Scuola “Levi” dai Giuseppini: la soluzione di Stasi non piace a docenti e genitori
Emergono tanti dubbi, uno su tutti: se non sia più opportuno condividere spazi con la “Roncalli” invece di far spendere risorse alla comunità. Chiesto un incontro al sindaco e all’assessore Alboresi
CORIGLIANO-ROSSANO – Non si placa la polemica attorno alla sistemazione logistica della media “Carlo Levi” di Rossano scalo in vista dell’imminente apertura dell’anno scolastico. Un problema che ha avuto origine durante la pandemia quando parti delle aule dell’edificio vennero sventrate per creare più spazi e distanziamento. Ora che l’emergenza è finita e le regole impongono la normalità quella scuola, però, si ritrova ad avere meno spazi, quindi meno aule, e alunni e docenti sono costretti ancora ad emigrare.
Nel corso degli ultimi mesi c’è stato un continuo richiamo da parte delle famiglie verso il Comune affinché affrontasse di petto e con piglio risolutivo la questione. La soluzione, sopraggiunta qualche giorno, partorita dall’Amministrazione comunale di allocare «temporaneamente» le aule in esubero nei locali dei Padri Giuseppini in via Manzoni non piace, però, a chi quella soluzione poi è costretta a subirla. Gli alunni e quindi i genitori e i gli insegnanti. Che oggi tornano a scrivere al primo cittadino Flavio Stasi e all’assessore al ramo Alessia Alboresi per chiedere un incontro ed evidenziando tutte le incongruenze e i limiti della soluzione.
In sintesi: il Comune avrebbe pensato alla soluzione più semplice e, allo stesso tempo, più dispendiosa, lasciando tutto inalterato rispetto allo scorso anno, incurante delle tante deficienze che – invece – comporta creare uno spezzatino di aule dislocate in più plessi.
Quello che manca nella scelta – scrivono genitori e docenti (crediamo non tutti ma una buona parte) sottoscrittori della lettera aperta – è il concetto di condivisione. E poi declinano il perché. Lo scrivono ricordando che la scuola “Levi” tra le tante presenti sul territorio comunale è stata quella che è stata maggiormente sacrificata durante il periodo pandemico avendo «consegnato alla comunità, per due lunghi anni, la palestra scolastica affinché fosse adibita ad hub vaccinale, sacrificando l’attività didattica dei propri ragazzi».
Nonostante tutto a questi ragazzi e ai loro insegnanti è chiesto ancora di fare sacrifici, su una situazione sperimentata già lo scorso anno, deficitaria di tanti servizi e quindi non consona alle esigenze scolastiche. «Nelle aule dei padri Giuseppini (che oggi si vorrebbero riutilizzare) – scrivono - emergono delle criticità che vorremmo fossero poste all’attenzione di tutti. Certamente tali spazi sono ben noti agli allievi e ai docenti della Levi, in quanto già utilizzati nella condizione di necessità ed urgenza determinata dalla pandemia e già in tale situazione si sono sollevati dubbi sulla sicurezza e sui disservizi persistenti». A parere degli scriventi sarebbero classi «prive di sorveglianza adeguata durante gli spostamenti dei docenti dalla Levi ai Padri Giuseppini e viceversa». Non solo. «Gli spazi esistenti – si chiedono - sono a norma? La palestra al chiuso è utilizzabile? Vi è linea internet per le attività didattiche?». «Nessuno poi – continuano - ha calcolato i rischi in cui incorrono gli insegnanti nell’attraversamento in tutta fretta di una strada altamente trafficata nel raggiungere il plesso distaccato di via Manzoni dall’istituto Levi».
Qual era e qual è ancora ora la soluzione? «Il buonsenso e la condivisione».
«Non avremmo mai preteso di “Spogliare un santo per rivestirne un altro” – scrive la rappresentanza di genitori e docenti - ma solo che fossero garantite ai ragazzi, in condizioni idonee, senza pesare sulle spese del Comune, le attività didattiche di base che, è inutile ribadirlo, sono più importanti di eventuali laboratori, che non è neppure accertato debbano occupare tutti gli spazi disponibili esistenti presso il santo (si veda Delibera Giunta comunale del 17/08/2020 n. 152)».
Insomma, invece, di utilizzare il metodo gattopardiano di rivoluzionare tutto pur di non cambiare nulla, si poteva pensare – adottando il criterio del coraggio delle scelte – di chiedere spazio alla attigua “Roncalli”. La soluzione più logica, a parere degli utenti della scuola in attesa di procedere agli annunciati lavori di riqualificazione dei due immobili.
L’esecutivo Stasi ha preferito, però, non adottare questa scelta, sottolineando di non avere “alcuna intenzione di imporre delle scelte che non siano condivise dalla scuola stessa…”.
«Chiediamo – si legge come chiosa alla missiva - una riesamina attenta e scrupolosa che tenga conto della popolazione scolastica effettiva e dei locali in possesso dell’Amministrazione comunale, senza prevedere ulteriori impegni economici da parte della stessa, e giunga quindi ad una soluzione definitiva, equa e idonea per tutta la cittadinanza».
Ci sono spazi vuoti o parzialmente utilizzati nella media “Roncalli”: si utilizzino quelli!