Al via la grande riorganizzazione dell’Asp. Ma la riattivazione degli ospedali soppressi resta un tabù
Entro i prossimi 30 giorni bisognerà definire il nuovo Atto Aziendale, c’è il Decreto del Commissario Occhiuto. Come si potrà definire il documento se ancora mancano gli indirizzi sulla organizzazione territoriale e ospedaliera?
CORIGLIANO-ROSSANO – Il mese di marzo sarà determinante per conoscere il futuro della sanità sui territori calabresi. Con Decreto N.54 del 16 febbraio scorso, il presidente/commissario ad acta alla sanità in Calabria, Roberto Occhiuto, ha stabilito che i Commissari Straordinari delle Asp della Regione Calabria dovranno entro 30 giorni adottare gli atti aziendali tenendo conto, ovviamente, di tutte le prospettive (e anche gli impegni) tracciate dalla struttura commissariale.
Un ordine perentorio, quello di Occhiuto, che vuole chiudere con una certa celerità l’impianto organizzativo per passare subito alla seconda fase del piano. Quella, cioè, di mettere mano concretamente al servizio sanitario territoriale, alla riorganizzazione degli ospedali ma, soprattutto, passare alla fase di investimento dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Soldi, questi, che sono vincolati all’attuazione di una nuova e profonda riforma del diritto alla salute.
Sorge, però, un dilemma in queste ore. Come faranno i commissari delle Asp calabresi e, nel caso specifico, il commissario dell’Asp di Cosenza a stilare il nuovo Atto aziendale se dalla struttura commissariale non è ancora giunta alcuna comunicazione sulla organizzazione territoriale ospedaliera?
È una questione chiave non tanto per capire se gli ospedali soppressi nel 2011, da Cariati a Trebisacce per finire a Praia a Mare, saranno riaperti – anche perché c’è una volontà chiara di Occhiuto - ma soprattutto per sapere in che forma queste strutture sanitarie, strategiche per l’erogazione dei servizi sanitari, saranno rimesse in funzione. Saranno case della salute? Saranno ospedali di Comunità? O riconosciuti come ospedali di zona disagiata? Ad ogni modo, si comprende, che una qualunque delle forme che sarà declinata dovrà essere necessariamente presidiata da almeno una unità operativa.
Dunque, ecco perché sapere quanti e quali saranno gli ospedali messi a disposizione delle Aziende sanitarie da parte della struttura commissariale è estremamente necessario.
E questa determinazione è attesa soprattutto dai territori e dalle popolazioni che ormai da mesi, da quando Occhiuto ha preso la posizione chiarissima ed inequivocabile di porre rimedio agli effetti nefasti del piano di rientro dal debito sanitario che portò alla chiusura di ben 18 ospedali su tutto il territorio calabrese.
A Cariati, ad esempio, è una decisione che i comitati civici che presidiano il “Cosentino” viene attesa di giorno in giorno, di ora in ora, da almeno tre mesi. L’arrivo di quel decreto di riorganizzazione della rete ospedaliera, però, tarda ad arrivare. E ora, con la pubblicazione alle porte del nuovo Atto aziendale di cui anche l’Asp di Cosenza dovrà fornirsi, cresce ancora di più l’attesa.
E cresce anche in strutture ospedaliere più complesse come gli ospedali spoke di Corigliano-Rossano, dove l’adozione di questo nuovo strumento potrebbe finalmente aprire alla riorganizzazione interna dei due presidi del “Giannettasio” e del “Compagna”.
Del resto, è una procedura chiarita negli stessi indiritti del Dca 54/2023. La distribuzione delle unità operative complesse e delle unità operative semplici, infatti, saranno aggiornate in funzione dei decreti commissariali di aggiornamento della rete ospedaliera, dell’emergenza-urgenza e della rete territoriale. E tutto questo – ribadiamo – dovrà avvenire entro i prossimi 30 giorni, salvo deroghe che, però, da quanto abbiamo avuto modo di apprezzare negli ultimi mesi, non piacciono a Occhiuto.