Aspettando la variante, a Insiti mancano ancora acqua e sistema fognario
A distanza di oltre sette mesi dall’insorgenza del “problema sottoservizi” attorno al cantiere del nuovo ospedale non si muove nulla. Se per l’acqua si ovvierà con un pozzo chi realizzerà (e quando) il collettore fognario a servizio della struttura?
CORIGLIANO-ROSSANO – Estote Parati! Siate pronti, è un’esortazione evangelica che travalica i confini della fede e del cristianesimo e che di plasma universalmente su ogni attività umana. Ed è la stessa esortazione che oggi s’invoca per il nuovo ospedale della Sibaritide. Un grande cantiere dove, da sempre, si cerca di fare melina, di trovare il pretesto della polemica ma dove, onestamente, in pochi fino ad oggi hanno messo faccia e investito la propria credibilità. Per dirla più francamente, ancora oggi sono in pochissimi a credere – anche e soprattutto all’interno del mondo delle Istituzioni – che quella struttura prima o poi possa vedere la luce e diventare un centro di eccellenza sanitaria della Sibaritide. Atteso che, fuori dal perimetro di quella mega infrastruttura, manca tutto e purtroppo non si muove nulla.
Era il 14 ottobre del 2022, quando dalle pagine dell’Eco dello Jonio, lanciammo l’allarme sulla rete di sottoservizi del nuovo ospedale, dall’acqua al metano passando per la fognatura, che ancora oggi mancano in supporto al costruendo nosocomio di Insiti. All’epoca suscitammo l’ilarità, tra gli altri, del sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, convinto che quello dei sottoservizi sarebbe stato (e continuerebbe ad essere) «un problema che si risolve in una mezza riunione». Sarà, ma tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo tanta roba che rischia di far dilatare, ancor più di quanto non siano stati disgraziatamente dilatati, i tempi per la messa in esercizio di un’opera strategica e fondamentale.
Già, perché anche per impiantare un metro di tubazione, oltre ai soldi, occorrono tre stadi di progettazione, gare d’appalto, affidamento dei lavori, fase di realizzazione e collaudo. Immaginabile cosa comporta mettere a terra un piano di affrancamento dall’isolamento dei servizi per una infrastruttura che, in sostanza, sarà una piccola cittadella dove quotidianamente graviteranno non meno di 5mila utenti.
Chi realizzerà la condotta idrica? Chi l’impianto fognante e/o di depurazione? Quando sarà realizzata la rete del metano? Dicevamo della diffidenza delle istituzioni, in primis. L’idea, da quanto percepito, è che tutti ora attendano l’esito della proposta di variante sanitaria e tecnologica a cui dovrebbe essere sottoposto il nascente ospedale di Co-Ro e che dovrebbe portare a nuovi investimenti. Sarà proprio dall’esito di questa variante (i cui riscontri si dovrebbero avere entro il prossimo autunno) che si decideranno le sorti del polo sanitario jonico e quindi anche tutte le opere complementari da farsi.
Se così fosse sarebbe una mezza follia. E il perché è presto detto. La Sibaritide attende l’attivazione di questo nuovo ospedale dal lontano 2007. Da allora sono trascorsi 16 anni, quattordici dei quali passati tra pose di prime pietre e bonifiche belliche, fallimenti e interdittive antimafia. Quello che oggi vediamo a Insiti è il frutto di soli due anni e mezzo intensi di lavoro (per di più inficiati dall’emergenza Covid). Se la proposta di variante in valutazione (che poi sarebbe anche l’ultima) dovesse andare in porto, per completare l’opera occorreranno altri due anni e mezzo dal momento della chiusura dell’iter burocratico (che potrebbe ultimarsi nel primo semestre 2024). Quindi, nella migliore delle ipotesi, tutto dovrebbe essere completato entro la fine del 2026: a 19 anni dal concepimento dell’idea.
Ma potrebbe esserci un problema, grottesco e rilevante, frutto ancora una volta di insipienza e inutili attese.
Si correrà il rischio di avere un ospedale senza sottoservizi: senza acqua né fogna. E questo perché i tempi di realizzazione di un impianto idrico ma ancor più di un impianto di depurazione e/o di collettamento delle acque reflue, appaiono più lunghi dei tempi che occorreranno per realizzare la stessa variante.
Le idee in campo sono tante. Per rifornire d'acqua il futuribile ospedale si era pensato ad un pozzo autonomo, mentre sul sistema fognario c'erano due soluzioni: la realizzazione di un depuratore in house all'interno dell'ospedale oppure il collegamento al “vicino” depuratore di Boscarello che in linea retta dista 2,5km e che un'eventuale linea di collegamento dovrebbe attraversare due torrenti (il Gennarito e il Coriglianeto). Non sono opere che si realizzano dalla sera alla mattina o con uno schiocco di dita. E poi non si sa ancora chi dovrà realizzarle, se il Comune di Co-Ro, la Regione Calabria o il Concessionario!
Insomma, a parte le chiacchiere, su Insiti ancora oggi non esiste alcun progetto per fornire la zona dei servizi essenziali e imprescindibili. Ci vorranno anni per realizzarli e nessuno si sta preoccupando seriamente di come colmare questo gap.