Consorzio di bonifica, piove sul bagnato: «La Regione ha bocciato il bilancio preventivo»
I sindacati svelano un'anteprima sul documento programmatico e finanziario dell'ente consortile e tornano a chiederele dimissioni del presidente Blaiotta
TREBISACCE – È stata una giornata densa di eventi quella che la cronaca ha registrato oggi in merito alla vicenda della protesta delle tute verdi del Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini dello Jonio Cosentino.
La protesta, come vi abbiamo raccontato, va avanti da giorni e verte sul mancato pagamento di diverse mensilità e oggi ha raggiunto un nuovo apice.
La mattinata è iniziata con la notizia di due operari del consorzio saliti sul tetto della sede dell'ente a Trebisacce per manifestare ulteriormente lo stato di disperazione che loro, i loro colleghi e le famiglie di tutti coloro che orbitano intorno all'ente, stanno vivendo.
Poco dopo è giunto il corpo dei Vigili del fuoco di Cosenza, che ha messo in sicurezza l'area, raggiunto i manifestanti sul tetto con un braccio meccanico cabinato per portare loro primo soccorso, e dispiegato un gigantesco materasso gonfiabile sul terreno, il prossimità della loro posizione nel caso in cui avessero decisero di compiere un gesto insano, per sicurezza e come da procedura.
Per farlo hanno dovuto tagliare alcuni alberi e una siepe.
Poco dopo sono giunti sul posto il Vescovo di Cassano Jonio, Mons. Francesco Savino, e il sindaco di Cassano Jonio, Gianni Papasso.
Il Vescovo Savino, come vi abbiamo raccontato, bardato con una cinghia di sicurezza e indossato un casco dei vigili del fuoco è salito sul braccio meccanico per parlare con gli operari siti sul tetto della struttura, e li ha convinti a scendere giù.
Nel frattempo, nel piazzale sottostante posto all'interno della sede del consorzio erano presenti, come da giorno ormai avviene, tanti operai dell'ente e le sigle sindacali Flai Cgil- Fai Cisl- Filbi Uil rispettivamente rappresentati da Federica Pietramala, Antonio Pisani e Marco Stillitano.
Dall'interlocuzione con i rappresentati delle sigle sindacali si è appresa una notizia di particolare rilevanza: a quanto pare la Regione Calabria avrebbe bocciato il Bilancio di previsione del Consorzio.
Anche alla luce di questa notizia Federica Pietramala, Antonio Pisani e Marco Stillitano rispettivamente per Flai Cgil- Fai Cisl- Filbi Uil, oltre a tornare sulla richiesta di dimissioni del presidente del consorzio Marsio Blaiotta, hanno diffuso una nota stampa, nella quale rivolgono ai consiglieri d'amministrazione dell'ente un appello:
«Chiediamo - si legge nella nota - un'assunzione di responsabilità da parte dei componenti il Consiglio di amministrazione dell'ente Consortile.
Vista la drammaticità della situazione in cui versano centinaia di famiglie. Un'assunzione di Responsabilità che darebbe una risposta concreta a centinaia di lavoratori padri e madri di famiglia. Ricordiamo che è da settimane che ininterrottamente giorno e notte con il susseguirsi di incontri sia con i rappresentanti della politica tutta (maggioranza ed opposizione) oltre che con i sindaci del territorio ed il vescovo di Cassano, i lavoratori mantengono il presidio davanti la sede dell'ente Consortile.
Ci chiediamo che fine hanno fatto i membri del Consiglio di amministrazione del consorzio.
Non sarebbe forse giunto, viste le sofferenze dei lavoratori, il momento di chiedersi perché si è arrivati a questa situazione debitoria fuori controllo e quali sono le proprie responsabilità in merito?
Si vuole sottolineare, ai ben quindici consiglieri, che l'amministrazione di un Ente è sinonimo di responsabilità sia verso i propri dipendenti che verso le rispettive famiglie.
Oggi questa responsabilità sembra completamente disattesa e ad avviso di tutti i lavoratori, vista l'incapacità di continuare a pagare i salari e stipendi garantendo quindi un futuro dignitoso, sarebbe il caso forse di fare un passo indietro attraverso una dimissione collettiva di tutti i consiglieri.
Oggi un altro gesto eclatante con lavoratori che hanno rischiato la vita salendo sul tetto dell'ente consortile per gridare per l'ennesima volta il riconoscimento del loro diritto.
Ci chiediamo: cosa dovra' succedere per farsi ascoltare?»
Ai nostri microfoni i rappresentanti delle sigle sindacali hanno definito la gestione dell'ente "Fallimentare".
Secondo Federica Pietramala, Antonio Pisani e Marco Stillitano con le dimissioni del presidente Blaiotta, dirette o conseguenza delle dimissioni di tutto il consiglio di amministrazione si attiverebbe un processo di Commissariamento, cioè verrebbe nominato un commissario ad acta.
Altro passaggio che dovrebbe avvenire contemporaneamente sarebbe una modifica alla normativa in vigore che permetta un pagamento diretto dei salari dei lavoratori, perché in tutto questo contesto sussiste un altro problema di non poco conto.
Ammesso e non concesso, non è chiaro a che titolo, la Regione Calabria versi domani l'intero corrispettivo necessario a saldare quanto dovuto ai lavoratori su conti dell'ente, tali fondi verrebbero bloccati perché, sempre a quanto emerso, i conti dell'ente sono interessati da una sorta di pignoramento, pare legato alle cause giuridiche dei lavoratori andati in quiescenza in attesa del Trattamento fine rapporto lavoro.
Quindi, la semplice nomina di un commissario ad acta non sarebbe sufficiente per risolvere l'ingarbugliata questione.
Altra questione che i sindacati lamentano è la mancata comunicazione della bocciatura del Bilancio Preventivo dell'ente. che si sarebbe stato comunicato solo questa mattina.
«Nel momento in cui ci sono novità, noi chiediamo - hanno dichiarato i rappresentanti di Flai Cgil- Fai Cisl- Filbi Uil - di essere informati. Se l'avessimo saputo magari non ci sarebbe stata questa iniziativa dei lavoratori che sono saliti sul tetto, perché l'approvazione del bilancio preventivo rappresentava una speranza. La bocciatura del bilancio presuppone il commissariamento dell'ente. In questo momento i lavoratori hanno bisogno del salario, che ha una funziona alimentare, serve solo per portare il pane a tavola. Ma la questione non è solo quella del salario. C'è anche il discorso del futuro lavorativo di queste persone. Il tema è anche questo. Se si dimette oggi il presidente, domani arriva il commissario ad acta, nessuno si aspetta che domani paghino sette mensilità, ma magari si entra nell'ordine delle idee che mensilmente un salario viene pagato, che viene posto in essere un piano di rientro, e che, soprattutto, parta un progetto di ricostruzione di questo ente che di base è morto.
C'è un atto una riforma, dobbiamo capire cosa prevederà per questi lavoratori. Siamo per la riforma, abbiamo capito che l'autogoverno non ha funzionato in quanto 9 consorzi su 11 vantano mensilità arretrate. Però dobbiamo capire cosa prevede questa riforma, che deve ridare dignità ai consorzi, investendo nelle reti. I consorzi operano sulla gestione dell'acqua. Il bene è comune e la gestione deve essere pubblica attraverso i consorzi di bonifica. Stiamo vedendo quello che sta succedendo a Crotone. La lungimiranza politica deve incanalare tutte le risorse (Pnrr, Piano di irrugo nazionale, Psr, e tutte le misure comunitarie, nazionali e regionali) in una riforma che ristruttura tutti i consorzi rilanciandoli. Finalmente in questi giorni si sono resi conto che i lavoratori dei consorzi di bonifica servono. Fino a ieri erano solo "parte di carrozzoni", oggi invece con queste temperature che ci sono state, dato che gli operari non hanno mai smesso di offrire il loro servizio a proprie spese, tutti si sono resi conto che serve anche la manutenzione e non solo l'acqua o il canale. Serve il lavoratore che va sul posto e interviene».
Insomma, la questione che appariva fin dalle prime ore particolarmente ingarbugliata non cessa di complicarsi ulteriormente giorno dopo giorno.
Chi affonderà la spada nel nodo gordiano che rappresenta metaforicamente alla perfezione lo stato delle cose?