Co-Ro: la bellezza del somaro non basta. Il nostro patrimonio va governato
Approccio scientifico, pianificazione e investimenti mirati. L'esempio di Tropea raccontato in un evento organizzato dall'associazione Otto Torri sullo Jonio non solo insegna, ma stimola la nostra città a fare di più

CORIGLIANO – ROSSANO – Bella che non ti va di ballare. E sì che Coez senza saperlo ce lo ha cantato in faccia la notte di Capodanno. La terza città della Calabria ha davvero tutto: natura, arte, storia e ottima cucina. Eppure, come una novella Cenerentola rassegnata al proprio destino, si piange addosso convinta di non avere niente.
Bisogna insistere, pianificare. Adottare un approccio scientifico. La prova che perseveranza e progettazione siano gli ingredienti base per rendere il turismo una voce attiva del bilancio, ce l’ha data ieri il sindaco di Tropea Giovanni Macrì, che in un incontro organizzato dall’associazione Otto Torri sullo Jonio presso il Centro di Spiritualità Isabella De Rosis, ha snocciolato la sua ricetta che ha reso quella bomboniera di soli 800 metri di litorale una delle mete più ambite d'Europa.
E pensare che 3,5 km quadrati di superficie per un mozzico - seppur bello - di costa, hanno generato per il 2022 all’Amministrazione un milione di euro di introiti soltanto grazie alla tassa di soggiorno e altrettanti soldi per le strisce blu. Due milioni di euro incamerati senza sforzo che verranno reinvestiti per il decoro del borgo e per attività che siano in grado di richiamare altri turisti. Iniziative mirate ed eventi studiati per attrarre un turismo di qualità che sia capace di apprezzare la città non soltanto per i suoi scorci mozzafiato ma per il tipo di accoglienza che negli anni, con un approccio studiato e metodico, ha imparato ad offrire.
Certo, Corigliano Rossano non è Tropea. E con questo ci riferiamo alle dimensioni e ai relativi problemi legati alla maggiore estensione del territorio. Gestire un comune più piccolo è più semplice che gestire un grande territorio. Co-Ro, tra l’altro, dopo liti di campanile, scaramucce e battaglie, si è risvegliata - per la fusione - la terza città della Calabria. Ma la fusione, ben cristallizzata sulla carta, non è ancora stata metabolizzata né dai cittadini né da buona parte degli amministratori, i quali ancora stentano a governare con una visione d’insieme capace di superare i singoli municipalismi.
Ci sono località, soprattutto quelle a vocazione marittima, per le quali la destagionalizzazione è una sfida tutta aperta, e che già da adesso, a febbraio, stanno pianificando i villaggi di Natale e le luci d’artista, le cosiddette luminarie. Febbraio per dicembre. Iniziare per tempo, strutturare, partire prima per arrivare presto e bene. Un concetto che per noi non è proprio di casa. Quali politiche sta attuando Corigliano Rossano per accrescere il suo potenziale di meta turistica? La bellezza del somaro non basta. La bellezza, in sostanza, va governata.
L’estate praticamente è dietro l’angolo e qua si sta ancora discutendo del piano spiaggia, dell’unificazione del litorale di Co-Ro, di come rifare il lungo mare. Presto che è tardi come direbbe Alice nel paese delle meraviglie. La terza città della Calabria è abituata - da sempre - a giocarsi tutto (e male) nei tre mesi estivi – ad agosto a dire il vero -. Programmi e cartelloni con proposte talmente variegate che sembrano voler sparare nel mucchio nella speranza di cogliere almeno qualcosa. Ecco, a guardare altri esempi più o meno virtuosi, questo potrebbe essere un metodo da revisionare.
Dovremmo prima capire bene chi siamo per avere la giusta consapevolezza di ciò che potremmo offrire. Di cosa vogliamo raccontare e degli itinerari non solo storici e archeologici ma anche esperienziali che vorremmo far fare a chi sceglie la nostra città per trascorrere le proprie vacanze. È partendo dalla nostra identità, da ciò che siamo e abbiamo, che potremmo confezionare un’adeguata proposta turistica in direzione della quale convogliare sforzi e investimenti.
Ecco, gli investimenti. Tropea, come raccontato da Macrì, spende con la piena consapevolezza non solo di recuperare, ma di moltiplicare i guadagni sui soldi spesi. Investe in iniziative ed eventi che siano in grado, a sua volta, “di far mangiare” tutta la città nella sana logica per la quale ogni iniziativa deve riversare a cascata benessere sulle attività ricettive e commerciali in modo da salvaguardare l’intero indotto.
Mai come nel turismo è valido il detto secondo il quale chi più spende meno spende. Certo, dipende come. Di bellezze naturali e artistiche la nostra città ne ha da vendere. Aspettano solo di essere debitamente considerate e amministrate.