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Montesanto “demolisce” le strategie turistiche dell’Amministrazione Stasi: «Il concerto di Coez ha prodotto solo 99 pernottamenti»

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CORIGLIANO-ROSSANO – Il turismo è uno dei moltiplicatori economici di un territorio, si calcola con i dati e, nel caso specifico, partendo dai numeri delle presenze di persone che scelgono una determinata destinazione, incrementando di fatto l’economia di quel territorio. Se si associa un evento alla voce turismo, quindi, si presume che quell’evento sia funzionale (e non viceversa) all’economia turistica. Seguendo questa logica, che poi è la logica assunta e consolidata almeno in Occidente, quindi, la programmazione natalizia di Corigliano-Rossano è stata un vero e proprio fallimento. A dirlo sono i dati, quelli presentati stamani in una conferenza stampa ad hoc, ospitata nella sede politica di Azione (la più importante tra le forze di opposizione alla maggioranza Stasi) a Corigliano scalo, dal direttore dell’associazione 8 Torri sullo Jonio Lenin Montesanto che insieme al laboratorio Nostos hanno analizzato i dati delle presenze e dei riscontri economici sul territorio in occasione del concerto di Capodanno e del lungo ponte dell’Epifania.

«Può essere considerato turistico ed economicamente sostenibile per un’istituzione pubblica locale un evento (il Concerto di Coez dopo la mezzanotte del 31 dicembre scorso), durato di fatto circa un’ora, costato almeno 234 mila euro (stando ai soli dati pubblicati ad oggi) e che ha generato, in una Città d’Arte di 74 mila abitanti e due centri storici di prestigio, soltanto 99 pernottamenti (una notte),dichiaratamente motivati da quell’evento in sole 9 strutture ricettive delle 46 risultate aperte sulle 106 disponibili e con un incasso stimato di meno di 3000 euro (per un costo di 30 euro in media a persona)?»

Parte da questa domanda l’analisi attenta di numeri e riscontri fatta da Montesanto a termine dell’ultimo periodo festivo di Co-Ro, ponendo una riflessione di concetto:  «Secondo un rapporto realizzato dal Centro Internazionale di Studi sull'Economia Turistica (Ciset) dell’Università Ca’ Foscari di Venezia con Confcommercio Italia e Agis nel 2019, ogni euro investito nell’evento identitario e distintivo (EID) Notte della Taranta (della durata di 22 giorni, con il concertone finale a Melpignano in provincia di Lecce) produce 14 euro di spesa dei visitatori per 5 euro di valore aggiunto (ovvero circa 17 milioni nell’edizione del 2019 di cui 13 milioni per servizi e 6 di valore aggiunto nel territorio, a fonte di 1,2 milioni investiti nell’organizzazione)».

Numeri impressionanti. Ma quella è la Notte della Taranta, un evento consolidato nel tempo e promosso in tutto il mondo, e qui – invece - stiamo parlando di una programmazione con grandi ambizioni ma che – come più volte sostenuto dal primo cittadino nel corso di queste settimane – in realtà parte ora, è solo in fase embrionale. Già, anche se – a sentire Montesanto – il comune di Corigliano-Rossano nell’ultimo anno avrebbe speso circa 1,3 milioni in eventi («di cui 0 euro per una pianificazione strategica di comunicazione e marketing»). E infatti – e questo lo abbiamo detto e scritto più volte anche sulle pagine dell’Eco dello Jonio – anche la più bella e formidabile programmazione artistico-culturale vale zero se non ha una fase di conoscenza e promozione fuori dal contesto in cui si svolge.

Tant’è che i “numeri turistici” del concerto di Coez sono impietosi mentre quelli del lungo ponte dell’Epifania e dei mercatini di Natale a Corigliano-Rossano sono praticamente inesistenti se non addirittura in perdenza. Eccoli 8TJ-Nostos ha intervistato 100 delle 106 strutture ricettive censite su tutto il territorio comunale. Hanno risposto in 84 («10 delle quali hanno curiosamente rifiutato di fornire dati»). Meno della metà (46) sono risultate aperte per Capodanno. Di queste soltanto 21 hanno fatto registrare dei pernottamenti (84 dei quali di provenienza territoriale e regionale) e meno della metà (9) hanno ospitato visitatori che hanno scelto Corigliano-Rossano per la notte del 31 dicembre, motivati dal Concerto di Coez. Rispetto alle 46 strutture aperte a Capodanno ricontattate per l’Epifania, soltanto 6 hanno fatto registrare 14 pernottamenti (con durata media di 4 giorni) ma con altre motivazioni e con un incasso stimato di 420 euro. Insomma, in termini turistici, stando alle fonti di 8TJ-Nostos, in piazza Le Fosse la notte del 31 dicembre c’erano soltanto 99 persone.

La rilevazione e misurazione proposta da Otto Torri/Nostos si è concentrata, poi, anche sulla soddisfazione economica dichiarata dalle attività commerciali aderenti allo specifico bando comunale per l’assegnazione di spazi adiacenti la piazza che ha ospitato l’evento-concerto in questione. «Dei 5 assegnatari – ha detto Montesanto - 3 hanno dichiarato perdite, uno pareggio ed uno soltanto ricavi». Queste le principali motivazioni registrate nelle interviste telefoniche ai titolari delle attività: «scarso preavviso e poca comunicazione dell’evento; inefficace posizione degli stand; utenza commerciale ridotta rispetto alle previsioni; non attrattività della proposta commerciale dopo la mezzanotte del 31».

E qui si innesca l’altra polemica di Montesanto nei confronti di Stasi: la comparazione tra le modalità di promozione ed organizzazione dell’evento di Capodanno di Corigliano-Rossano con alcune delle principali destinazioni turistiche di successo in tutto il Sud. «Da Palermo a Salerno, da Napoli a Bari a Matera, i rispettivi eventi di Capodanno sono stati promossi dal 2 al 13 dicembre massimo. Corigliano-Rossano soltanto dieci giorni prima, seguito, per gli altri principali concerti di Capodanno in Calabria, da Cassano Jonio, Catanzaro e Cosenza». Ma è sull’orario di inizio del concerto che sarebbe dovuto essere appunto di Capodanno che Corigliano-Rossano fa registrare una curiosa anomalia. «Mentre nelle principali destinazioni turistiche meridionali – ricorda Montesanto - gli stessi eventi, promossi settimane e settimane prima, sono iniziati dalle ore 20 di Napoli alle ore 23 di Matera (fino massimo alle 00.15 di Cassano Jonio), quello di Coez è iniziato un’ora dopo la fatidica mezzanotte».

Analogo monitoraggio Otto Torri/Nostos fa sulle cosiddette luminarie, delle quali l’Amministrazione Comunale ha annunciato nei giorni scorsi il prolungamento nel mese di gennaio, sull’esempio di altre famose destinazioni turistiche come Salerno e Bari. Anche in questo caso la comparazione con quelle due Città e con altre in cui si sono tenuti eventi specifici con luci artistiche («diverse dalle tradizionali luminarie») promosse con naming ad hoc Montesanto demolisce e fa a pezzi la “filosofia” di programmazione dell’Amministrazione Stasi. Da qui una serie di motivazioni a sostegno dell’antitesi stasiana: dalla tardiva promozione e comunicazione anticipata di Corigliano-Rossano, all’ubicazione delle luminarie che ha interessato soprattutto altre aree urbanizzate; dal naming specifico dell’evento alla consistenza stesse delle luminarie «che si configurano soltanto come un arredo urbano temporaneo connesso al calendario delle iniziative»; per finire al monitoraggio delle presenze e della soddisfazione della rete commerciale che a Co-Ro, differentemente da tutte le altre realtà poste a confronto, non esiste.

Insomma, Montesanto ha demolito dalle fondamenta la strategia turistica di Stasi. A questo punto, però, c’è da fare una riflessione che è di carattere culturale ancor prima che programmatica ed economica. Quanti a Corigliano-Rossano hanno la consapevolezza di cosa vuol dire fare turismo? A partire proprio dagli operatori di questo settore che il più delle volte sono persone prestate al turismo ma che di mestiere fanno tutt’altro. È una concezione vecchia di ospitalità e promozione che abdica all’attuazione delle buone pratiche di strategia, di cui ormai fanno uso tutte le realtà che ambiscono ad avere un’economia turistica; qui – alle nostre latitudini – invece si campa alla giornata, anzi, al momento. Perché fa più impressione una piazza stracolma di gente che un negozio, un bar o un albergo vuoto. La nostra idea di programmazione turistica, da sempre e oggi ancor di più, è funzionale all’ospite e non viceversa. E finché avremo questa consapevolezza, ogni buono studio, ogni buona lezione, ogni buon intendimento servirà praticamente a nulla. Anzi, sarà solo foriero di polemica.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.