Corigliano-Rossano campione di solidarietà: i cittadini al fianco della Chiesa per aiutare gli ultimi
Il direttore della Caritas don Cipolla: «in sinergia con le parrocchie abbiamo garantito pasti caldi, medicine, coperte e beni primari. I nuovi poveri sono in aumento, ma la nostra gente ha saputo dare prova di grande generosità»
CORIGLIANO - ROSSANO - Quest’anno il regalo più prezioso è stata la solidarietà. La città unica ha messo in circolo il suo amore e sotto l’albero, anzi a Rossano Scalo e presso la Parrocchia di Santa Maria di Nives a Schiavonea, ha donato giocattoli ai bambini meno fortunati garantendo anche a loro il passaggio di Babbo Natale. «Una risposta straordinaria – ha commentato il direttore della Caritas don Claudio Cipolla – che ha confermato la grande generosità della nostra gente».
Oltre 100 giocattoli consegnati nella sola Rossano ma anche copertine per bambini, ciucci, carrozzine e pacchi con generi alimentari per le famiglie più disagiate. Per rafforzare il senso di comunità e non lasciare indietro nessuno, dal 13 novembre al 5 dicembre sono state organizzate anche sei cene per i poveri, la prima a casa del Vescovo e le altre nei comuni di Rossano, Corigliano, Cariati, Mirto e Terranova. In tutto questo le 4 mense Caritas sono state sempre attive e, purtroppo, sempre piene. Proprio qui, la sera del 24, hanno consegnato anche i pasti per il 25 dicembre. Adesso si pensa al menù del 1 gennaio.
Pasti caldi, coperte, medicine da banco che spaziano dai classici antipiretici agli sciroppi per la tosse e lenzuola. Poca cosa di fronte al grande malessere e alle condizioni precarie di chi sta attraversando un momento di profonda difficoltà, ma un’importante mano tesa che accende la speranza e ricorda che, in fondo, nessuno si salva da solo.
«Un grande regalo – aggiunge don Cipolla – è stato vedere chi è stato aiutato in passato aiutare adesso, a sua volta, gli altri». E allora è proprio così: il bene chiama bene. Quello che fai per gli altri, prima o poi, ritorna. La grande famiglia della Caritas, con l’indispensabile aiuto delle parrocchie, ha accesso nel cielo della nostra città una luce molto più potente di quella delle luminarie: la luce dell’amore.
E poi ci sono coloro che ogni giorno scelgono la strada piuttosto che un tetto confortevole per ripararsi. La Chiesa non dimentica neppure loro. «Queste persone – sottolinea il direttore della Caritas – difficilmente si recano nelle mense o chiedono aiuto. Noi stiamo andando anche da loro e portiamo cibo e coperte. Così come arriviamo nella baraccopoli di Schiavonea dove l’affluenza può variare da un numero di 30 a 80 persone. Anche qui cerchiamo di portare sollievo e generi di prima necessità».
Organizzata poco prima di Natale anche una raccolta alimentare presso un supermercato di una grande catena di distribuzione dove, per tre giorni, i clienti hanno potuto scegliere di acquistare e donare dei prodotti da mettere sulle tavole dei più bisognosi.
E poi c’è il vero tema, quello dell’ascolto. «Non ci limitiamo ad aiutare – ricorda don Claudio – ma cerchiamo di andare a fondo del problema e capire perché la persona versa in questo stato di indigenza. Indaghiamo il percorso, le cause e cerchiamo il modo di risalire insieme la china. Scalda il cuore questa grande solidarietà dimostrata dalla nostra gente, ma il dato del continuo aumento dei poveri, e non mi riferisco soltanto agli stranieri, è inarrestabile e preoccupante».