Frutta 6 miliardi di euro l’anno il business costruito sulla disperazione umana
Ecco cosa hanno dovuto patire quei bambini che stringono forte la mano di un finanziere prima di arrivare a Corigliano-Rossano. Il mercato della migrazione dei popoli, una vergogna senza inibizione
CORIGLIANO-ROSSANO - Il traffico dei migranti frutta, all’anno, quanto l’intero comparto dell’industria della ceramica in Italia: 6 miliardi di euro. Il biglietto per le porte del nostro Paese può costare fino a sei mila euro a persona, e il fermo dei due scafisti di ieri nell’ambito dello sbarco dei 106 migranti al porto di Corigliano Rossano ha riacceso i riflettori sulla questione della tratta di esseri umani.
Sono tanti i fattori che contribuiscono alla lievitazione del prezzo: il luogo di partenza del migrante, se prima di salire sull’imbarcazione ha dovuto attraversare il deserto, se ha preso delle corriere, se ha dovuto fare qualche tappa obbligata con pernottamento.
“Il pacchetto” offerto dagli scafisti contiene tanti optional: rigorosamente tutti a pagamento. La parte in cui si lucra di più è il viaggio vero e proprio attraverso il Mediterraneo. Il più delle volte non si può salire a bordo né con acqua né con cibo, ma bisogna acquistarli dai trafficanti. In base a come è strutturata l’imbarcazione, anche il posto sul ponte superiore, dove è più facile salvarsi in caso di tragedia, ha un costo extra che si aggira intorno ai 300 dollari.
Le immagini dei quei due bambini che stringono forte la mano di un finanziere una volta arrivati al porto di Corigliano-Rossano, dopo 4 giorni alla deriva in mare, sono un colpo al cuore. Che impone di andare in fondo per capire quanto frutta e come è articolato il business dei migranti
Ad alzare i costi ci sono anche gli eventuali optional: documenti falsi, certificati contraffatti di matrimonio e anche attestati che dichiarano lo status di rifugiato.
La sofferenza umana arricchisce le tasche di chi si occupa di queste operazioni. E Parecchio. Secondo il report dettagliato redatto da Europol, l’agenzia dell'Unione europea per la cooperazione nell'attività di contrasto al traffico dei migranti, il profitto mondiale che ne deriva raggiunge i 6 miliardi di euro.
La ”industria della disperazione” è decisamente al passo con i tempi. I cellulari raccolti ieri in una scatola nel momento in cui i profughi hanno toccato terra nel nostro porto evidenziano un’evoluzione tecnologica. «I trafficanti utilizzano vari sistemi di pagamento – mette in evidenza l’Europol - dai metodi online ai sistemi bancari sotterranei, in cui il denaro è depositato e raccolto al momento della fornitura del servizio concordato. L'uso delle tecnologie digitali rappresenta una nuova sfida per le autorità di contrasto e giudiziarie, in quanto i trafficanti si avvalgono sempre più di servizi e strumenti come i media social e le applicazioni mobili per il reclutamento, la comunicazione e i trasferimenti di denaro, le operazioni di prelievo e consegna dei migranti, per dare orientamenti sulle rotte, condividere immagini e video di documenti e biglietti e persino monitorare le attività di contrasto».
Non a caso tutti i telefonini raccolti dai profughi che ieri hanno raggiunto la nostra costa sono al vaglio degli inquirenti. A catalizzare l’attenzione – come è giusto che sia – la morte del minore, il ragazzo di 17 anni.
Secondo l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, dal 2014 oltre 20mila migranti sono morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo, di cui 1.369 nel 2021. Il piano d'azione dell'UE contro il traffico di migranti per il periodo 2021-2025 si sta concentrando sulla cooperazione e scambio di informazioni all'interno dell'UE e una cooperazione più mirata con i paesi di origine e di transito.