuto produttivo sono molteplici, legate alle potenzialità di un’area di circa 800 km di linea di costa (il 10% dell’intero patrimonio costiero italiano) a forte vocazione turistica e marittima».
«La filiera della economia del mare in Calabria – si legge ancora - incide per il 4,4% degli occupati e per il 5% dell’intero valore aggiunto. Basti pensare alla presenza dei porti di Reggio Calabria e Villa San Giovanni (appartenenti all’Autorità di sistema portuale dello Stretto che garantiscono il trasporto delle persone e delle merci nello Stretto di Messina e verso il Mediterraneo), dell’Autorità di sistema portuali dei Mari Tirreno e del Basso Jonio (per il controllo dei porti di Gioia Tauro, Corigliano - Rossano, Crotone, Palmi e Vibo Valentia) e in particolare del porto di Gioia Tauro, il più grande terminal per il transhipment presente in Italia e nel Mediterraneo».
Insomma una grandissima opportunità che potrebbe essere colta attraverso collaborazioni e, perché no, una sede distaccata nel nostro territorio che rilanci anche le aree portuali e marittime dell’intero arco jonico.