Inquinamento elettromagnetico, ora serve una normativa regionale stringente per evitare danni ai territori
La Regione Calabria è una delle poche regioni italiane ancora non dotate di un quadro di leggi ad hoc. La battaglia del sindaco Papasso a Cassano Jonio potrebbe essere solo l'inizio di un effetto domino

CORIGLIANO-ROSSANO - La recente presa di posizione pubblica, da parte del sindaco di Cassano Jonio, Gianni Papasso, a proposito dell’inquinamento elettromagnetico, è la punta di in iceberg che, anche qui a Corigliano-Rossano, va ingrandendosi sempre di più. L’aumento considerevole di antenne per la telefonia pubblica e privata, pone irrimediabilmente degli interrogativi, primo fra tutti, quello legato all’incidenza che questi apparati possono avere sulla salute dei cittadini. In tale direzione è da anni che è stato avviato un acceso dibattito, ma a conti fatti, non si è voluto stabilire, in maniera scientifica l’incidenza che il cosiddetto “inquinamento elettromagneti” ha sull’aumento, davvero importante, dei casi tumorali sul nostro territorio.
È chiaro che qui non si vuole fare del facile allarmismo, anche perchè si tratta di questioni abbastanza delicate, ma, nello stesso tempo, è necessario che si intervenga con decisioni di carattere legislativo per regolamentare la problematica.
Ecco perchè bene ha fatto il sindaco Papasso ad investire del problema il presidente del Consiglio regionale, Mancuso, ed il presidente della regione, Occhiuto. Infatti il primo cittadino cassanese, ma quello di Corigliano-Rossano e tutti i sindaci calabresi si trovano senza strumenti legislativi per poter valutare se quell’antenna può essere collocata in quel posto oppure no. E’ quanto accaduto nei giorni scorsi a Cassano Jonio è l’ultimo caso di una lunga serie, li Papasso è stato costretto a bloccare l’installazione di un impianto perchè troppo vicino ad una zona densamente abitata nonchè vicino ad una scuola dell’infanzia, da qui l’iniziativa del sindaco che nella lettera, tra l’altro, scrive «Mi duole constatare che la Regione Calabria attualmente è una delle pochissime regioni italiane, se non l’unica, a non essersi dotata di una normativa regionale di riferimento riguardante la protezione ambientale e la prevenzione dei danni derivanti dall’esposizione dai campi elettromagnetici, a mio avviso fondamentale e necessaria. Una disciplina inerente la riduzione e la conformità dei limiti di esposizione al campo elettromagnetico ai sensi e per gli effetti della legge n.36 del 22 febbraio 2001 “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici».
Ecco perché vi è la necessità di fornire ai sindaci norme abbastanza precise, ciò per evitare «che si determinano tensioni – scrive Papasso - che sfociano in gravissime preoccupazioni per la tenuta dell’ordine e della sicurezza pubblica. A ciò si aggiunge che di fronte al vuoto normativo regionale molto spesso i sindaci sono costretti ad assumere provvedimenti che però si infrangono dinnanzi a sentenze del Tar e del Consiglio di Stato». Riteniamo che i tempi siano abbastanza maturi affinchè la Regione Calabria si doti di una legge quadro in materia, tenuto conto che l’attuale presidente Occhiuto essendo anche commissario per la sanità, può agire in perfetta autonomia senza dover correre il rischio che il commissario di turno, come avveniva nel recente passato, intervenga stoppando l’iniziativa regionale.