Turismo, ottima la spesa per gli eventi ma a Corigliano-Rossano non c’è ancora una strategia di marketing
L’investimento importante nelle programmazioni socio-culturali della città non prevede uno studio sui riscontri. Quanto fruttano all’economia locale gli eventi pubblici? Quali sono i flussi turistici intercettati? Quanto si spende in promozione?
CORIGLIANO-ROSSANO – Se un Comune spende dieci per un evento pubblico, virtuosismo amministrativo vorrebbe che quei dieci decuplichino a favore dell’economia locale. Perché attorno a quell’evento dovrebbero girare presenze che spendono almeno dieci volte tanto rispetto a quello investito dall’Ente pubblico. È una semplicissima regola di mercato. È possibile capire se questa proporzione è applicabile a Corigliano-Rossano? La risposta è no, perché al netto di tutte le buone pratiche dell’Amministrazione Stasi, che si è impegnata tantissimo per restituire alla cittadinanza eventi di indubbia qualità nel corso dell’ultima estate, ne manca una, fondamentale: la strategia di marketing.
La relazione dettagliatissima e puntuale del dirigente comunale di settore Giovanni Soda sulla programmazione del CoRoSummerFest fatta nel corso dell’ultimo Consiglio comunale («realizzati 130 eventi di cui 37 musicali, 33 culturali, 29 per famiglie e bambini») impone una prima questione: gli eventi vengono finalizzati al territorio o realizzati per la promozione e fruizione dello stesso territorio?
È necessario partire da questo assunto per capire, appunto, le strategie. Perché se è vero che Corigliano-Rossano spende circa 800mila euro per la stagione estiva è altrettanto vero che il paragone con altre realtà regionali, meridionali e italiane non regge. O quantomeno regge pochissimo se non supportato proprio dai dati di marketing.
Quanto fruttano all’economia locale gli eventi pubblici? Quali sono i flussi turistici intercettati? Quanto si spende in promozione? Questo nessuno lo sa e presumibilmente non lo sa nemmeno il comune di Corigliano-Rossano, almeno stando ai numeri illustrati dal settore Turismo.
Soda, da dirigente, è entrato a gamba tesa nella polemica che sta infiammando il dibattito politico cittadino nelle ultime settimane con accuse pesanti da parte delle aree di opposizione che hanno addirittura portato le “carte” del CoRoSummerFest sui tavoli della Corte dei Conti. Ha difeso il suo lavoro, quello degli uffici e – ovviamente – quello dell’Amministrazione comunale.
«Quest'anno – ha detto il dirigente del settore Turismo - è stato investito sui programmi di valorizzazione circa 10 euro per abitante, mentre la media nazionale è di quasi 24 euro per abitante. Per avere qualche dato, basta pensare che Otranto spende circa 90 euro per abitante sul settore di valorizzazione e promozione del territorio, Maratea 136 euro per abitante, Bari spende circa 14 euro per abitante». Certo, però è anche vero che le strutture ricettive di Otranto, la città bianca, sono overbooking tutto l’anno (e lo sono state anche nei periodo di apertura della pandemia), che Maratea vive e punta su alcuni eventi attrattori di caratura internazionale che la portano ogni tre per due ad avere uno spazio promozionale sui maggiori media network nazionali ed europei, che Bari è un capoluogo di provincia, nonché un hub crocieristico tra i più importanti del Mediterraneo oltre ad avere un patrimonio artistico-storico-culturale che, di fatto, si promuove da sé. Ma non è la spesa pro-capite il punto focale, anche perché ci sono realtà in Calabria che sono più piccole di Corigliano-Rossano che spendono meno e hanno ritorni certificati, in termini di numeri e introiti, che la terza città della Calabria nemmeno immagina. Si pensi a Tropea (che nel mese di agosto non ha speso nemmeno un euro in eventi), si pensi a Roccella Jonica e al suo Roccella Summer Fest, ma senza andare troppo lontano si pensi a Cassano Jonio e alla “sua” Sibari dove addirittura il comune guadagna di più dalle presenze turistiche rispetto a quanto in realtà spende in eventi.
Certo, a dire la verità non regge nemmeno il paragone con il passato. E in questo sbagliano gli ex amministratori ma anche gli attuali. Corigliano-Rossano non è la somma di Corigliano e Rossano. Anche perché per effetto della fusione non solo la nuova città ha il potenziale di spendere di più ma ha anche opportunità di accesso ai finanziamenti che prima le due estinte città non avevano. E ne è la prova il fatto che, sicuramente grazie alle capacità amministrative della città, ma soprattutto per la centralità che oggi assume la città, il Comune di Co-Ro per i soli eventi socio-culturali è riuscito ad intercettare una somma pari a circa 300mila euro nel solo 2021. Cifre che nel periodo pre-fusione erano pressocché impossibili e anche impensabili.