Statale 106, nessuno parla più della Sibari-Corigliano-Rossano. Che fine ha fatto la proposta di Stasi?
In un territorio sempre più passivo, da mesi è calato il silenzio sostenuto da un pauroso disinteresse di politica e società civile. C’è un cambio di governo in atto: è vero. Perché, però, su altri tratti si continua a lavorare ai progetti?
CORIGLIANO-ROSSANO – Sulla Sibari-Corigliano-Rossano, il progetto di ammodernamento della Statale106 per collegare la terza città della Calabria al resto della mobilità nazionale, è calato un silenzio assordante. Nessuno più ne parla. Come se il problema non fosse più “contingibile e urgente” (direbbe qualcuno) o come se questo progetto non fosse essenziale per la sopravvivenza del territorio.
Tutti zitti, i politici – che in campagna elettorale pensano bene di tenersi lontani da promesse e da “volani di sviluppo” – e pure quei pezzi di società civile, quelle associazioni che credevamo si battessero ogni giorno imperterriti e senza sosta per reclamare, rivendicare e tentare di ottenere un diritto. I politici fanno campagna elettorale e gli altri… evidentemente pure.
Sulla centosei sono diventati tutti smemorati di Collegno!
Con una lunghissima e dettagliata inchiesta, l'Eco dello Jonio ha parlato in lungo e in largo, durante l’autunno e l’inverno scorsi, delle sorti di questo progetto, declinandone ogni minimo dettaglio, visione e sfaccettatura. Eravamo al punto che pare si fosse arrivati ad una quadra, ad un accordo di massima, tra il sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi e i vertici di Anas, per l’attraversamento dei due centri urbani di Corigliano e Rossano scalo.
Era il 5 luglio scorso e l’ultimo vertice romano, a riguardo, si era tenuto già da qualche settimana. Sono trascorsi due mesi esatti da quando riportammo quella notizia (confermata dallo stesso primo cittadino nel corso dell’ultimo consiglio comunale). Sessanta giorni di buio e di fermo totale.
Il progetto pare langui nelle stanze di Anas a Roma dove i progettisti starebbero lavorando alle varianti proposte dal sindaco e dall’amministrazione comunale corissanese. Ma della conferenza dei servizi definitiva, così come dei successivi step di progettazione e finanziamento dell’opera non se ne sa più nulla. Ogni giustificazione è riposta nel cambio di governo nazionale. Resta il fatto, però, che sugli altri tracciati della Statale 106 le attività proseguono. Sulla Crotone-Catanzaro, ad esempio, si sta andando avanti nella progettazione secondo le direttive del Ministero delle Infrastrutture.
Quindi, il paravento della campagna elettorale, è un pretesto esclusivo nel territorio della Sibaritide e a Corigliano-Rossano per continuare a non fare nulla. A tutti i livelli, a tutte le latitudini ed in tutte le dimensioni.
Più che politica, la questione sembra essere diventata culturale. Con una popolazione che, quasi nella sua interezza, pare stia assumendo sempre più un atteggiamento passivo ai problemi, alla rivendicazione di servizi e alle esigenze del territorio in cui vive. Possibile che nessuno si indigni e faccia squadra per far sentire una voce forte e plurale nella pretesa dei diritti?
La politica locale continua ad occuparsi delle dinamiche interne ai partiti; i sindacati sembrano pure loro eclissati sulla questione mobilità; i rappresentanti sociali autoproclamatisi paladini della questione centosei hanno abbandonato la “lotta di classe”; e tutti gli altri - la stragrande maggioranza - rimangono in attesa. Perché?