Discarica Scala Coeli, si riapre il fronte della protesta e delle rivendicazioni
Il circolo del cigno verde fa le pulci alla posizione assunta da Coldiretti: «La valle del Nicà patrimonio di biodiversità e allevamento di podoliche». E poi chiede un intervento della Regione Calabria
CARIATI - Dopo la presa di posizione chiara e coraggiosa di Coldiretti riguardo alla discarica di Scala Coeli, insorgono gli ambientalisti. Uno scontro, praticamente, inevitabile. Nei giorni scorsi il presidente territoriale dell'associazione degli agricoltori, Antonino Fonsi, intervenendo in merito alla grande emergenza rifiuti che sta imperversando sul territorio della Sibaritide e - particolarmente - a Corigliano-Rossano, ha sottolineato come, per superare questa fase critica (in attesa di un nuovo piano di gestione dei rifiuti), sia necessario ora riattivare uno dei siti di stoccaggio strategici qual è appunto la grande buca di contrada Pipino a Scala Coeli. Una presa di posizione che ha mandato su tutte le furie gli ambientalisti che da anni si battono contro quella discarica e, su tutti, il circolo di Legambiente Nicà che ricorda, oggi, a Coldiretti l'importanza che assume quell'area nella produzione di alcune delle eccellenze agroalimentari calabresi.
«È opportuno - si legge in una nota di Legambiente - fare alcune considerazioni. Lo facciamo nel rispetto del grande lavoro attento e preciso che la nostra associazione, con tutte le sue articolazioni, svolge da anni, in tutta Italia ma lo facciamo principalmente per le tantissime persone che da anni si battono per non vedere realizzata l'ennesimo buca nella meravigliosa valle del Nicá, dove ricordiamo ancora una volta esiste già una discarica».
«Ribadiamo - si sottolinea ancora in una nota del circolo del cigno verde - che la contrarietà del territorio tutto verso la realizzazione della discarica, parte da osservazioni e considerazioni in merito a ciò che dice la comunità europea sulla realizzazione di nuove discariche, al luogo dove viene realizzata ed alle dimensioni. La nostra regione ed il nostro territorio hanno bisogno di modernità, che per i rifiuti prevede la realizzazione di impianti moderni ed efficienti per il loro trattamento. Una nuova consapevolezza dei cittadini, che sono i primi prodottori di materiale da avviare a riciclo. Quindi - aggiungono - maggiore attenzione alla raccolta differenziata spinta "porta a porta". Incentivi per comunità e i cittadini virtuosi. Basta con la logica antica delle discariche, bisogno guardare oltre».
Da qui l'auspicio di Legambiente affinché la Regione Calabria e «in particolare il presidente Roberto Occhiuto dia il giusto segnale». «Una maggiore attenzione e maggiori incentivi inoltre - dicono - a chi con grandi sacrifici continua la coltivazione bio certificata, alle piccole e medie aziende zootecniche, grazie alle quali nei nostri territori e nella Biovalle del Nicá pascolano ancora esemplari di razza podolica. Ed è proprio la presenza di queste realtà che fanno della Biovalle del Nicá un posto da sempre dedito alla pastorizia ed all'agricoltura, che lascia chiunque si rechi lì senza parole. La discarica è in contiguità con terreni agricoli e pascoli. È vicina al mare, meta per molti turisti. Vicinissima a siti di interesse archeologico e naturalistico e paesaggistico. Concludiamo con l'auspicio che la modernità di cui sempre parliamo si concretizzi, nel territorio del basso ionio cosentino e dell'alto Crotonese, un tempo culla di cultura, sapere, ricchezza e benessere, lontano ormai da noi e dai nostri tempi, pregni di uno sfrenato consumismo deleterio per noi tutti e per il nostro l'ambiente».