Caos in Pronto soccorso: pazienti in osservazione da 3 giorni e nessuna notizia per i familiari
Nuovamente critica la situazione nel presidio del “Giannettasio” nonostante l’arrivo di nuovi infermieri e l’apertura di una sala degenti più grande. Non si riescono a destinare gli utenti nei reparti per mancanza di medici e di posti

CORIGLIANO-ROSSANO – Ancora caos al Pronto soccorso dell’ospedale spoke “Giannettasio” di Corigliano-Rossano. La deframmentazione dei due presidi, di Rossano e Corigliano, sui quali manca ancora una organica organizzazione e la carenza di personale medico ha riportato la situazione ai livelli di emergenza di qualche mese fa. Stamani nel presidio rossanese si contavano 30 pazienti in attesa di visita, molti dei quali – circa una decina - in osservazione da ben 3 giorni e altrettanti in attesa di visita. Tra questi anche un codice arancione che è “parcheggiato” nel reparto di primo intervento dallo scorso venerdì 18 novembre in attesa di essere trasferito in reparto.
Ad essere allarmati, oggi, sono i familiari dei degenti che non riescono a reperire informazioni sullo stato di salute dei loro cari ricoverati all’interno del presidio. E questo perché, essendo il Pronto soccorso un reparto d’emergenza dove l’attività medica è in perenne evoluzione, non esiste un codice per le visite e l’assistenza è garantita dal solo personale infermieristico e dagli operatori socio-sanitari. Resta il fatto che, ad ogni modo, bisognerebbe trovare il modo per stilare un bollettino medico quotidiano sulla condizione di tutti degenti in reparto, in modo che non si creino patemi tra i familiari che continuano a denunciare e a lamentarsi – giustamente – con il personale operante.
Il fenomeno “imbuto”, insomma, all’interno del pronto soccorso del “Giannettasio” continua a rimanere un problema insuperabile. Non è bastato, infatti, che l’Asp di Cosenza di recente abbia incrementato il personale infermieristico di altre 5 unità e quello ausiliario di 2. Quello che mancano sono i medici e quei pochi che ci sono rimangono in una condizione al limite della salubrità lavorativa. Non solo, anche i nuovi posti letto di osservazione breve e intensiva (obi) attivati all’interno del presidio sembra abbiano solo amplificato il problema, trasformando un’area di osservazione, cura e transito dell’apparato sanitario in una medio-lungo degenza. Così non va.
Il problema principale, dicevamo, è nella carenza di medici che, come nel caso dell’unità di ortopedia dove non riesce a garantire il turno notturno con il personale di reparto costretto a continue reperibilità. A questa emergenza che è un’emergenza regionale se non addirittura nazionale, però, se ne aggiunge un’altra: la disorganizzazione dei presidi spoke di Corigliano-Rossano che, come risaputo, operano in due stabilimenti, il “Compagna” di Corigliano e il “Giannettasio” di Rossano. Due ospedali che sembrano lavorare non in sinergia ma su piattaforme a sé stanti e dove ancora, nonostante continui report e inchieste sull’inefficienza dei servizi, continuano a permanere reparti fotocopia (il pronto soccorso è uno di questi).
C’è fiducia nella prossima revisione del famigerato Dca 64/2016, approvato dall’allora commissario Scura, che dovrebbe riportare un po’ più di equilibrio all’interno dei due presidi rendendoli complementari l’uno all’altro; ma l’unica, vera soluzione ad un impianto di servizi deficitario che, pur tra mille sforzi, continua a non garantire efficacia ed efficienza, resta l’attivazione del nuovo ospedale di Insiti.