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Nomi sballati, vie duplicate e un nome di città troppo lungo... A Co-Ro la toponomastica è un problema

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CORIGLIANO-ROSSANO - La bellezza e la vivibilità di una città, oltre che con le strade asfaltate adeguatamente, abitazioni dignitose e non abbandonate a sé stesse, pulizia e cura degli ambienti, si determina anche con la segnaletica stradale, sia quella verticale che quella orizzontale.

Corigliano Rossano si sta adeguando agli standard di una città moderna grazie ai lavori di bitumazione delle strade, anche quelle delle periferie e grazie alla solerzia del gruppo DECORO che alacremente riporta bene in vista la segnaletica orizzontale. Strisce pedonali e segnali di stop agli incroci sono sempre visibili, così come sempre ben manutenzionate sono inferriate e passamano in metallo.

Anche le vecchie indicazioni degli ex Comuni di Corigliano Calabro e di Rossano vengono sostituiti con quelle del nuovo comune unificato.

Va posta però maggiore attenzione alla segnaletica verticale.

Qualche tempo fa ha fatto bella mostra di sé un cartello indicante l’abbazia del Patire, situato all’imbocco del traforo a Rossano Centro, con un errore marchiano; l’indicazione era “Abazzia” con una b e due zeta, poi corretta.

Ci sono ancora alcuni segnali che vanno corretti, come quello di Via Mons. Antonio Guarasci, nel quale è riportato che è stato un vescovo. Purtroppo per lui, ma anche per i suoi parrocchiani, non è così; Monsignor Guarasci è stato lo storico parroco di San Pietro a Rossano Centro.

Una verifica della situazione complessiva non sarebbe male, anche se è all’opera la commissione per la toponomastica che potrebbe stravolgere l’attuale sistema viario cittadino. Tante infatti le doppie citazioni viarie degli ex comuni di Rossano e Corigliano Calabro.

Forse si dovrebbe riflettere anche sul nome della Città; Corigliano Rossano oltre ad essere troppo lungo, pone problemi anche ai moduli informatici dove uno spazio o un trattino inibiscono il buon fine della procedura. CoRo potrebbe essere la soluzione giusta, ma andrebbe richiesto alle Poste di prevedere anche dei CAP diversi per ogni area urbana come succedeva già negli anni dell’introduzione di questo codice.

Il problema della segnaletica non è comunque solo quello cittadino. Sulle varie strade, statali o provinciali che siano, la segnaletica lascia molto a desiderare; vecchi ed arrugginiti cartelli indicano vecchie strade, magari chiuse al traffico, senza considerare la scarsa attenzione delle ditte che eseguono i lavori e quando sono terminati lasciano cartelli fuorvianti in bella mostra.

Capita spesso di imbattersi in segnali indicatori che riportano chilometraggi sbagliati per raggiungere determinate destinazioni; quando succede di incontrare sulla propria strada una segnaletica sbagliata, i viaggiatori locali non ci prestano attenzione perché conoscono le strade, ma quando succede a turisti occasionali, i poveri malcapitati sono costretti a fare giri assurdi con diversi chilometri in aggiunta.

Alcuni esempi: sulla strada della Sila, allo svincolo dove era ubicato il ristorante da Camillo, esiste un cartello dove viene indicato che Rossano dista oltre sessantacinque chilometri; questo è vero, ma solo se si gira per Longobucco dalla vecchia statale ormai in stato di abbandono; seguendo invece la strada verso gli svincoli di Acri e Corigliano i chilometri reali sono poco più di trenta. Nei pressi della rotonda di via Nazionale all’incrocio con corso Italia, c’è una indicazione per Longobucco, ma tutti sappiamo che è impossibile raggiungerlo per quella strada perché la strada per Paludi è interrotta da anni. Altro esempio di cattiva gestione delle indicazioni stradali è stato quando è stata chiusa al traffico la galleria che a Rossano Centro portava al Traforo; dopo la realizzazione della rotonda e l’apertura della strada provvisoria, un grosso cartello giallo, lasciato lì dalla ditta appaltatrice, per alcuni mesi successivi, indicava quale unica strada quella di Porta Cappuccini.

Forse bisognerebbe chiedere ad Anas e Provincia di essere più attenti alla segnaletica indicatoria della nostra città; un’attenzione maggiore ed una segnaletica adeguata potrebbe migliorare la situazione perchè ne va anche del decoro della Città.

Gino Campana
Autore: Gino Campana

Ex sindacalista, giornalista, saggista e patrocinatore culturale. Nel 2006 viene eletto segretario generale regionale del Sindacato UIL che rappresenta i lavoratori Elettrici, della chimica, i gasisti, acquedottisti e tessili ed ha fatto parte dell’esecutivo nazionale. È stato presidente dell’ARCA territoriale, l’Associazione Culturale e sportiva dei lavoratori elettrici, vice presidente di quella regionale e membro dell’esecutivo nazionale. La sua carriera giornalistica inizia sin da ragazzo, dal giornalino parrocchiale: successivamente ha scritto per la Provincia Cosentina e per il periodico locale La Voce. Ha curato, inoltre, servizi di approfondimento e di carattere sociale per l’emittente locale Tele A 57 e ad oggi fa parte del Circolo della Stampa Pollino Sibaritide