Tribunali, sembra la volta buona. Il Ministro Nordio: «Riapriamo presidi giudiziari soppressi»
Mentre in Commissione Giustizia, Rapani relazionava sulla proposta di revisione della Riforma 2012, alla Camera il Guardasigilli è ritornato sulla vicenda: «Spending review fallimentare». Delmatro: «Ci siamo!»
CORIGLIANO-ROSSANO – Con oggi potrebbero aprirsi giornate e settimane decisive per la riapertura del Tribunale di Rossano (oggi di Corigliano-Rossano). Se la misura delle parole della politica dovesse avere – come dovrebbe – riscontro reale nei fatti, allora è il caso di dire, senza timore di smentita: questa è la volta buona. E questo, perché, il Governo Meloni continua a non far mistero – pur non essendo più forza di opposizione – del fallimento prodotto in termini di risultati e di risparmio economico dall’allora Riforma della Geografia giudiziaria, varata nel 2012.
Lo va dicendo da sempre Ernesto Rapani, oggi senatore della Repubblica e maggiorente di Fratelli d’Italia, e a ruota lo seguono, con sempre maggiore incisività, anche i componenti dell’esecutivo nazionale.
E proprio mentre oggi il parlamentare coriglianorossanese in seno alla Commissione Giustizia del Senato relazionava sulla proposta di revisione della Riforma 2012 che dovrebbe dare nuova vita ad alcuni dei presidi di giustizia tagliati dalla scialba legge 155/2012, tra i quali proprio quello di Corigliano-Rossano, alla Camera, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo al question-time è andato oltre: «Riapriamo alcune sedi giudiziarie soppresse» ha detto il guardasigilli, aggiungendo anche che è al vaglio del Ministero la «eventuale rimodulazione delle competenze territoriali degli stessi».
Insomma, il capo del dicastero di via Arenula non poteva essere più chiaro. Persino più chiaro di qualche mese fa, quando proprio alla Camera, sempre durante un question-time, rispondendo ad un’interrogazione della deputata Elisa Scutellà, aveva rimarcato i danni abnormi prodotti dalla riforma Monti-Severino ai quali il Governo avrebbe posto rimedio.
E non finisce qui. Fratelli d’Italia, sull’affaire della riapertura dei tribunali soppressi, oggi si può dire che abbia posto il cuore oltre l’ostacolo. Perché, a fare da eco alle parole di Nordio nell’aula di Montecitorio, ci ha pensato il viceministro alla Giustizia, Andrea Delmastro delle Vedove, che dal Transatlantico ha posto un altro sigillo sulla questione dei tribunali collegandola direttamente ad una più profonda e palpabile questione sicurezza: «Dal Ministro Nordio – ha detto Delmastro, ribadendo un concetto che aveva già circoscritto nella sua visita di qualche settimana fa a Corigliano-Rossano - parole inequivocabili sulla chiara volontà del Governo di rivedere la scellerata ed infausta riforma della geografia giudiziaria. Non è più l’epoca in cui lo Stato arretra, spegnendo luci di legalità sul territorio! Valorizzare la giustizia di prossimità significa erogare servizi di giustizia al Cittadino e far percepire la presenza dello Stato sul territorio».
Ora, dalle parole bisognerà passare ai fatti. Che in politica – dicevamo – non è sempre scontato. Perché per far sì che tutte le cose vadano per il verso giusto occorre che la cosiddetta filiera istituzionale, dall’apice alla base, risponda concretamente alle liturgie democratiche. Oggi sappiamo che c’è una volontà precisa del Governo centrale - proprio Nordio ha annunciato oggi pomeriggio che «i primi provvedimenti per la riapertura delle sedi giudiziarie (quelle delle aree terremotate d’Abruzzo) sono già inserite nel disegno di legge inserito nel collegato alla legge di bilancio 2022». Sappiamo che c’è un’altra volontà chiara da parte della Regione Calabria, esplicitata con la proposta di modifica normativa 66/2022, di accollarsi le spese di gestione del riaprendo tribunale di Corigliano-Rossano. Manca solo – ma è solo una formalità che, stante così le cose, dovrebbe essere presto superata – la disponibilità formale dell’immobile da parte del Comune. Che, a questo punto, dati i tempi ristretti, potrebbe essere proprio la sede giudiziaria storica di piazza Santo Stefano. Come scrivevamo stamani, la palla passa in mano a Stasi che ha già detto di dare il suo “nulla osta”. Ma forse non basta. Serve la determinazione del Consiglio comunale.