Comunicazioni social: il sindaco di Calopezzati chiede ad Amodeo di non utilizzare lo stemma comunale
Il consigliere comunale di opposizione si dice deluso perché sperava di ricevere comunicazioni ben diverse, e cioè risposte puntuali alle richieste riguardanti l'attività di gestione e amministrativa dell'ente

CALOPEZZATI - «Nella giornata di ieri ho ricevuto, tramite posta elettronica certificata, una comunicazione dal Sindaco di Calopezzati, Edoardo Antonello Giudiceandrea, con la quale mi si intima di non utilizzare lo stemma del Comune nelle istanze ufficiali che invio, con puntualità e trasparenza, nell’ambito della mia attività di controllo amministrativo e che, per ragioni di trasparenza, pubblico sui miei canali social». Così in una nota il consigliere di minoranza, Mario Amodeo.
«Pur prendendo atto della richiesta e confermando che la rispetterò, non posso tacere la mia profonda delusione: immaginavo che una simile comunicazione, tanto lunga quanto inaspettata, potesse contenere ben altre notizie. Magari una risposta alla mia richiesta – pubblica e civile – di copertura delle spese legali pagate da tutti i cittadini di Calopezzati con le loro tasse (500 euro), per una denuncia per diffamazione rivelatasi del tutto infondata e archiviata in sede giudiziaria. Invece, nulla. Nessuna parola su questo. Né su altro».
«Tant’è che ad oggi - va avanti - restano senza risposta le mie richieste protocollate, inviate a partire dal mese di aprile: interventi urgenti per la viabilità urbana e rurale in condizioni disastrose; pulizia, disinfestazione e derattizzazione del territorio; ripristino del decoro nella spiaggia comunale; sistemazione e messa in sicurezza dei marciapiedi; accesso agli atti su spese per cancelleria, carburante, stampanti, manifestazioni e convegni; aggiornamenti su agibilità degli edifici comunali e stato delle concessioni demaniali marittime; chiarimenti sugli atti relativi all’aumento dell’IMU, ai presupposti del dissesto finanziario, e sulla conformità normativa delle aiuole e marciapiedi».
«Molte di queste richieste hanno superato ampiamente i termini di legge (30 giorni) senza alcuna risposta, rendendo necessarie, mio malgrado, diffide formali. Trovo pertanto assurdo e paradossale che il Sindaco scelga di esercitare la propria autorità solo per intimare il rispetto formale di uno stemma comunale, mentre ignora sistematicamente il rispetto sostanziale della legge, che impone trasparenza e risposte ai cittadini. Il rispetto delle regole non può essere preteso solo quando fa comodo».
«Il Comune di Calopezzati - conclude - ha il dovere morale e legale di dare risposte ai propri cittadini. Il silenzio amministrativo non è solo una mancanza di rispetto verso chi rappresenta le istituzioni: è una ferita aperta alla democrazia e alla fiducia della comunità».